Carlo Regalia è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Un parere sul lavoro di Igli Tare: “Ha la grande dote di saper lavorare in silenzio, senza voler fare una critica ma una constatazione, alcuni altri nostri colleghi sono più bravi nell’apparire che nel fare. La Lazio ogni anno sa vendere in maniera eccellente ottenendo risultati superiori all’anno precedente. I risultati ottenuti nel calciomercato sono sotto gli occhi di tutti, è stata costruita una Lazio sicuramente all’altezza delle più forti sia in campionato, sia nelle Coppe.

Il colpo più appariscente è stato senz’altro quello di Milinkovic-Savic: “L’importante è sempre il lavoro della società alla base, lavorando alla Lazio e al Bari mi sentivo davvero appagato. Venivo sempre criticato quando prendevo giocatori e quando li vendevo, ma era una grande soddisfazione scegliere ragazzi in Serie C e portandoli in grandi squadre. Mi ricordo che quando ho portato Zambrotta e De Ascentis al Bari ci fu una sollevazione popolare. Poi Zambrotta è stato pagato 30 milioni di euro, 12 De Ascentis. Un altro direttore sportivo da elogiare è Sartori, che dopo aver fatto miracoli col Chievo sta facendo grandi cose anche all’Atalanta.

Cosa la convince in particolar modo della squadra? “La Lazio è squadra in tutto e per tutto e di questo bisogna dare merito a Simone Inzaghi. La squadra prende il carattere dell’allenatore e a questo non si sfugge, vedere giocare la Lazio è rispecchiarsi in come giocava Inzaghi da calciatore. Quando la Lazio segna reagisce come se avesse fatto lui gol, non si accontenta e soffre per la squadra. Ha il fuoco che avevano allenatori d’altri tempi come Oronzo Pugliese, che seguiva i suoi giocatori sulla fascia laterale correndo con loro durante le partite.

Su Lucas Leiva e Immobile: “Secondo me Lucas Leiva è di un giocatore di un’importanza enorme, ha confermato in pieno quello che avevamo previsto sulla bontà del suo acquisto. Sono pochi i calciatori che sanno portare esperienza e qualità nella stessa misura, in un contesto di alto livello. Nelle squadre di metà classifica le sconfitte trasmettono meno problemi, sono le squadre che devono vincere sempre in cui emergono i giocatori di razza. Io ricordo Marco Materazzi che aveva queste caratteristiche, già nel settore giovanile della Lazio si fermava ad allenarsi fuori orario e pur di giocare è passato al Tor di Quinto: questo l’ ha fatto diventare campione d’Europa con l’Inter e Campione del Mondo con la Nazionale. E’ un discorso che vale anche per Immobile, la rabbia con cui si allena è l’indice del suo essere campione. Vale Beppe Signori, che è stato il mio ultimo acquisto alla Lazio.”

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