Riccardo Cucchi, storico radiocronista Rai, è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

La determinazione e la voglia sono ciò che più mi ha impressionato della Lazio in questa fase. La Lazio anche contro la Cremonese ha messo in campo grande voglia di vincere con tutti i giocatori impiegati che hanno dato il massimo. La squadra sta chiudendo un processo di maturazione che significa convinzione nei propri mezzi.

Non mi aspettavo questo terzo posto della Lazio né queste vittorie consecutive: ovviamente ero convinto di una Lazio competitiva, in grado di lottare per un piazzamento Champions, ma non un rendimento così costante. Spesso la Lazio aveva grande difficoltà nel chiudere le partite e manifestava una certa fragilità psicologica e mentale, che a volte non le permetteva di rimontare. Ora invece è riuscita a invertire questa tendenza, riuscendo lei stessa a chiudere partite decisive nei minuti finali.

Credo che sia stato bravo Inzaghi a creare un’atmosfera, l’aria che si respira a Formello è davvero positiva e ci sono segnali importanti. Ci sono ragazzi che danno davvero l’impressione di divertirsi quando scendono in campo e questo si evince anche dalle partite: questa unità d’intenti segna le stagioni più importanti, mi sembra che l’atmosfera che si è creata sia quella che porta a conquistare i grandi traguardi a fine stagione.

Vedere in campo la maglia scelta per i 120 anni mi ha riportato indietro a momenti molto importanti, tutti ricordano quella squadra straordinaria della fine degli anni Novanta. Il Napoli è stata la squadra che più severamente ha impegnato la Lazio, individuando soluzioni tattiche che hanno limitato il gioco della Lazio che è una delle squadre che più frequentemente attacca l’area avversaria. Le mie sensazioni sono quelle di andare cauto all’inseguimento di un sogno, sono consapevole della forza delle squadre che precedono la Lazio in classifica, la Juventus è più forte malgrado le due vittorie in campionato e Supercoppa abbiano dimostrato che la squadra di Inzaghi sia in grado di giocarsela alla pari. Sarà molto importante anche la passione del pubblico all’Olimpico: si può sognare ma restando coi piedi per terra.

La Sampdoria è cresciuta, sapevo che con Ranieri la squadra si sarebbe rimessa in linea. Mi ha sorpreso il successo così rotondo col Brescia, è un segnale di allarme tra virgolette perché vuol dire che i blucerchiati stanno crescendo e sono in grado di elevarsi dalla lotta per la salvezza. La Lazio dovrà ripetere la partita dell’andata con la consapevolezza che la Samp è cresciuta facendo particolarmente attenzione a quei due lì davanti, Gabbiadini e Quagliarella.

Io sono nato con Tutto il Calcio Minuto per Minuto che compie 60 anni in questi giorni: ero un grande ascoltatore di radio e sono cresciuto con le voci di Bortoluzzi, Ciotti e Ameri, la cui voce ascoltavo in Curva Nord il 12 maggio del 1974 mentre urlava “Lazio Campione d’Italia” nella partita contro il Foggia. Sognavo anch’io di vivere quell’esperienza che ho iniziato poi ad affrontare a 27 anni assieme a quei mostri sacri, sentire da Roberto Bortoluzzi “linea a Riccardo Cucchi”, o “grazie Cucchi” da Enrico Ameri è stato straordinario. Ricordo il dualismo tra Ameri e Ciotti, con il primo che arrivava 4 ore prima dell’inizio della partita e ammazzava il tempo giocando a scopone con gli inservienti dello stadio. Ciotti invece arrivava all’ultimo momento, spesso trafelato e senza neanche un taccuino, ma quando la partita iniziava entrava completamente nella narrazione della partita. Sono stati degli straordinari maestri, narratori di calcio che sapevano scegliere le parole giuste per raccontare delle emozioni e a loro debbo tanto.

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