di Danilo GALDINO
“Copernico ha rovinato l’umanità, irrimediabilmente. Ormai noi tutti ci siamo a poco a poco adattati alla nuova concezione dell’infinita nostra piccolezza, a considerarci anzi men che niente nell’Universo. Storie di vermucci ormai, le nostre”.
Luigi Pirandello prendendo spunto dalla teoria copernicana, spiegò ciò che può fare su molte menti labili e facilmente condizionabili una teoria, una scuola di pensiero o un comportamento esercitato a proprio piacimento da chi detiene un potere. Far credere di essere piccoli al cospetto di cose grandi e apparentemente irraggiungibili.
Indebolire l’autostima del prossimo, sfiancare le passioni, soffocare gli interessi e depotenziare tutto ciò che può essere considerato un pericolo, è ciò che viene fatto da moltissimo tempo in vari ambiti della vita quotidiana. Qualcuno in modo costante martella noi Laziali con messaggi e notizie di ogni tipo, tirandoci in ballo continuamente, facendoci credere che essere piccoli al cospetto di un universo molto più grande di noi, è la giusta dimensione per una realtà come la nostra. Siamo accerchiati, siamo una realtà scomoda da quel rifiuto del 1927. Noi sappiamo bene come stanno le cose e senza mai abbassare la guardia cerchiamo di rispondere colpo su colpo, sovvertendo tutti i pronostici sfavorevoli, che ci voglio piccoli al cospetto di realtà apparentemente più grandi. L’unico modo che abbiamo per cambiare le cose è lottare, continuare a lottare partita dopo partita, giorno dopo giorno.
In queste ultime quattro stagioni uno dei meriti e dei successi più importanti conquistati dal Mister Simone Inzaghi e da tutto il suo staff, è proprio quello di aver creato un vero gruppo unito, granitico e coeso, o come si definiscono loro: una famiglia. Una vera Banda di ragazzi che si comportano da Laziali, felici e orgogliosi di giocare con l’aquila sul cuore, vicini alla propria gente come fossero nati e cresciuti tra i vicoli e le piazze della nostra città.
La Lazio dei Laziali, plasmata da Inzaghi è una spina nel fianco, un fastidio costante per tutte quelle persone che sono costrette a parlare e scrivere tutti i giorni di Lazio per uCirn lavoro che gli è stato assegnato da un Direttore o un Editore. Persone nate e cresciute in Sicilia, in Toscana, in Abruzzo o chissà dove, senza sapere minimamente cosa sia il mondo Lazio e cosa significhi essere Laziale.
Chi scrive e si occupa delle vicende sportive dell’altra squadra di questa città, 9 volte su 10 ha trascorsi da tifoso e parecchi abbonamenti giallorossi dei vari settori dell’Olimpico chiusi nel cassetto di casa. La genesi di tutti i problemi che siamo costretti a vivere ogni giorno, causati da una comunicazione che da decenni è estremamente sbilanciata e faziosa, è racchiusa in questo importante aspetto.
Chi non conosce la Lazio nostra e non l’ha mai vissuta, non può comprendere pienamente quanto sia importante vedere alcuni comportamenti spontanei e sinceri di un Mister Laziale come noi e di tutti i suoi ragazzi.
Chi non ha mai amato un ideale trasmessogli da suo padre, attacca senza scrupolo, infierisce senza remore, inventa senza porsi alcun problema.
Nelle prossime settimane proveranno a spegnere l’entusiasmo riacquistato a suon di vittorie importanti e faranno di tutto per indebolire le nostre certezze. L’unico modo che abbiamo per contrapporci a tutto questo è vincere, vincere e ancora vincere… lo sappiamo bene noi e lo sanno anche tutti i nostri ragazzi.
Ogni giorno l’immagine della Lazio e dei Laziali deve essere sporcata, mortificata è compromessa, per dare ancora più risalto a quella di altre realtà.
In quest’ultima settimana però si sono dovuti arrendere alla grandezza e al cuore dei nostri due fratelli d’Italia: Ciro&Ace.
In campo come all’evento benefico dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù sono stati protagonisti assoluti. Belli, sensibili, educati, forti, amati e rispettati da tutti… i nostri alfieri e rappresentanti di oggi, fanno invidia a tutti.
In molti sperano che domenica a Reggio Emilia contro il Sassuolo arrivi un nostro passo falso, per sottrarci il ruolo di protagonisti che ci siamo presi prepotentemente sul campo da gioco e fuori nell’ultimo mese, mettendo in fila quattro vittorie consecutive, sfoderando prestazioni in campionato e in nazionale da applausi.
Noi siamo la Lazio… Noi siamo i Laziali… siamo nati protagonisti e moriremo allo stesso modo, quindi chi ci vuole relegare ad un ruolo da comparse o comprimari, deve sapere che non avrà mai vita facile con noi.
In un mondo che prigioniero è, respiriamo liberi, io e te.
In un mondo che non ci vuole più, il mio canto libero sei tu…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!