di Danilo GALDINO

“Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili…”
Il mondo intero ha da sempre bisogno di persone indispensabili, che non smettono un solo istante di lottare per qualcosa in cui credono fermamente: un ideale, una fede, un amore o più semplicemente per la vita.
Si lotta ad oltranza, senza sosta, senza tregua, non un giorno, non un anno, non per più anni, ma fino all’ultimo respiro.
La prima cosa che ti viene spiegata nel momento in cui decidi di diventare un Laziale, è che dovrai lottare sempre, in ogni giorno della tua vita. Quelle parole di tuo padre sono come un seme che, giorno dopo giorno, cresce dentro di te, un seme che viene innaffiato quotidianamente con le lacrime e la gioia dell’essere, un seme che germoglia attraverso emozioni continue, un seme che sboccia nell’età della ragione e fiorisce in quella della ribellione. Quel seme mette radici profonde e forti, capaci di sostenere il peso degli anni, i momenti più duri, i dolori e ogni forma di cattiveria.
“Se decidi di essere Laziale, dovrai lottare tutti i giorni, non dovrai essere bravo, ma indispensabile… dovrai difenderla sempre da tutto e tutti, a volte anche dai Laziali stessi, dovrai sostenerla in ogni occasione, senza mai disamorarti, nasconderti, scappare o arrenderti. Non sarà semplice essere Laziale, ma devi sapere che tutto ciò che è straordinario e speciale, nella vita, non è semplice.”
Nel preciso istante che con convinzione hai pronunciato quel “Sì, lo voglio!”, sei diventato indispensabile per il tuo popolo e per il tuo amore.
Ieri gli “indispensabili” erano in 2.000 e non hanno smesso un solo istante di sostenere la Lazio nostra, ad ogni goal subito gridavano ancor più forte, se la Banda Inzaghi non è naufragata nel primo tempo il merito è principalmente di Ciro Immobile e di tutti quei poeti guerrieri biancocelesti.
Gli “indispensabili” hanno risposto all’appello lanciato dai tifosi rossoblu e sono andati in pellegrinaggio a San Luca. Portare un saluto e pregare per un amico in difficoltà, è stato un gesto fantastico che evidenzia per l’ennesima volta il grande cuore del nostro popolo.
Gli “indispensabili” sono quelli che lottano tutta la vita e ieri pomeriggio uno degli esempi più belli di questa categoria di persone speciali, si è presentato allo stadio Dall’Ara per guidare dalla panchina il suo Bologna, ma soprattutto per andare ad abbracciare tutti i figli del suo stesso sentimento, che erano arrivati dalla capitale per fargli sentire la loro vicinanza.
Sinisa Mihajlovic ha ricordato a tutti noi, un altro uomo e Laziale straordinario nato a Pisa proprio il 7 ottobre di 97 anni fa… il “Maestro” Tommaso Maestrelli lottò con le unghie e con i denti, per restare accanto ai suoi ragazzi e non lasciarli soli.
La giornata di ieri è stato un continuo susseguirsi di emozioni, in campo come sugli spalti. Una gara pirotecnica, dove le due squadre ce l’hanno messa tutta per vincere, senza fare troppi calcoli: ben 4 reti in un tempo, i 2 giocatori più di temperamento espulsi e continui capovolgimenti di fronte.
Non si può recriminare troppo ad una squadra che in dieci ha provato fino al triplice fischio di vincere e conquistare 3 punti, che ci avrebbero permesso di fare un grande balzo in avanti in classifica.
Avere il match ball a pochi minuti dalla fine e sprecarlo, ha sicuramente fatto arrabbiare tutti noi. Correa che non ha mai calciato un rigore in carriera, che chiede al suo amico rigorista Luis Alberto, di cedergli il rigore e farglielo calciare, per dedicare il goal alla nonna scomparsa, è stato un errore.
L’argentino è stato il migliore in campo nel secondo tempo e in dieci contro undici, ha trascinato la Lazio nostra, facendo ammattire e ammonire mezzo Bologna.
Forse doveva andare così, perché una giornata così emozionante e a tratti struggente, non poteva lasciare un “indispensabile” come Sinisa con l’amaro in bocca.
“Ci sono Laziali che lottano un giorno e sono bravi, altri che lottano un anno e sono più bravi, ci sono quelli che lottano più anni e sono ancora più bravi, però ci sono quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili”.
Ora c’è bisogno come sempre degli indispensabili, di quelli che non tradiscono mai, che amano incondizionatamente, che se ne infischiano di tutto e attraversano in lungo e in largo il mondo intero per non lasciarla mai sola, che se la Lazio nostra viene attaccata la difendono in ogni modo e in ogni sede.
Gli indispensabili che lottano tutta la vita, sono pronti a dar battaglia fino al termine della stagione.
Li troverai pronti alla ripresa del campionato per sfidare nuovamente l’Atalanta all’Olimpico dopo la vittoria del 15 maggio scorso, li troverai a Glasgow per scrivere un’altra importante pagina di Lazio, li troverai sempre accanto ad un Laziale in difficoltà, semplicemente perché “questa mia gente è davvero grande, va avanti e non si arrende!
Più la combatterai, più si difenderà, non sai tu questa gente quante risorse ha…”
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

 

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