di Danilo GALDINO

Lo scrittore statunitense Mark Twain spiegó: “Stai lontano da chi tenta di frenare le tue ambizioni, le persone da poco lo fanno sempre, ma solo chi è veramente grande ti fa sentire che anche tu puoi diventare come lui!”
Siamo arrivati alla vigilia di Lazio- Atalanta, non la partita che metterà in palio la Coppa Italia o come viene chiamata quest’anno Tim Cup, ma la quartultima giornata di campionato che vale ugualmente tanto. Ci sono 3 punti preziosi che potrebbero essere determinanti per entrambe le squadre nella corsa ai posti che valgono la prossima partecipazione alla Champions League ed Europa League. Lo sa bene Simone Inzaghi che non farà calcoli, lo sa bene Gasperini che schiererà la formazione tipo, lo sanno bene un po’ tutti, anche quel volpone di Claudio Ranieri, che in classifica rincorre i bergamaschi, proprio come noi ed il Milan.
«La Lazio si scansò con l’Inter nel 2010? Così è stato. A queste cose pensa la Lega, io penso ad allenare e sono sempre stato una persona leale.”
Così parlo provocatoriamente Mister “Er Fettina” (ribattezzato così amorevolmente direttamente dai suoi calciatori e dai tifosi giallorossi per i suoi trascorsi familiari da macellaio).
Pronta la risposta del Responsabile della Comunicazione Arturo Diaconale: “Si tratta di affermazioni gravi e pesanti. Queste affermazioni nascono da una confusione fra tifoso e tesserato, tra persona che fa il tifo per una determinata squadra e fra una che ha piene responsabilità e determinati compiti essendo un tesserato della Roma. Il tifoso può dire quello che vuole mentre la persona responsabile deve compiere dichiarazioni che siano suffragate da prove altrimenti diventa tutto esclusivamente offensivo verso una squadra ed una società che non lo merita.”
Eh no, queste affermazioni non sono nè di un tifoso, nè di un tesserato, ma di una persona che è rimasta segnata a vita da una cocente delusione passata. Giusto per rinfrescare la memoria a qualcuno, nella stagione 2009/2010 l’Inter vinse lo scudetto con 82 punti, gli altri arrivarono secondi a 80 punti. La Lazio nostra quell’anno fece una delle peggiori annate degli ultimi dieci anni, arrivando al dodicesimo posto in classifica, dietro a squadre come Parma, Genoa, Bari e Fiorentina. Quell’anno la squadra nerazzurra guidata da Josè Mourinho era talmente forte che riuscì nella grande impresa di fare il “Triplete”, vincendo Champions League, Campionato e Coppa Italia. Il divario tecnico tra l’Inter e la Lazio nostra era così marcato che in qualsiasi caso i nerazzurri avrebbero vinto agevolmente la sfida del 2 maggio per manifesta superiorità. La goliardia dei tifosi Laziali in quell’occasione fece rosicare tanti, anzi tutti. Sì tutti quei tifosi che il 25 aprile avevano perso inaspettatamente in casa 1-2 contro la Sampdoria di Pazzini e avevano visto sfumare il loro sogno scudetto. Al povero Ranieri bisognerebbe chiedere chi si “scansò” veramente tra i suoi giocatori o i nostri?
Noi oggi andiamo avanti per la nostra strada e ci prepariamo alla sfida di domani, vogliosi di vincere per avvicinarci a tutte le altre squadre che ci precedono in classifica, compreso il Torino che ieri ha pareggiato nel derby contro la Juventus e quella guidata da Ranieri che giocherà dopo di noi a Genova.
Le nostre orecchie nell’ultima settimana hanno ascoltato e sopportato tante idiozie di vecchi tromboni biancocelesti e dei tanti giallorossi interessati come non mai alla nostra prestazione contro i bergamaschi.
Partendo dal presupposto che la storia è una materia al pari dell’italiano che in pochi amano studiare e approfondire, ma il primo “SCANSAMOSE” della storia calcistica capitolina venne proferito alle 15:55 del 20 maggio del 1973.
Al termine del primo tempo dell’ultima giornata di campionato che gli altri giocavano in casa contro la Juventus, sul risultato di 1-0 il Presidente Gaetano Anzalone si rivolse ai suoi giocatori: “Bravi avete dimostrato in questo primo tempo di essere stati bravi, ora però… SCANSAMOSE!!!”
La partita clamorosamente terminó 1-2 decretando lo scudetto ai bianconeri che superarono in volata Milan e Lazio, con l’intero stadio Olimpico che tifava ed esultava ai goal della Juventus. A fine gara in mezzo al campo tifosi giallorossi e juventini festeggiavano insieme.
Dopo questa doverosa precisazione, penso che i pochi comunicatori Laziali e quei tifosi che in questa settimana hanno detto di pensare solo e soltanto alla finale del 15 maggio, sono stati poco rispettosi nei confronti di tutti quei poeti guerrieri biancocelesti che dopo il tonfo con il Chievo hanno ugualmente attraversato lo stivale per sostenere come sempre la Lazio nostra, a Milano e a Genova.
La pressione mediatica di questa settimana, è figlia di una preoccupazione e frustrazione latente, di chi sa bene che la stagione è stata un ennesimo fallimento e rischia in caso di mancata qualificazione alla Champions, di generare danni ingenti.
Domani bisogna vincere e in ogni caso sappiamo bene che da lunedì si ricomincerà ad essere scomodi, ipercriticabili e invisi a tanti… ma a noi piace così!
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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