di Danilo GALDINO

“Molto spesso, durante la nostra esistenza, vediamo i nostri sogni delusi e i nostri desideri frustrati, ma dobbiamo continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore…”
Era il 2001 quando Paulo Coelho scrisse Il Cammino di Santiago, e in questo splendido passaggio esprimeva perfettamente quello che si vive continuamente nel corso della vita di ogni essere umano. Cresciamo con persone che ti dicono cosa è giusto fare e cosa è sbagliato, che ti vogliono imporre il loro volere e che ti giudicano continuamente, che ti scaricano addosso tutte le loro paure e debolezze. C’è chi lo fa in modo amorevole e spinto da un elevato senso di protezione come un padre e una madre, e chi invece spinto da intenti meno nobili prova a soffocare la voglia di sognare altrui seminando continuamente il seme dell’insicurezza, dell’insoddisfazione e della stanchezza.
I nostri sogni a tinte biancocelesti, non smettono mai di nascere e rinascere, prendendo sempre forme e sembianze differenti. I nostri sogni vengono concepiti durante l’estate, tra le giornate più calde e la speranza di continue novità. Vengono immaginati osservando le stelle cadenti ed esprimendo desideri sempre diversi tra loro. Cambiano gli scenari, gli avversari da incontrare, i protagonisti da sostenere, ma poi hanno sempre lo stesso epilogo: veder vincere la Lazio nostra!
Non è facile realizzare un sogno, perché per sognare e primeggiare serve resistenza alla fatica e, di fronte agli attacchi esterni, c’è bisogno di tenacia e perseveranza estrema, di una fede incrollabile e tanto coraggio.
“Molto spesso, durante la nostra esistenza, vediamo i nostri sogni delusi e i nostri desideri frustrati, ma dobbiamo continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore…”
Dopo l’epilogo beffa della scorsa stagione in quella brutta serata del 20 maggio contro l’Inter, molti di noi hanno iniziato a non credere più, dopo un’intera stagione di continui sgambetti e torti arbitrali subiti, ci è stata strappata la possibilità di partecipare ad una manifestazione speciale e remunerativa come la Champions League. La Coppa che più di tutte alimenta grandi sogni, il gran ballo dove possono accedere solo le più belle, le più importanti e le più ricche società del Vecchio Continente.
Chi si lascia sopraffare, smette di lottare, di credere e di partecipare, lentamente muore, giorno dopo giorno il suo animo da sognatore ribelle affievolendosi, non da più impulsi al cuore.
Dopo aver assistito alla spettacolare rimonta della Juventus di martedì e le grandi vittorie di ieri sera del Liverpool a Monaco per 1-3 e del Barcellona contro il Lione per 5-1, in tanti avranno pensato: “Ma noi che ci andiamo a fare in Champions quando ci sono squadre così?”.
Sicuramente il livello delle squadre che arrivano ai quarti di finale della manifestazione più importante d’Europa è altissimo. Leggendo i nomi di chi è rimasto in gioco e sogna la finale di Madrid, ci si rende conto che è qualcosa di esclusivo per club ricchissimi e ben organizzati: quattro delle otto formazioni qualificate sono inglesi (Manchester City, Manchester United, Liverpool e Tottenham), Barcellona, Juventus e le due sorprese di quest’anno Ajax e Porto.
Stiamo parlando di realtà lontane anni luce dalla Lazio nostra e dalla stragrande maggioranza delle squadre che militano nel campionato di serie A, ma per crescere gradualmente, bisogna sfidare i grandi, senza la paura o l’ossessione di andare incontro a brutte figure.
Per arrivare a vivere un giorno un Lazio-Liverpool o un Barcellona-Lazio, bisogna intanto superare ostacoli come il Parma, sì proprio quella nobile decaduta del calcio italiano, quella squadra che ha vinto in Europa tanto tempo fa e che negli ultimi quattro anni è passata dalla serie D alla serie A con tre promozioni consecutive.
La squadra gialloblu non è il Liverpool, ma ugualmente può mettere in difficoltà qualsiasi avversario in Italia con la velocità e la qualità dei suoi attaccanti.
Bisognerà vincere, senza fare troppi calcoli o considerazioni di ogni genere, vincere per dare una risposta chiara e scacciare via le incertezze e le insicurezze che in tanti alimentano ogni giorno. Vincere, per ripartire e continuare ad alimentare un sogno.
“Molto spesso, durante la nostra esistenza, vediamo i nostri sogni delusi e i nostri desideri frustrati, ma dobbiamo continuare a sognare, altrimenti la nostra anima muore…”
E allora non ci resta che continuare a sognare, con la stessa intensità di quelle giornate vissute sotto le Tre Cime di Lavaredo a luglio. Lottare, credere e osare, come accade dal primo giorno, senza farci condizionare e depotenziare da niente e nessuno. Continua a sognare insieme a questa splendida squadra, sogna ragazzo sogna, non è vero ragazzo che la ragione sta sempre col più forte. Io conosco poeti che spostano i fiumi con il pensiero e naviganti infiniti che sanno parlare con il cielo. Chiudi gli occhi ragazzo e credi solo a quel che vedi dentro, stringi i pugni ragazzo non lasciargliela vinta neanche un momento. Sogna ragazzo sogna…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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