di Danilo GALDINO

“Io non voglio cancellare il mio passato, perché nel bene o nel male mi ha reso quello che sono oggi. Anzi ringrazio chi mi ha fatto scoprire l’amore e il dolore, chi mi ha amato e usato, chi mi ha detto ti voglio bene credendoci e chi invece l’ha fatto solo per i suoi sporchi comodi. Io ringrazio me stesso per aver trovato sempre la forza di rialzarmi e andare avanti, sempre…” No, queste non sono le parole rilasciate da Simone Inzaghi o da Massimiliano Farris, al termine della loro centesima partita sulla panchina della Lazio, ma questo pensiero è stato scritto qualche anno prima che nascesse la S.S.Lazio da Oscar Wilde. Siamo nati e cresciuti, dovendo lottare contro tutto e tutti, e oggi ognuno di noi ringrazia se stesso e tutti i figli del suo stesso sentimento, che sono riusciti sempre a rialzarsi e andare avanti, sempre… sì sempre, anche in serate come quella vissuta ieri allo stadio Artemio Franchi. Già precedentemente a Firenze si erano scritte pagine di storia macchiate dall’inchiostro dell’ingiustizia, già nella partita d’andata si erano subiti indecenti torti arbitrali, ma come se non fosse mai successo nulla e con estrema naturalezza, ieri sera il sistema che detiene il potere politico, economico e governativo del giuoco del calcio, aveva deciso di arrestare nuovamente la nostra corsa. L’omicidio perfetto era stato studiato perfettamente: i nomi dei “mandanti” sono ormai più o meno noti a tutti, quello del “killer” stavolta è Damato. Sì, proprio quel Dott. Damato conosciuto da molti per essere un tifoso nerazzurro e frequentatore dell’Inter Club Barletta. La Banda Inzaghi ieri, si sarebbe dovuta fermare proprio nello stesso stadio dove venne fermata ingiustamente la Corazzata di Eriksson quasi vent’anni prima. Bisognava bloccare questa squadra per dare la possibilità alle altre due formazioni in corsa per quei due preziosissimi posti Champions L€agu€ di distanziarla nuovamente in classifica, ma stavolta no… non avevano fatto bene i conti, con la forza dirompente di questo gruppo d’acciaio e di tutta la sua gente. Nessuno dei nostri nemici sportivi poteva immaginare che nel giro di sei giorni questa Banda si rialzasse dopo lo schianto traumatico di Salisburgo, uscisse indenne da un derby preparato in 36 ore e vincesse in rimonta contro la squadra più in forma del campionato per 3-4. Nessuno dei nostri nemici sportivi poteva immaginare che una squadra imbattuta da sette turni e con un solo goal subito in tutte queste gare, fosse travolta pesantemente dalla macchina da reti più prolifica della serie A. Nessuno dei nostri nemici sportivi poteva immaginare che in un mercoledì sera lavorativo, ci fossero 1500 poeti guerrieri biancocelesti in terra gigliata, capaci di annullare e capovolgere il fattore campo. Nessuno dei nostri nemici sportivi poteva immaginare che alla trentatreesima giornata di campionato, dopo averla colpita ripetutamente e vergognosamente alle spalle, questa Banda Inzaghi fosse ancora saldamente sul terzo gradino del podio. La notte appena trascorsa la meritavamo tutti: questi straordinari ragazzi che onorano i nostri colori in ogni occasione, questo staff tecnico che appena sei giorni fa aveva ricevuto insulti e critiche eccessive da qualche tifoso ingrato, la meritavano tutti quei poeti guerrieri che non hanno smesso un solo minuto di seguire e sostenere ovunque questa squadra, lo meritavano i nostri piccoli aquilotti che avevano pianto per quella strana notte austriaca, la meritava tutta la gente come noi… Ormai lo hanno compreso bene i nostri nemici sportivi, la gente come noi, più la combatterai, più si difenderà… Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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