di Danilo GALDINO

“Niente ferisce, avvelena, ammala, quanto la delusione. Perché la delusione è un dolore che deriva sempre da una speranza svanita, una sconfitta che nasce sempre da una fiducia tradita cioè dal voltafaccia di qualcuno o qualcosa in cui credevamo. E a subirla ti senti ingannato, beffato, umiliato. La vittima d’una ingiustizia che non t’aspettavi, d’un fallimento che non meritavi. Ti senti anche offeso, ridicolo, sicché a volte cerchi la vendetta. Scelta che può dare un po’ di sollievo, ammettiamolo, ma che di rado s’accompagna alla gioia e che spesso costa più del perdono…”
La scrittrice Oriana Fallaci spiegava perfettamente cosa è in grado di fare la delusione.
La delusione è uno stato d’animo che nasce dopo aver constatato che una determinata persona non era come si pensava. Ma la delusione non è solo in considerazione di persone, bensì di speranze, aspettative, che si erano costruite nel nostro cervello in un determinato modo e che non si sono rivelate tali.
Nel corso della nostra vita a tinte biancocelesti diverse volte siamo rimasti delusi da sconfitte sul campo di gioco, da promesse non mantenute, da comportamenti e atteggiamenti ambigui, da scelte dettate da interessi personali, dal cinismo di qualcuno. Ci hanno deluso o fatto del male: istituzioni, arbitri, proprietari, dirigenti, allenatori e calciatori, ma tutto scorre e tutto passa ininterrottamente da 119 anni, semplicemente perché l’amore si auto rigenera continuamente e supera ogni ostacolo.
Ad esempio, Stefan De Vrij tredici mesi fa ci tradì e deluse. Per intere settimane nei mesi che precedevano il 20 maggio 2018, fu al centro di dibattiti, sondaggi e discussioni tra noi tifosi. Dopo quella maledetta serata persa contro l’Inter, seguì le orme di altri giocatori che ci delusero precedentemente come Candreva, Biglia, Keita, Hernanes e tanti altri. Dietro all’apparente male, però c’è sempre del bene. In questo caso per tutti noi, il bene ha avuto un nome e un cognome: Francesco Acerbi!
Per un ottimo e fragile difensore olandese che ci deluse e partì, arrivò quello che sarebbe diventato in breve tempo un vero leader di questa Banda Inzaghi. In pochi potevano immaginare che in questi ultimi dodici mesi il cambio sarebbe stato così vantaggioso e ben riuscito.
De Vrij era andato a Milano per vincere più di quello che aveva vinto con la Lazio nostra, ma invece è stato Francesco Acerbi con l’aquila sul cuore, ad alzare un trofeo in cielo quest’anno. Stessa sorte è toccata a Felipe Anderson, dopo cinque anni nella Capitale, è voluto andare in Premier League. Al suo posto è arrivato quel talento argentino di 24 anni che ha incantato con colpi d’alta classe e accelerazioni devastanti. Correa al suo primo anno con la Lazio nostra, ha già scritto il suo nome sui libri di storia, siglando una rete da cineteca nella finale di Coppa Italia contro l’Atalanta.
Ripensando alla scorsa estate, dovremmo approcciarci a questo mercato con la giusta dose di tranquillità e fiducia.
Sicuramente le delusioni indeboliscono, rendono le menti più labili e condizionabili, in diversi casi creano dei veri e propri vuoti di memoria, facendo perdere di vista la realtà e cosa si è fatto nel corso del tempo. Tutti possiamo essere delusi da una mancata qualificazione in Champions League, da un ottavo posto in classifica, o da qualcosa che si sperava di raggiungere, ma non dobbiamo permettere che si stravolga o strumentalizzi a proprio piacimento quello che è veramente accaduto nel corso del tempo. Siamo l’unica squadra insieme alla Juventus che anche per questa stagione ha impresso il proprio nome sull’albo d’oro.
Quest’anno ci saranno due fasi del calciomercato, la prima fatta di 3-4 acquisti e qualche cessione come quella dei due giovani talenti portoghesi Neto e Jordao. La seconda fase si svilupperà in base all’uscita di un big come Milinkovic Savic che potrebbe permettere di sviluppare altri 2-3 colpi d’alto livello per finire di potenziare un organico già buono.
Attraverso un certo tipo di campagna mediatica, sicuramente si cercherà nel corso di questa estate, di dissipare l’entusiasmo e la gioia riconquistata dopo la settima Coppa Italia vinta poco più di un mese fa. Lavoreranno incessantemente per far evaporare gradualmente le convinzioni e l’autostima conquistate negli ultimi tre anni. Un popolo biancoceleste festante e felice, è un’immagine che fa male a tutte quelle figure che operano costantemente per allontanare i Laziali dallo stadio e dalla propria passione.
Le prossime giornate saranno intense e spesso snervanti, ma come sempre non rimane che immergerci nel nostro mondo, fatto d’amore incondizionato, fratellanza ed estremo sostegno, armarci di pazienza e tenacia, per difendere ciò che ci fa palpitare forte il cuore.
Io come te, di risposte non ne ho mai avute, e mai ne avrò, di domande ne ho quante ne vuoi, e tu, neanche tu ci fermerai, neanche tu ci riuscirai ad abbatterci, scoraggiarci e farci desistere…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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