di Danilo GALDINO

“Non cambierai mai la tua vita finché non cambierai qualcosa che fai tutti i giorni…”
Il predicatore evangelista statunitense Mike Murdock, spiega in modo semplice un passaggio fondamentale per la vita di ognuno di noi. Abitudini e cambiamenti… le buone, ma soprattutto le cattive abitudini non cambiano facilmente. Ciò che risulta sbagliato, nocivo o poco efficace influenza le giornate, i pensieri ed i comportamenti di tutti.
Alla vigilia di una partita delicatissima di campionato, dove verrà a farci visita il Cagliari, si parla con insistenza di cambiamenti, si spera di non veder più ripetere in campo gli stessi errori, le solite sviste fatali, gli stessi movimenti prevedibili e sempre più scontati.
Molte persone invece che concentrarsi su una partita fondamentale a questo punto della stagione, distolgono i loro pensieri sul tema calciomercato, pensando più alle chiacchiere che ai fatti, più alle ipotesi suggestive che all’azione.
Ormai la comunicazione romana è talmente ciclica e prevedibile che non sorprende più nessuno. Analizziamo con estrema lucidità qual’è la reale situazione che si vive da entrambe le sponde del Tevere.
Sul versante giallorosso da questa estate ad oggi si è passati dal classico “vincereeemo vinceeeeremo vinceremo il tricolor” di giugno, a un mercato che ha visto partite giocatori molto forti e amati dalla tifoseria, acquistando tanti giovani promettenti. Lo scandalo esploso dello stadio di stadio di Tor di Valle ed il conseguente arresto del costruttore Parnasi, ha visto rallentare e rinviare quel progetto che viene visto da molti come la panacea per azzerare tutti i mali.
I risultati deludenti e una classifica non esaltante, hanno montato malessere e insoddisfazione, alimentando una contestazione che ha colpito Presidente, dirigenti, allenatore e giocatori. Striscioni attaccati in varie zone di Roma, scritte e insulti verso la dirigenza statunitense sui vari muri della città, fischi e lamentele, vengono ogni giorno sapientemente coperte e nascoste da una stampa sempre più schiava dei poteri forti. L’articolo apparso ieri su Il Fatto Quotidiano, sulle pressioni esercitate dalla dirigenza della società giallorossa al Direttore del Sole 24, le parole dichiarate dai vertici dell’Ordine dei Giornalisti che ne confermano l’esistenza dei fatti, gli accrediti negati allo stadio ai giornalisti che nelle radio locali, hanno approfondito l’articolo sull’alta esposizione debitoria del club e sulle intercettazioni emerse dalla vicenda stadio, sono state come sempre nascoste e coperte, da titoloni e articoli fuorvianti sul tema mercato calciatori e allenatori.
Stranamente però gli scenari apocalittici vengono descritti quotidianamente da mesi solo guardando casa nostra. Tutto viene stravolto e utilizzato contro qualsiasi cosa che abbia gli stessi colori del cielo o rappresenti la Lazio nostra.
Sicuramente da più di un mese non si riesce più a vincere e convincere, ma ciò che viene descritto come il peggior momento storico dal 9 gennaio del 1900 ad oggi, è semplicemente una crisi di risultati causata da vari motivi.
L’immagine più bella della giornata di ieri, non arriva da un locale alla moda o un famoso ristorante, ma direttamente da un luogo di sofferenza: ai Reparti di Oncologia pediatrica e Neurochirurgia infantile del Policlinico Gemelli, sono arrivati dei Babbi Natali speciali a portare per qualche ora sorrisi e doni, a bambini che ogni giorno affrontano una battaglia durissima e faticosissima.
Acerbi, Milinkovic, Badelj e Marusic, hanno rappresentato al meglio non una semplice società di calcio, ma l’unica Ente Morale esistente nel nostro paese.
La speranza è che da domani anche in campo, tornino tutti a rappresentare al meglio quell’aquila che hanno cucita sul cuore. Vincere per tornare a sperare, vincere per tornare a sognare, vincere per tornare a sorridere, vincere per tornare a far sventolare mille bandiere, vincere perché da domenica scorsa su nel cielo accanto al Maestro c’è anche Felice con tutti i nostri angeli che ce stanno a guardà…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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