di Danilo GALDINO

La quiete dopo la tempesta è una poesia composta da Giacomo Leopardi e pubblicata per la prima volta nel 1831. Molti di noi conoscono bene quest’opera perché è tra le poesie che vengono fatte studiare a scuola. Nel nostro caso invece è la quiete prima della tempesta. Non è solo un modo di dire, ma dietro alla sensazione della calma prima che si scateni il finimondo c’è una precisa ragione scientifica. Quando si forma una tempesta, l’aria calda e umida viene raccolta dall’atmosfera circostante e sospinta verso le nubi più alte del temporale in arrivo. Successivamente l’aria discende al suolo più mite, asciutta e stabile. In questa maniera, le persone che vivono nella zona in cui sta per scatenarsi il temporale si trovano in una situazione di estrema calma cui farà seguito, però, un repentino cambio di stato. Oggi per noi è un mercoledì mattina apparente calmo, perché dopo i fulmini, i tuoni e la pioggia carica di rabbia scatenatasi al termine della partita di domenica scorsa e protrattasi nelle ultime 48 ore, oggi siamo tutti concentrati esclusivamente sull’ennesimo impegno alla Scala del calcio, sempre contro i rossoneri. La quiete che precede la tempesta, perché la semifinale d’andata di Coppa Italia di oggi è un appuntamento importantissimo di questa straordinaria stagione. Questa Coppa per molti è ormai diventata la “Coppa Lazio”, visto che nelle ultime cinque edizioni la Lazio nostra è arrivata ben tre volte in finale. Tutto il popolo biancoceleste è particolarmente legato a questo trofeo, che abbiamo vinto già sei volte nella nostra storia e si disputa ogni anno nel nostro stadio Olimpico. Ieri sera la Juventus ha battuto l’Atalanta a Bergamo per 0-1 nel primo round dell’altra semifinale, ipotecando l’accesso all’ennesima finale di Coppa. Negli ultimi tre anni i bianconeri hanno alzato sempre il trofeo al cielo: nel 2015, 2016 e 2017. Il Milan è una buona squadra, con ottime individualità, ha speso più di 200 milioni di euro appena sei mesi fa, in campionato ha una classifica che gli permetterà al massimo di strappare una qualificazione alla prossima Europa League e, soprattutto, ricordiamo bene le parole che disse l’ex Presidente della FIGC Carlo Tavecchio esattamente il 3 gennaio 2017, esprimendo il pensiero di tutti i governanti del calcio italiano: “Il nostro calcio non è in fase di declino, ma dobbiamo recuperare la carenza di Milano. Non è soltanto la città, ma rappresenta una regione intera. Con la sua storia, Milano non può essere assente da un palcoscenico europeo dove, con tutto il rispetto per Roma, Napoli e Torino, per ora ha una superiorità organizzativa. Inoltre le milanesi hanno una grandissima cultura della vittoria“. Non sarà affatto semplice superare i rossoneri, servirà l’appoggio ed il sostegno dei poeti guerrieri biancocelesti che sono in viaggio verso la città lombarda e di tutto il popolo Laziale nella partita di ritorno del 28 febbraio. Servirà una tempesta di rabbia, ardore, furore, grinta e coraggio in campo e sugli spalti. Servirà la stessa forza che spinse l’Arcangelo Michele a sconfiggere e scacciar via Satana verso gli inferi. Servirà essere più forti di chi ha il desiderio e la necessità di far partecipare ad ogni costo alle prossime competizioni europee tutte quelle squadre con esagerate esposizioni debitorie. Servirà essere più forti dei falli di mano non visti e sanzionati, del VAR che funziona a intermittenza o a gettone, dei cartellini gialli sventolati come bandiere, di chi prega e spera in un nostro ennesimo passo falso. Consiglio spassionato: godetevi questa mattinata di quiete e preparatevi in vista di una notte tempestosa. La quiete dopo la tempesta potrebbe tornare già da domani mattina, prima servirà vivere una notte da cuori impavidi, un’altra notte da Laziali… Saremo più forti del nostro destino! Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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