di Danilo GALDINO

“Due cose si possono fare con una bandiera: o sventolarla in alto o stringerla con passione sul proprio cuore…”
Qualcuno erroneamente e impropriamente utilizza il termine bandiera associandolo a un giocatore, dimenticando il vero significato di questa parola.
I calciatori hanno la fortuna e l’onore di poter indossare una maglia che rappresenta qualcosa di unico e di grande per tutti noi, perché la nostra maglia dai colori del cielo e con l’aquila sul cuore, non è nient’altro che un sogno comune e un amore incondizionato che si tramanda di generazione in generazione dal 9 gennaio del 1900.
Un po’ tutti siamo cresciuti guardando e contemplando la nostra prima bandiera regalataci da un padre, uno zio o un fratello più grande.
La mia prima bandiera, come quella di tanti e tanti Laziali, era mezza bianca e mezza celeste, in mezzo aveva un’aquila stampata, sulla destra c’era la coccarda della Coppa Italia del 1958 e sulla sinistra lo scudetto del 1974.
In quella bandiera ancora non erano presenti i tanti trofei vinti negli ultimi vent’anni, ma c’era ugualmente orgoglio, sogni e speranze.
Quella bandiera veniva coccolata, protetta e sventolata continuamente, in cameretta, nel corridoio di casa, per strada e allo stadio.
Cresciuti ammirando quell’unica coccarda tricolore, che rappresentava la prima grande conquista di Bob Lovati e di quel manipolo di Laziali del 1958. Nessuno di noi, neanche nei suoi sogni più astrusi poteva immaginare che ne sarebbero arrivate altre 6 di Coppe Italia.
Ogni finale disputata, ogni trofeo alzato in cielo, è figlio di partite apparentemente insignificanti come quella di ieri con la Cremonese. Dietro a queste straordinarie conquiste festeggiate da un intero popolo, c’è il desiderio di poche migliaia di poeti guerrieri biancocelesti, la voglia di partecipare e non mancare ad ogni alba di ogni singolo viaggio intrapreso: Lazio-Varese, Lazio-Cittadella, Lazio-Bassano del Grappa, Lazio-Portoguaro, Lazio-Novara, Lazio-Albinoleffe, Lazio-Siena e ieri… Lazio Cremonese.
3.000, 5.000, 7.000 bandiere sempre pronte a rispondere presente e non tradire mai un solo appuntamento accanto alla Lazio nostra.
Siamo cresciuti un po’ tutti con il culto della bandiera e con il passare degli anni, tra una delusione e una nuova scoperta, le parole di nostro padre ci indicavano la giusta via, come le stelle più luminose per un viaggiatore:
“La vera bandiera sei tu, è l’apparente sconosciuto accanto a te che vive le tue stesse emozioni.”
La bandiera è quel figlio del tuo stesso sentimento che condivide tutto insieme a te: gioie, dolori, successi, sofferenze, pericoli ed emozioni.
La bandiera è tuo padre e un domani sarai tu per tuo figlio, è quell’eterna trasmissione di ricordi, storie, tradizioni, che neanche lo scorrere del tempo riesce a cancellare o sbiadire. Questo concetto fondamentale è quello che da sempre ci rende popolo e non semplici appassionati di una squadra di calcio. Questo importante passaggio è stato dimenticato da tutta quella gente che si scaglia ferocemente contro un altro Laziale o contro la Lazio stessa. Non serve essere tifosi di un calciatore, di un allenatore, di un presidente, dei grandi appuntamenti o delle vittorie, ma è molto più importante essere sempre e solo tifosi della Lazio e dei Laziali.
Ecco, anche ieri in un martedì qualsiasi di gennaio, ad un orario proibitivo per molti lavoratori, abbiamo visto sventolare fiere le nostre bandiere.
Bandiere sempre presenti in tutti gli spalti d’Italia e d’Europa, nelle piazze e per le strade, persone che nel corso del tempo grazie alle loro gesta, alla fedeltà dimostrata e ad un radicato senso d’appartenenza, sono diventate figure amate e conosciute da tanti, storie fantastiche da tramandare nel tempo.
Chi ama incondizionatamente con tutto il cuore, non è mai stanco di certe emozioni, non conosce parole come abitudine, monotonia o disaffezione.
Ogni tifoso è una bandiera, sempre pronto a colorare qualsiasi stadio, a rendere vivi quei seggiolini e a spingere la Lazio nostra oltre… oltre gli ostacoli, oltre i divieti, oltre le partite di cartello, oltre gli attacchi mediatici, oltre la vittoria… NOI OLTRE!
Archiviata agevolmente la pratica Cremonese con quattro reti messe a segno, un quarto di finale conquistato e che verrà giocato tra quindici giorni contro il Napoli al San Paolo, ora possiamo concentrarci esclusivamente sulla sfida di sabato contro la Sampdoria.
Sarà un’altra occasione per esserci, tu e la tua inseparabile amica di sempre, tu e la tua adorata bandiera che contiene tutto ciò che rappresenta e significa il nostro straordinario mondo… e poi ancora, ancora amore, amor per te…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

Lascia un commento

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.