di Danilo GALDINO

“Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali…”
Ogni volta che varcare i cancelli i dello Stadio Olimpico e salite quei gradini che vi portano dritti nella vostra confort-zone, non dedicatevi esclusivamente a ciò che regala il campo di gioco, ma con i vostri occhi osservate lo straordinario spettacolo che si sviluppa intorno a voi. Tra tanti figli del vostro stesso sentimento di ogni età, ci sono moltissime storie che racchiudono romanticismo, poesia, amore ed eternità.
“Ci sono due cose durature che possiamo lasciare in eredità ai nostri figli: le radici e le ali…”
Questo in assoluto è il segreto dell’immortalità del nostro popolo da 119 anni. Una trasmissione continua di fede, tradizioni, ideali e ricordi, che avviene continuamente e senza sosta di padre in figlio, che si condivide tra un anziano nonno accompagnato sotto braccio da un giovane nipote, tra due fratelli o due sorelle che felici ed orgogliosi camminano tenendosi per mano, tra un amico o un figlio premuroso che accompagnano un Laziale indomito su una sedia a rotelle. Le radici e le ali… ovvero la consapevolezza dell’essere qualcosa di unico e la speranza. Le nostre radici sono profonde e note a tutti, sorgono nella centralissima piazza della Capitale che più di ogni altra è identificativa ed esplicativa della nostra essenza: la libertà.
Sono radici talmente profonde e forti che non gelano mai, radici che hanno superato mille e più situazioni letali. Le nostre ali sono però fondamentali per permettere a queste preziose radici di continuare a ramificarsi e irrobustirsi sempre più.
Le nostre ali sono la speranza di credere, di volere, di osare, di lottare per qualcosa di talmente bello e speciale che ci è stato donato da chi ci ama.
Dietro ad ognuno di noi c’è una storia fatta di insegnamenti, aneddoti raccontati, sacrifici vissuti come un irrinunciabile piacere, dolori mitigati dal sentimento e dal ricordo, continue condivisioni, attimi ed istantanee che si porteranno sempre nell’album delle emozioni incancellabili.
Dentro ad ogni storia c’è qualcosa che emoziona, che penetra nella pelle ed arriva dritta al cuore. Una storia di Lazio va sempre rispettata, mai sminuita o peggio ancora derisa superficialmente.
In tanti hanno da sempre provato ad analizzare i nostri comportamenti, ma è impossibile trovare risposte per chi non vive il nostro mondo.
“Perché un adulto non dovrebbe andare pazzo per qualcosa? No, devi metterti un secchio in testa e se non lo fai la gente si sente in diritto di dirti quello che vuole. Che sei un immaturo, un idiota, che la tua conversazione è banale e noiosa, che non riesci a esprimere i tuoi bisogni emotivi, che non riesci a relazionarti con i tuoi figli, e alla fine morirai triste e solo, ma in fondo che diavolo, anche una nuvola di pioggia ha i suoi contorni d’argento.
Non è facile diventare un tifoso di calcio, ci vogliono anni, ma se ti applichi ore ed ore, entri a far parte di una nuova famiglia, solo che in questa famiglia tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose. Cosa c’è di infantile in questo?”
Tutti quanti noi siamo un po’ come Nick Hornby e siamo inguaribilmente ammalati di una febbre che va ben oltre 90 minuti.
A noi bastano cose semplici per essere felici e sereni, vedere la Lazio nostra vincere ed onorare sempre la maglia di cui siamo pazzamente innamorati; farlo allo stadio insieme a tutte quelle persone che fanno parte della nostra grande famiglia; lasciare problemi, responsabilità e tutto ciò che rende la quotidianità pesante e faticosa, fuori dalla nostra testa per qualche ora. A noi piace inseguire sogni e alimentare la fiamma della speranza. Sì, quella speranza che questi ragazzi guidati da un giovane Mister Laziale, stanno alimentando da quattro stagioni.
Stasera non saremo in tanti a sostenerla in questa prima uscita casalinga di Europa League contro i francesi del Rennes, ma ugualmente l’amore si farà sentire in ogni minuto che passerà, accompagnando la Banda Inzaghi durante ogni azione.
La speranza è l’essenza della vita e bisogna individuarla in ogni lembo di terra che ci circonda: è negli sguardi dei tanti bambini che vengono stregati dalla bellezza dei colori del cielo, è negli occhi spavaldi dei tanti poeti guerrieri che non tradiscono mai, è in tutte quelle bandiere che sventolano in ogni stadio d’Italia e d’Europa. La speranza è nelle rughe che solcano il viso di quei meravigliosi Laziali dai capelli d’argento e sui sorrisi di chi vive continuamente come un eterno fanciullo.
Anche stasera, ricordati dovunque sei, se mi cercherai, sempre e per sempre, dalla stessa parte mi troverai…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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