In una lunga intervista rilasciata al Corriere dello Sport-Stadio, l’allenatore della Lazio Simone Inzaghi ha ricordato la conquista dello Scudetto del 2000, di cui domani cadrà il ventesimo anniversario, con un pensiero ad un’impresa da rincorrere anche con l’eventuale ripresa del campionato:

“Il mio primo pensiero va al momento in cui è finita la partita con la Reggina e abbiamo cominciato a seguire quella del Curi. Eravamo tutti nello spogliatoio, mi spostai davanti a un monitor, accanto a me avevo Pancaro e Conceicao, volvevamo vedere la diretta tv, il tempo non passava mai. Ricordo il tripudio nello spogliatoio nel momento dello Scudetto.”

“Quando il campionato ripartirà cercheremo di farci trovare pronti anche se sarà difficile, come fare un altro ritiro. E poi giocheremo una volta ogni tre giorni. Se il campionato non si fosse fermato, avremmo giocato una partita a settimana, cambierà tutto. Quello che stavamo facendo quest’anno è qualcosa di straordinario, grazie ai giocatori in primis, alla società che non ci fa mancare nulla, ai nostri splendidi tifosi, perché nelle ultime partite giocare all’Olimpico o in trasferta non faceva differenza.”

“Cragnotti mi portò a Roma, se non ci fosse stato lui non avrei fatto il resto. E’ stato importantissimo Cragnotti prima così come lo è Lotito adesso. Sono i due presidenti che ricordo. Cragnotti mi ha fatto arrivare da giocatore e Lotito è quello che mi ha dato la possibilità di arrivare a questi livelli da allenatore.”

“Sarebbe la stessa emozione vincere lo Scudetto da allenatore dopo averlo fatto da giocatore? E’ una bella domanda, mi piacerebbe un giorno rispondere… Oggi lo vivrei in modo diverso ma sempre con intensità, avevo 23 anni, ora 44. Posso dire di aver provato grandissime emozioni a vincere le Coppe, ma devo essere sincero, ricordo volentieri anche i trofei con la Primavera. Tutti sanno cosa sogniamo ora, ma non voglio dire niente, proprio come il 14 maggio del 2000 prima di scendere in campo…”