di Danilo GALDINO

Data astrale 18 aprile 2013…
Un po’ come accade nei film di fantascienza, oggi il nostro viaggio nel tempo torna indietro di qualche anno, precisamente al giorno dopo la vittoria degli altri nella semifinale di Coppa Italia. La mattina dopo l’eliminazione dell’Inter ed il conseguente accesso in finale, sul quotidiano giallorosso “Il Romanista”, leggevamo questo articolo a firma di Stefano Romita.
“Il più grande concerto dal vivo degli ultimi anni è durato 4 minuti ed è stato un coro a cappella che ha stramaccionato via la svogliata e inchiodata al prato Roma del primo tempo. A cui perdono tutto il liquidame dei primi 45 minuti perché mi porta alla serata epica di una finale. Con il caldo del mese di maggio. Il profumo dei glicini e del gelsomino che arriva fin dentro le narici mentre in motorino me ne andrò all’Olimpico nella serata più erotica degli ultimi anni. Perché c’è da fare sesso con la Lazio. E godere. Perché sarà così. Perché non può che essere così. Perché Dio lo vuole. E anche Satana è della stessa identica idea. E ho quaranta giorni ora per apparecchiare la tavola, scegliere la tovaglia adatta, le posate giuste, il grande e ghiacciato vino consono al banchetto che ho in mente. Perché io ho quella serata davanti agli occhi da settimane. Anche se non se ne sa ancora con esattezza la data perché quel giorno un filosofo dell’inutilità umana ha scelto di portarci tutti all’ennesima e fastidiosa chiamata alle urne. Indicheremo un sindaco, un’amministrazione, un nuovo primo cittadino a cui mandare gli improperi mentre rimbalziamo sulle buche della città come sassi negli stagni. Non c’era altra data possibile per la politica che quella già decisa da tempo e decretata come unica e benedetta per la finale di Coppa Italia? Ok, non importa. Ne tirasssero fuori un’altra. Ci dessero in fretta il fatidico numero da stampare nella mente ed evidenziare sul calendario in cucina. Nulla potrà fermarci. Abbiamo il Papa dalla nostra parte che ha scelto un nome che è una garanzia per tutti noi. E abbiamo il calciatore in attività più forte del mondo degli ultimi venti anni di storia del calcio. Che altro abbiamo? Abbiamo mezza stella d’argento da sceriffi già cucita sul rosso della maglia. Chi ce la strappa? Lotito e i suoi pennuti boys? La mala sorte? Un arbitraggio maledetto? Nulla. Tranquilli. Nulla potrà toglierci quello che è giusto, stabilito e deciso. Me ne tornerò senza voce, senza casco, senza sonno e senza fame. E nel tragitto che mi riporterà a casa farò un bel giro largo e passerò a Trastevere, mi farò tutto il lungotevere in un senso e nell’altro, salirò al Gianicolo e poi al Pincio, traverserò piazza Navona e Fontana di Trevi, urlerò in Prati, davanti a Vanni, tutto il mio amore per la Roma. E me ne tornerò a casa sfinito, sporco e sudato. Farò una lunga doccia. E mi siederò a tavola, sorridente. E realmente soddisfatto di essere nato qui. E da lombi saggi.”
Precisamente sei anni fa, in questo preciso istante vivevamo tutti l’attesa di una vigilia logorante e snervante, l’intera città pensava solo e soltanto alla sfida più importante della storia, quella partita da sempre sognata, un derby in una finale di una competizione, una Coppa da vincere e da alzare in faccia agli eterni avversari. Il Dott. Stefano Romita come tanti altri come lui, ricorda perfettamente ogni santo giorno come tornò a casa dallo stadio Olimpico in quella che doveva essere la serata più erotica della loro vita… Il 26 maggio 2013 hanno fatto sesso con la Lazio e con trentamila poeti guerrieri di biancocelesti. Una sesso violento e doloroso che ha lasciato danni permanenti nella testa, nel cuore e nel fisico di tutti i tifosi giallorossi. In molti erano partiti come Stefano Romita, con la convinzione di trovare dietro alla porta di quella camera da letto, una vogliosa creatura pronta a soddisfare ogni loro desiderio, ma sfortunatamente ad attenderli c’era un Rocco Siffredi mascherato da Senad Lulic…
Volevano godere, e forse chissà a qualcuno sarà pure piaciuta quella notte erotica, sicuramente a tanti tanti altri quel 26 maggio ancora je brucia, je fa male e provoca ogni giorno dolori strazianti.
In quell’occasione non li ha aiutati nè Dio e nè Satana, nè il Papa e nè l’arbitro Orsato, nè il più forte giocatore degli ultimi vent’anni in attività e nè il Capitano del Futuro desideroso di incontrare avversari più forti della Lazio nostra. No, non li aiutò nessuno, neanche il Presidente del Coni tifosissimo Giovanni Malagò e nè i vari amichetti del Palazzo e delle banche.
Quel giorno Stefano Romita e tutti gli altri, tornarono a casa finiti, sporchi e sudati, tornarono senza voce, senza casco, senza sonno, senza fame e senza mutande… non fecero il giro lungo che avevano immaginato: non passarono a Trastevere, non si videro a lungotevere nè al Gianicolo, al Pincio, a piazza Navona o Fontana di Trevi. Nessuno di loro di passò in Prati, ad urlare tutto il loro amore, ma al triplice fischio dell’arbitro si fiondarono immediatamente tutti nelle proprie case.
Il povero Stefano Romita, da quel giorno non è più lo stesso, e come lui tanti tanti altri, quella serata erotica resterà per sempre nella storia di questa città. I suoi “lombi” non sono stati particolarmente saggi, anzi vedendo come sono stati trattati quella sera da “Rocco Lulic”, di saggio c’è stato ben poco…
Anche noi come Stefano abbiamo cerchiato in rosso la data sul calendario e infatti da sei anni il 26 maggio è diventato un super festivo. Domani non si lavorerà, non si andrà a scuola, ci sveglieremo con calma gustando un buon caffè, ci faremo una bella doccia e ci prepareremo a vivere l’ennesima giornata di festa, nel ricordo della serata erotica più bella della nostra vita…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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