Angelo Adamo Gregucci è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Penso che l’aspetto numero uno da rimarcare sia la coesione della squadra che ha praticamente trascinato tutto. Oggi nell’andare a vedere la Lazio allo stadio Olimpico c’è un’aria positiva ancora prima che si giochino i match. Alla fine del primo tempo contro l’Atalanta Simone Inzaghi ha visto un’autostrada dove tutti vedevano un sentiero. L’Atalanta attacca sempre alta e in 10 minuti ti può dare 4 gol, Simone è stato attento nel dare i giusti input, è uno che conosce tutto di Formello ma la sua capacità, in quel momento, di fare quadrato nelle difficoltà è stato decisivo.

In questo messaggio di compattezza Simone ha convinto la squadra ad aiutarsi tra compagni in fase di non possesso palla. La Juventus aveva lavorato molto bene nella sfida di campionato con i tre attaccanti, Bernardeschi, Cristiano Ronaldo e Dybala, e la fortuna in alcune fasi del match ci aveva dato una mano. Ma in Arabia Saudita la Lazio è scesa in campo con una voglia e una consapevolezza incredibile. Non dobbiamo dimenticare di aver affrontato una squadra cannibale nell’ultimo decennio, capace di puntare a ogni singolo obiettivo con la stessa determinazione. La Lazio però ha dimostrato una voglia enorme, tutti partecipano alla fase difensiva e questa mentalità ha permesso loro di convincersi di essere giocatori di livello. Oggi come oggi la Lazio ha centrato un salto di qualità importante da questo punto di vista.

Mi auguro che la Lazio sappia gestire la pressione perché la classifica non deve regalare stress, ma ambizione. Ci saranno dei momenti di difficoltà ma stavolta li supereremo tutti insieme perché abbiamo la consapevolezza che la squadra è forte. Mio nonno diceva che bisogna puntare alla luna per arrivare almeno alle stelle, non dobbiamo avere paura di rincorrere la vetta perché solo così potremo raggiungere l’obiettivo della Champions League che inseguiamo da tempo.

La Lazio ha 5/6 giocatori di eccellenza assoluta nel campionato italiano, da Immobile a Luis Alberto, da Milinkovic-Savic a Correa. Il serbo a volte stoppa col petto palloni che gli altri cercano di controllare di testa. Inoltre le combinazioni strette fra Correa, Ciro e Luis Alberto sono devastanti, per cui è difficile per gli avversari prendere le misure a una squadra così imprevedibile. In più ci sono giocatori come Cataldi che stanno maturando in maniera importante. Mi spiace per questo aver abbandonato così presto il palcoscenico europeo, perché per alcuni giocatori era una competizione per maturare e completare il cerchio per diventare giocatori di livello internazionale. Poi Cataldi porta quella romanità pura, gente cresciuta nella Lazio che è un po’ mancata in questa rosa.

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