di Danilo GALDINO

Il giornalista statunitense William Hodding Carter scrisse che: “Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali…”
Questo in assoluto è il segreto dell’immortalità del nostro popolo da 118 anni. Una trasmissione continua di amore, tradizioni, ideali e ricordi che avviene continuamente e senza sosta di padre in figlio. Le radici e le ali… ovvero la consapevolezza dell’essere qualcosa di unico e la speranza. Le nostre radici sono profonde e note a tutti, sorgono nella centralissima piazza della Capitale che più di ogni altra è identificativa ed esplicativa della nostra essenza: la libertà. Sono radici talmente profonde e forti che hanno superato mille e più situazioni letali. Le nostre ali sono però fondamentali per permettere a queste preziose radici di continuare a ramificarsi e irrobustirsi sempre più. Le nostre ali da diverso tempo sono messe a dura prova da venti contrari che soffiano insistentemente dall’inizio della stagione. Chi vuole frenare il nostro volo? Chi vuole tarpare le nostre ali?
Ormai il disegno è chiaro a tutti, anche ai meno smaliziati e scaltri, la lobby o se preferite “cricca di amichetti” che si è impossessata del potere, dopo il tonfo eclatante della nazionale italiana contro la Svezia, non si può permettere di avere una società come la Lazio nostra a loro ricco banchetto. Le porzioni sono già state promesse e virtualmente contabilizzate, per proseguire i loro interessi senza alcuna ripercussione o ridimensionamento. Nessuno di loro immaginava che sarebbe stato così complicato quest’anno realizzare il loro progetto, martellare scientemente le presenze più pericoloso utilizzando armi e strumenti come arbitri e il VAR, per scongiurare qualsiasi fuori programma.
Quando hai radici profonde e ali forti, ogni ostacolo può essere superato, ogni dolore può essere sopportato, ogni prepotenza può essere affrontata senza abbattersi mai.
Le nostre ali sono la speranza di credere, di volere, di osare, di lottare per qualcosa di talmente bello e speciale che ci è stato donato da chi ci ama. La speranza bisogna individuarla in ogni lembo di terra che ci circonda, negli sguardi dei tanti bambini che vengono stregati dalla bellezza dei colori del cielo, va cercata negli occhi dei tanti poeti guerrieri che sono sempre accanto a te, la speranza va cercata anche in mezzo al campo, ma non è semplice nel calcio business d’oggi.
Abbiamo bisogno di speranza, come precedentemente è stata vitale per i nostri padri per nutrire un senso d’appartenenza e un’identità di distinzione, la speranza è un fertilizzante e un humus vitale. La serata dell’atro ieri ci ha regalato qualche respiro di speranza, d’aria pulita e rinfrescante. Un blocco unico più forte del mondo intero, un blocco unico granitico composto da una squadra vogliosa e rabbiosa, guidata da tecnici e professionisti dal grande cuore e dalle grandi capacità professionali, sostenuta ad oltranza da un popolo mai domo è abituato alla lotta quotidiana.
I segnali che ci vengono inviati sono inequivocabili, già dalle designazioni arbitrali si intuisce il grado di difficoltà che va aggiunto al valore dell’avversario di turno. Per il delicato confronto di domenica contro la Sampdoria servirà il cuore di tutti, in campo e sugli spalti.
Non sarà semplice, ma la vita quotidiana non è mai stata semplice per il nostro popolo, quindi restiamo sempre attenti, concentrati, motivati e lucidi… UNITI! Fino al 20 maggio, uniti, solo così potremo superare ogni asperità e goderci ciò che più di ogni altro meritiamo di conquistare…
Oggi più di ieri, avanti Lazio… avanti Laziali!!!

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