di Danilo GALDINO

Un’estate fa la storia di noi due, era un po’ come una favola, ma l’estate va e porta via con sè anche il meglio delle favole. La tua strada è là, ma ci dividerà, la mia strada della vacanza segnerà la tua lontananza. Un’estate fa non c’eri che tu, ma l’estate somiglia a un gioco è stupenda, ma dura poco…”
La voce del grande Franco Califano narra ciò che è accaduto negli ultimi undici mesi. Un’estate fa sotto le Tre Cime di Lavaredo ad Auronzo di Cadore, Felipe Anderson era il più in forma del gruppo e dopo la partenza di Keita Balde sembrava dovesse essere il grande protagonista della stagione 2017/18. Poi un infortunio lo ha messo fuori uso per quasi sei mesi, un volto sempre più triste e insofferente, un rapporto che si è incrinato settimana dopo settimana, hanno allontanato il brasiliano sempre più da Formello. Cinque stagioni di alti e bassi, di applausi e critiche aspre, di accelerazioni brucianti e atteggiamenti indolenti. Il brasiliano ha sempre spaccato a metà l’ambiente Lazio, il carattere poco furente è sempre stato il suo tallone d’Achille, ma è anche vero che di “brasiliani teutonici” come Lucas Leiva ce ne sono pochi in circolazione.
Henry Ford è stato uno dei fondatori della Ford Motor Company, società produttrice di automobili, che ancora oggi è una delle maggiori società del settore negli Stati Uniti e nel mondo intero. L’imprenditore americano oltre a guadagnare un capitale stimato intorno ai 199 miliardi di dollari, ed esser diventato la nona persona più ricca della storia, spiegò che: “Qualità significa fare le cose bene quando nessuno ti sta guardando”.
Ecco, in questi giorni la speranza che cullano tutti i Laziali è proprio che il Direttore Sportivo Igli Tare e tutta la S.S.Lazio, stiano lavorando lontani da occhi più o meno indiscreti per apportare qualità ad una squadra che ha fatto molto bene nell’ultimo anno, totalizzato ben 72 punti e vincendo un trofeo come solo la Juventus sa fare in Italia. La nostra Banda Inzaghi dovrà fare sicuramente a meno di 2-3 pedine importanti, come De Vrij e Felipe Anderson. Qualità contro mediocrità, un costante scontro che siamo abituati a vivere in qualsiasi ambito della nostra vita quotidiana.
Speranzosi che dopo diversi errori commessi nel passato, non si rivivano più situazioni depotenzianti e devastanti per un intero ambiente ancora in parte scosso dalla mancata qualificazione in Champions League. La qualità genera qualità, le incertezze generano incertezze, la mediocrità porta mediocrità, un passaggio apparentemente scontato, ma che troppo spesso per vari motivi viene dimenticato da parecchi uomini.
Nei tanti nomi che si susseguono e leggono ogni giorno sui quotidiani sportivi, c’è tanta mediocrità e incertezza ma anche diversa qualità. Il Papu Gomez ad esempio, come soluzione sarebbe qualità certificata e permetterebbe di fare un ulteriore salto di qualità sotto vari punti di vista.
Il Capitano argentino dell’Atalanta è il giocatore più importante di una squadra che stupisce da più stagioni e il personaggio più amato da un’intera tifoseria. Comparando i numeri delle ultime 4 stagioni italiane dei due fantasisti sudamericani, ci accorgiamo che Felipe Anderson ha collezionato 124 presenze e fatto 25 reti, il Papu Gomez dal 2014 con la Dea in 127 presenze ha siglato 32 reti in serie A.
Questa sarebbe una soluzione di qualità certificata e garantita, che genererebbe entusiasmo in tutto il popolo Laziale.
Non rimane che attendere e controllare ogni sviluppo, che minuto dopo minuto ci sarà in questi giorni. La qualità è il fertilizzante dei nostri sogni più belli, la qualità ti permette di avvicinarti e accarezzare i tuoi sogni più grandi, la qualità eleva, accresce e migliora.
Io come tanti altri ammalati inguaribilmente di Lazio, ho imparato a sognare, che non ero bambino, che non ero neanche un’età… c’è che ormai che ho imparato a sognare e non smetterò…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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