di Danilo GALDINO

Quanto vale un minuto di vita?
Passiamo la vita a sprecare continuamente minuti preziosi, a correre dietro alle lancette dell’orologio, a perdere ore di sonno guardando il soffitto alla ricerca di una soluzione a qualche impellente scadenza, a domandarci cos’è giusto e cos’è sbagliato, a rimandare appuntamenti e incontri con persone che veramente ti vogliono bene. Passiamo la vita a progettare senza avere il coraggio di realizzare, preoccupandoci sempre troppo del giudizio degli altri e non solo ed esclusivamente del nostro benessere. Passiamo la vita a macerarci su ciò che poteva essere e non è stato, stritolati e soffocati dai rimpianti passati.
Passiamo la vita distratti con i telefoni in mano, snobbando tutto ciò che di straordinario ci circonda, senza gustare più il sapore ed il gusto di un’emozione.
Passiamo la vita a sacrificarci e spendere tutte le energie che possediamo per cose inutili, ad arrabbiarci ed inviperirci per delle banalità, intossicando ed inquinando la nostra anima ed il nostro cuore.
Passiamo la vita a combattere e liberarci dall’egoismo altrui, a star male per l’invidia incontrollabile di persone che meriterebbe solo tanta indifferenza.
Passiamo la vita a prenderci cura con amore estremo di un figlio che cresce troppo velocemente, pregando continuamente che niente e nessuno possa mai fargli del male.
Passiamo la vita prigionieri delle ingiustizie sociali, politiche e sportive, indignandoci e lamentandoci, ma senza mai ribellarsi o provare a cambiare il sistema.
Passiamo la vita a compiacere qualcuno che pensa solo a sfruttarci e che della nostra felicità non gliene fotte nulla.
Ritmi frenetici, stanchezza e conseguente insoddisfazione, annebbiano la vista un po’ di tutti, facendoci dimenticare quanto vale un minuto di vita…
Poi arriva improvvisamente il dolore a ricordarcelo nel peggiore dei modi, stroncando la vita di qualche persona che conoscevi, qualcuno con cui hai condiviso un pensiero, un sorriso, un abbraccio e tanto e tanto altro.
Un dramma ti colpisce sempre alle spalle, lasciandoti spiazzato e inerme, una tragedia arriva senza avvertire e non fa sconti e distinzioni.
Giuseppe amava viaggiare e sorride, amava stare in forma e sorridere, amava la Lazio nostra e sorridere… in ogni occasione in cui lo incrociavi lui sorrideva sempre perché amava vivere o più semplicemente amava… Amava come dovrebbero amare tutti i giovani uomini di 35 anni. La vita però è strana e ingiusta, anche pensando e ripensando non si trova un solo motivo per giustificare o comprendere certe dinamiche.
Giuseppe mentre tornava a casa al termine di un’altra giornata, guidava e sognava come fanno tutto le persone che amano. Sognava il suo prossimo viaggio accanto alla nostra amata, “Next stop: Salisburgo”, immaginava la prossima tappa da vivere insieme a tutti i figli del suo stesso sentimento. Guidava e sognava di poter rivivere le stesse emozioni a cui non voleva rinunciare per nessuno motivo al mondo, ma per mano di un uomo di quasi sessant’anni, talmente ubriaco da prendere contromano il GRA, ha smesso improvvisamente di sognare e fantasticare. Non esiste nessuna logica in tutto questo, non esiste nessun motivo comprensibile… Nel nostro straordinario mondo ci conosciamo più o meno tutti, gli sguardi ed sorrisi che si incrociano continuamente sono familiari. Nel nostro mondo nessun pazzo guidatore ubriaco e incosciente può cancellare un sorriso, nessun esaltato con una pistola in mano che spara da una corsia all’altra di un’autostrada può cancellare un sorriso, nessuno può far dimenticare il sorriso di chi ama, di chi ama come noi…
Quello che si prova non si può spiegare qui, hai una sorpresa che neanche te lo immagini. Dietro non si torna non si può tornare giù, quando ormai si vola non si può cadere più…
Ciao Giuseppe

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