Walter Novellino è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Simone Inzaghi allena la Lazio da tanti anni, può capitare che i calciatori vivano in alcune fasi quasi di appagamento, momenti di scarsa attenzione ai particolari. E questi sono aspetti che si pagano, la mancanza di concentrazione ha sempre un prezzo. La Lazio ha giocatori di grande qualità e qualcuno sotto l’aspetto fisico può scontare qualche difficoltà. La società ha comunque allestito una squadra completa, col 3-5-2 di Simone Inzaghi la rosa si sta ritrovando, superando la condizione non ottimale, inizialmente, di alcuni giocatori.

Immobile è uno degli attaccanti più bravi in circolazione in questo momento, proprio grazie alla sua capacità di garantire sempre un grande contributo in termini di reti realizzati. E’ un calciatore che mi piace particolarmente, non offre punti di riferimento agli avversari ed è l’attaccante che tutti vorrebbero avere proprio per questa sua caratteristica e per la sua capacità di lavorare nella squadra. Non avevo dubbi neanche sull’esplosione di Correa, le sue doti erano evidenti anche quando segnava meno.

Quando Acerbi giocava nella Reggina, tanti anni fa, lo indicai come miglior giocatore della squadra amaranto, mi piaceva la sua capacità di uscire dalla difesa palla al piede. E’ un leader difensivo, che si inserisce e azzecca i tempi di tutte le giocate, e anche un giocatore dalle grandi qualità morali, può essere decisivo anche in Nazionale.”

Sulla situazione del Napoli mi sono fatto l’idea che la società ha il diritto e il dovere di richiamare la squadra in un momento di difficoltà, intervenendo ordinando il ritiro. Mi è dispiaciuto osservare la reazione dei giocatori, è la prima volta che si crea un caso di questo tipo: massimo rispetto per tutti ma bisogna essere professionisti sempre, non solo quando si firma un contratto. Chiaro che bisognerebbe conoscere nel dettaglio la situazione, ma le direttive della società andrebbero sempre osservate, soprattutto quando la scelta della società era votata a compattare il gruppo in un momento di difficoltà.

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