di Danilo GALDINO

“Vincere non è importante: è la sola cosa che conta…”
Queste parole di Giampiero Boniperti sono impresse sulla parete d’ingresso dello Juventus Museum, per far capire immediatamente a tutti qual è la mentalità della squadra più titolata d’Italia.
Mentalità… parola spesso utilizzata da molti senza che ne conoscano realmente il significato.
Il vocabolario della lingua italiana spiega:
MENTALITÀ VINCENTE: quella di chi ha sempre l’obiettivo di vincere.
Chi ha sempre l’obiettivo di vincere non si stanca mai, non si adagia mai, non snobba mai niente e nessuno, si mette continuamente in discussione. Chi ogni giorno azzera il contagiri delle motivazioni e ricomincia a spingere forte sull’acceleratore, chi combatte e supera gli ostacoli rincorrendo costantemente la chimera della perfezione.
In ogni ambito professionale, lavorativo e sportivo, c’è chi si limita a chiacchierare, a sparlare, a criticare, a lamentarsi e cercare alibi per mascherare limiti e incapacità, e chi invece se ne frega del ronzio delle mosche e lavora solo e soltanto per raggiungere l’unica cosa che conti davvero: LA VITTORIA!!!
La nostra città e in particolar modo la comunicazione che si occupa della Lazio nostra, è infestata di fastidiose mosche, mosconi e lombrichi vari, che provano ogni santissimo giorno a distogliere le attenzioni dall’unica cosa che veramente conta e che porta gioia: LA VITTORIA!!!
Questa Banda Inzaghi da otto giornate di campionato, sa solo vincere e convincere: gioca, lotta, reagisce, rimonta e soprattutto non si arrende mai.
Sentire in queste ultime ore parlare di recupero eccessivo; di inesistenti aiuti e favori arbitrali; di un Claudio Lotito potente e influente uomo della politica calcistica italiana capace di spostare partite e montagne; di una Lazio esclusivamente fortunata e sostenuta dalle lobby di potere, fa ridere e godere… godere e ridere… stanno veramente impazzendo tutti e la doppia rimonta consumatasi tra il 93’ e il 97’, ha fatto emergere tutto il disagio e la frustrazione covata negli ultimi anni.
Immaginatevi tutte quelle persone che sono rimaste segnate a vita dal 26 maggio 2013, tutti coloro che continuano ininterrottamente a vedere alzare trofei da undici anni e che prendono sempre più atto del radicale cambio di egemonia sportiva cittadina consumatasi negli ultimi vent’anni.
Molti tifosi, ma anche la stragrande maggioranza degli addetti ai lavori, ogni volta che guardano la classifica, iniziano ad avere crisi isteriche ed improvvisi stati d’ansia.
A completare la tortura perfetta arriva l’ennesima finale giocata dalla Lazio nostra… un’altra occasione per indossare la sciarpa della tanto odiata/amata Juventus.
Negli ultimi ventuno anni siamo la squadra italiana che ha disputato più finali tra competizioni nazionali ed europee: ben 20… praticamente quasi una l’anno.
Alla vigilia della partenza per Riad, si cerca in tutti i modi di non celebrare lo straordinario campionato della Banda Inzaghi, alimentando polemiche demenziali. Tutto questo solo per destabilizzare o far innervosire un ambiente che cammina a tre metri da terra, anzi a tre metri dalla vetta…
Fortunatamente a capitanare la nostra Banda di Laziali, c’è un allenatore intelligente, preparato e capace, che conosce perfettamente da più di vent’anni la nostra città e tutti i riflessi positivi e negativi che produce.
Next stop: Riad
Prossima fermata: Juventus
Questa Banda di fantastici Laziali ha bisogno di estremo sostegno, supporto e protezione dai vari dardi, dalle lance e dalle frecce, che gli vengono scagliate costantemente contro da avversari e nemici più o meno dichiarati.
Domenica sarà un’altra occasione per godersi una splendida giornata di brividi forti e voglia di gridare Lazio. Si giocherà in un paese lontano, contro la squadra più forte e potente d’Italia. La Juventus che negli ultimi anni ha disintegrato ogni avversario e ogni record, la Juventus che paga stipendi faraonici ai suoi tanti campioni, la Juventus che mira a diventare regina d’Europa, la Juventus… che ha perso tre volte negli ultimi due anni solamente contro la Banda Inzaghi.
Ci sono tutti i presupposti per vivere un’altra giornata da protagonisti assoluti, sotto lo sguardo di tutti i tifosi di calcio d’Italia.
Noi in campo, tutti gli altri davanti la tv…
Accada quel che accada, continuiamo a sognare felici e goderci questo straordinario momento. “Ho imparato a sognare che non ero bambino, che non ero neanche un’età…
C’è che ormai che ho imparato a sognare non smetterò…”
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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