La lettera del Presidente Buccioni al CONI: “Nel centenario della vittoria della Grande Guerra ricordiamo gli atleti Laziali”. Come anticipato nella puntata di Laziali On Air di giovedì 27 settembre, il Presidente Generale della Lazio ha ricordato il sacrificio degli atleti biancocelesti nella Prima Guerra Mondiale, anche alla luce della rivendicazione ancora pendente dello Scudetto 1915: una storia partita da lontano, con l’idea partorita sulle colonne del “Nuovo Corriere Laziale” nell’articolo “Lo Scudetto Negato” di Gian Luca Mignogna e Fabio Belli, e portata avanti dall’istanza dello stesso avv. Mignogna col supporto del Centro Studi Nove Gennaio Millenovecento, sulla quale la FIGC sarà presto chiamata a esprimere una decisione. Di seguito il testo della lettera:

Preg.mo Dott. Giovanni Malagò – Presidente C.O.N.I.
Foro Italico – Roma

Pregiatissimo Presidente, carissimo Giovanni,

il giorno domenica 4 novembre p.v., la nostra amatissima Nazione Italiana celebrerà il centenario dell’epilogo vittorioso del primo conflitto mondiale che vide coronato il sogno risorgimentale dell’unità del territorio nazionale, conquistata anche simbolicamente con l’ingresso del tricolore del Regno in Trento, Gorizia e Trieste grazie al sacrificio di oltre seicentomila eroici concittadini.

La circostanza davvero eccezionale della ricorrenza mi induce senza esitazioni a ricordare, a te Presidente che, ormai da anni, la Società Sportiva Lazio che ho l’alto onore di presiedere attende la formale conclusione, attraverso l’attribuzione del titolo di Campione d’Italia del Calcio 1915 ex aequo con il Genoa C.F.C., dell’iter procedimentale a suo tempo intrapreso dalla Federcalcio e che ha visto Commissione con carattere di esemplare terzietà, e composta da insigni personalità di ineccepibile rigore morale e scientifico, pronunciarsi in merito senza possibilità minima di dubbio.

Appare utile significare che pubblicazioni di grande spessore scientifico e ricerche condotte per anni senza indulgenza alla mancanza del più puntuale riscontro abbiano «fotografato» il contributo di vite e di forze di cui dirigenti, tecnici, sostenitori ed atleti Biancocelesti si siano resi interpreti:
32 caduti, 63 feriti di cui 13 con lesioni permanenti.

Con minimo margine di approssimazione, affermo che furono circa 350 i soci della Lazio impegnati nel conflitto; tra questi 76 ricevettero decorazioni al Valor Militare. Non a caso, anche con riferimento a detta partecipazione che risultò armonica con la trasformazione del terreno di gioco della Rondinella in orto di guerra, il Sodalizio fu eletto inEnte Morale con Regio Decreto del 2 giugno 1921 n. 907 per meriti sociali e culturali prima ancora che sportivi e ciò su proposta del Ministro dell’Istruzione Pubblica.

Presidente, un centenario, per di più di un evento di portata epocale per l’intero pianeta costituisce occasione irripetibile di verità e di giustizia.

Rendiamo alla Società Sportiva Lazio quello che i suoi uomini hanno legittimamente conquistato sui campi di gioco e moralmente nelle trincee di guerra.

Con la stima e l’affetto di sempre
Antonio Buccioni
Presidente Generale”

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