Italo Cucci è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Nell’operare di Lotito e Tare mi pare non ci sia molto di nuovo: il bello del finale della stagione, la conquista di una Coppa Italia che è un trofeo bello e fascinoso e non più il “portaombrelli” di cui si parlava anni fa, lascia spazio ad una fase un po’ nebulosa ma che viene gestita da Tare che non è un pollo, non corre dietro le smanie di procuratori vari ma lavora in silenzio e spesso ottiene buoni risultati. Forse ai tifosi mancano i campionissimi favolosi da 100 milioni che sono sui giornali per altri club, ma poi alla fine quelli non arrivano mai e la Lazio ha sempre la sua squadra.

Riguardo Milinkovic-Savic resto fermo nell’idea che se davvero avevano offerto le cifre di cui si parla un anno fa alla Lazio, il giocatore andava portato in braccio a destinazione. Un calciatore non vale mai cifre del genere, 100 milioni sono tantissimi e credo che ora come ora sia abbastanza difficile arrivare alla metà: quello di dire “ho fatto un sacrificio a non cedere a 100 milioni” è quello che fa De Laurentiis che spesso fa battute di spirito.

Simone Inzaghi è uno di casa, sa quello che deve fare che se non ci riesce non lo piglieranno a pedate. Tre anni fa quando venne fuori il discorso di Bielsa dissi: per carità, tenetevi Inzaghi perché è uno che sa dove mettere le mani e la testa, con un comportamento più che dignitoso dal punto di vista tecnico e dell’appartenenza: è laziale e rispecchia lo spirito del club al quale appartiene.

Il Napoli ha avuto comunque un’ottima difesa quest’anno, e Koulibay rientra nel novero di tutti i giocatori che vanno portati a nuoto per 100 milioni. Una difesa strepitosa consente alla squadra di esprimersi serenamente e credo che Ancelotti voglia costruire quello, avendo garanzie da innesti che giocatori come Albiol magari non riuscivano più a dargli. Una difesa solida aiuta anche a far esprimere meglio il potenziale offensivo.

Alla Juve ogni tanto qualcuno si mette in testa di assecondare gli input mediatici, che parlando di gioco e sperimentare qualcosa di nuovo. E’ già successo in passato, con Maifredi, Carniglia ed altri: il DNA della Juventus non lo stabilisce Andrea Agnelli ma la storia, ed è vincere. Sarri ha detto di aver studiato la famosa frase vincere e convincere, ma secondo me chi vince convince automaticamente. Sarri a Napoli ha espresso gioco ma non ha vinto buttando via di fatto tre Coppe alle quali quasi non ha voluto partecipare. Di sicuro mandare via un allenatore come Allegri che ha vinto 5 Scudetti di fila è una baggianata.

Padre Dante diceva: nave senza nocchiero. E’ una frase che calza a pennello per la Roma: sento parlare di Baldini, ma evidentemente manca un comando che stabilisca cosa e come si deve fare. Per ora si deve registrare una grande confusione, mi sembra di rivedere la Lazio si un bel po’ di anni fa: la Capitale è molto appassionata e a volte attraversa momenti drammatici per le sue squadre, credo che la Roma aggiusterà le cose a patto di capire chi comanda.

 

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