di Danilo GALDINO

Il calcio come la vita è spietato… non ammette disattenzioni, è cinico e non lascia spazio ai se ed i ma.
Il calcio come la morte è spietato… non bada troppo ai convenevoli, non guarda in faccia a nessuno, non fa sconti e distinzioni.
Il calcio come qualsiasi altro sport, lascia spazio a mille interpretazioni, a giudizi ed opinioni di ogni genere, ma non ammette scuse.
Il calcio è come il poker, chi vince si prende tutto il piatto, senza badare troppo a chi aveva le carte migliori in mano o chi ha fatto il gioco migliore.
Ieri sera in campo è stata l’ennesima partita dei rimpianti, delle occasioni mancate, di un risultato troppo pesante per quello che avrebbe meritato la squadra per il gioco espresso. La Lazio nostra per lunghi tratti è stata tosta, maschia e gagliarda, ha dimostrato personalità e carattere, ha giocato un buon calcio e non si è fatta intimidire da uno stadio di 61.000 posti sold out. Sicuramente meritava di tornare a casa con qualche punto in tasca, ma il cacio insegna che se non chiudi mai una partita quando ne hai l’occasione, è giusto che perdi.
Il calcio insegna che se ti distrai in area di rigore e lasci saltare tranquillamente e indisturbato un marcantonio di quasi due metri è giusto che perdi.
Il calcio insegna che se arrivi puntualmente davanti al portiere avversario e manchi l’occasione di chiudere la partita, come è accaduto dall’inizio della stagione a Correa contro gli altri al derby, contro l’Inter a Milano, contro il Bologna di Sinisa o ieri sera in terra di Scozia, è giusto che perdi punti preziosi e occasioni importanti.
Ieri sera per l’ennesima volta gli unici che non hanno avuto amnesie, cali fisici e mentali, sbandamenti o black-out, o che si sono fatti intimidire o condizionare, sono i Laziali.
I 1500 poeti guerrieri biancocelesti hanno zittito ben 60.000 scozzesi a casa loro, nel loro “The Paradise”. Percorrere 5.000 chilometri tra viaggio d’andata e ritorno, camminando a petto in fuori per le strade di Glasgow, azzerando i decibel dei tifosi locali, spinti da un amore incondizionato che rende invincibili e insuperabili… il nostro straordinario popolo è il vero fuoriclasse a cui aggrapparsi sempre e che non tradisce mai.
In campo la Banda Inzaghi si è battuta e ha lottato per tutta la partita, dimostrando di poter tenere testa ad una squadra dal grande blasone, ma piena di limiti tecnici e senza grandissimi fuoriclasse. Adesso non si può più sbagliare, le prossime due partite in casa contro gli scozzesi ed i rumeni che ci precedono in classifica, devono essere assolutamente vinte. Se veramente si desidera approdare ai sedicesimi di finale e proseguire a vivere serate speciali come ieri sera, non servono troppi calcoli o ragionamenti particolarmente cervellotici.
Il calcio non è una scienza, ma è un gioco semplice da capire, molto più di quello che si pensa: il portiere deve parare quando viene chiamato in causa, l’attaccante deve segnare ogni volta che ha l’occasione per farlo e tutta la squadra deve applicare al meglio i dettami tattici dell’allenatore perché è uno sport di squadra e non individuale.
Non serve abbattersi e scoraggiarsi ora, perché tutto è ancora recuperabile e realizzabile, in Europa come in Italia. Tra 72 ore si torna nuovamente in campo a Firenze, troveremo un altro stadio sold out ad attenderci, troveremo una squadra giovane e con diversi talenti ad aspettarci, troveremo un’intera città che non ci ha mai voluto bene.
Adesso servono palle d’acciaio e sangue freddo, ora bisogna tornare a vincere e dimostrare che le qualità non mancano. Sono passati 22 giorni dall’ultima vittoria sofferta in rimonta contro il Rennes in Europa League, ne sono passati 27 dall’ultimo successo in campionato contro il Genoa. Una squadra che ha l’ambizione di raggiungere certi traguardi, non può stare tutti questi giorni a digiuno di vittorie. Serve un acuto, serve una scossa, serve un’impresa importante per ripartire.
Firenze potrebbe essere questa occasione…
Nessun rimpianto, nessun rimorso, se penso a quanta strada ho fatto per te, per te che sei la mia vita…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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