di Fabio BELLI

Le pagelle biancazzurre della sfida che ha visto la Lazio battere il Napoli con un secco 2-0, rilanciandosi in classifica dopo un momento difficile.

Reina 7: Oltre alle parate nel primo tempo, fondamentale quella su Fabian Ruiz, piace il piglio con cui gestisce la difesa, stavolta al massimo della concentrazione anche sui rilanci e sulle numerose giocate di piede.

Luiz Felipe 7: Era dalla sfida col Borussia Dortmund che non giocava con questa concentrazione, fisicamente ha bisogno di crescere ma quando è anche solo al 100% dimostra di essere il titolare.

Patric (dal 39’st) sv: Per lui pochi minuti senza affanni.

Hoedt 6: Primi 20′ pessimi, soprattutto un paio di appoggi sbagliati sanguinosi. Poi sale di tono e nella difesa tiene la posizione sfruttando bene la prestanza fisica.

Radu 7: Lozano gli va addosso e ne esce malconcio come dopo un tamponamento: grande grinta la sua e una risposta a chi, dopo un paio di prestazioni opache, vorrebbe immediatamente rottamarlo.

Lazzari 7: si propone con grande insistenza, purtroppo gli manca ancora la misura del cross, quello decisivo, ma il suo martellamento sulla destra si fa sentire sulla difesa del Napoli.

Milinkovic-Savic 6.5: Stavolta gioca troppo di fioretto, soprattutto in una fase del match in cui servirebbe maggiore concretezza. Regala comunque preziosismi che confermano la sua statura tecnica.

Akpa Akpro (dal 39’st) sv: Ordinaria amministrazione, deve solo garantire un po’ di energie nel finale.

Escalante 7: Un po’ concitato, rimedia prematuramente un’ammonizione, poi però sale in cattedra catturando anche il fondamentale pallone che vale il raddoppio. Si sta rivelando un’alternativa di ottimo livello.

Cataldi (dal 35’st) sv: Si limita a metterci attenzione nei minuti finali.

Luis Alberto 8: Il simbolo della riscossa, del segnale che si chiedeva a questa Lazio. Si dice che nel confronto post-Benevento abbia pronunciato parole significative davanti ai compagni, di sicuro dalle parole è passato ai fatti tornando playmaker offensivo implacabile e riservandosi un’esecuzione da direttore d’orchestra: uno come lui, che ha l’orecchio assoluto per il pallone, se vuole può.

Marusic 7: Fa ciò che gli si chiedeva in altre occasioni, più coraggio e più spinta senza dimenticare i pur rigidi compiti tattici del quinto di sinistra. La pennellata per la testa di Immobile è un gran bel vedere.

Caicedo 6.5: Piace la sua abnegazione, pasticcia su un paio di palloni ma ne recupera altri preziosissimi: su di lui si può sempre fare affidamento.

Muriqi (dal 22’st) 6: Ancora punto e a capo per lui in una stagione fin qui tormentatissima. Entra col piglio giusto e stavolta quasi tutte le palle alte in avanti sono sue, il che fa rifiatare la squadra in più di un’occasione.

Immobile 8: Colpo di testa da fenomeno in una prestazione in cui si diverte a fare l’uomo-ovunque: è lui il fuoriclasse di una Lazio che non può più fare a meno delle sue magie, ma neanche del suo dinamismo che lo rende capitano vero, sia in acque tranquille che nella tempesta.

Andreas Pereira (dal 35’st) sv: Entra con la voglia giusta pur sapendo di dover giocare solo pochi minuti.

L’all. Simone Inzaghi 7.5: Aveva chiesto una risposta ai suoi ragazzi, sperava ancora all’ora di pranzo di giocarsela con Correa e Acerbi, ma in ogni caso la squadra crede in lui tanto quanto lui crede nella squadra. E l’abbraccio con Luis Alberto sembra dire tanto sul futuro, suo e della Lazio.

 

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