di Danilo GALDINO

Sin da bambini, la vita ti mette difronte persone che ti diranno che non vali abbastanza, che non sei pronto, che non hai le capacità ed i mezzi per primeggiare.
Quel fastidioso ronzio che risuona e si propaga nelle tue orecchie, non è causato dalle mosche, ma da tutte quelle figure che ti ripetono costantemente: “Non ce la farai mai!”
Di insicuri, invidiosi, frustrati, rancorosi e pavidi, ne è pieno il mondo, personaggi inghiottiti nelle sabbie mobili delle loro fragilità, che provano a trascinarti giù con loro, nel tentativo di non sentirsi gli unici a fallire.
Anche il nostro straordinario mondo, dove tutto ha i colori del cielo, è infestato da tante persone così, che ogni anno provano a convincerci che al cospetto di squadre più ricche, potenti e pubblicizzate, saremo sempre inadeguati e inferiori, ma chi crede non trema.
Chi crede non teme nulla, perché sa bene che in ogni momento della vita conta er core… nè l’oro, nè i quattrini, ma solo er core.
A giugno, luglio, come ad agosto, non credere a chi non crede in te, credi in te e falli ricredere… e così è stato anche in questa stagione.
Lo insegna la storia, in più di un’occasione i Laziali hanno sovvertito pronostici, spazzato via spettri, realizzato l’impossibile spazzando via scetticismo e cospirazioni di ogni genere.
Stasera alle 20:30 si tornerà nuovamente a Milano, per affrontare il Diavolo rossonero che ci precede solamente di tre punti. Sono trent’anni che nel suo stadio non riusciamo a batterlo, una maledizione che è stata più forte di tutti i grandi campioni e gli allenatori che si sono susseguiti in questi ultimi tre decenni. Il Milan di oggi è lontano parente di quello Berlusconiano, che vinceva scudetti e Champions League come pochi altri sono riusciti a fare in Italia, ma ugualmente resta una squadra forte e meritevole di massimo rispetto. Dopo essersi affrontati in campo nel periodo più esaltante per la Lazio nostra ed il Milan, oggi Simone Inzaghi e Gennaro Gattuso, si troveranno nuovamente faccia a faccia, per cercare di strappare una vittoria preziosa per la corsa Champions League.
Sarà una sfida importante, ma non fondamentale come qualcuno vuol far credere a tutti i costi. Il campionato per tutti terminerà il 26 maggio e le tante partite restanti permetteranno a tutti di poter continuare a sperare in qualcosa di importante. Stasera servirà cuore e testa, voglia e lucidità, perché la partita di oggi non è Lazio-Inter del 20 maggio scorso come più di qualcuno vuol far credere. Qualsiasi sia l’esito finale al triplice fischio dell’arbitro Rocchi, la partita da recuperare mercoledì contro l’Udinese, sarà altrettanto importante, come lo sarà quella del sabato pre Pasquale contro il Chievo e mano mano tutte le altre. Restiamo concentrati senza farci prendere da inutili ansie e frenesie, perché tra oggi e domani non si deciderà o assegnerà nulla.
Al termine della partita, non dobbiamo assolutamente salire sulle montagne russe dell’isteria, dove si alternano stati d’animo contrastanti e nocivi, dove si passa con uno schiocco di dita, da un momento esaltante a quelli deprimenti e pesanti come macigni, capaci di piegare le gambe a chiunque.
In quest’ultima settimana ci sono state le parole di sfiducia di chi è sempre pronto a puntare l’indice contro di te, standosene nascosto ai margini, per non rischiare mai.
Stasera qualsiasi cosa accadrà pensate agli abbracci… Sì avete capito bene, gli abbracci! Quelli che ci siamo scambiati fino ad oggi e tutti quelli che nonostante tutto continueremo a regalarci nelle prossime settimane.
Perché questa Lazio nostra, esprime tutta la sua bellezza, la sua forza e determinazione, in un abbraccio. Quelli che vediamo in campo, sono gli stessi che ci scambiamo noi sugli spalti con nostro padre, con nostro figlio, con l’amico di mille battaglie e con tutti i figli del nostro stesso sentimento accanto a noi.
L’abbraccio, se è vero e sentito, è la più alta espressione e dimostrazione di un sentimento, addirittura più intenso, travolgente e importante di un bacio.
Di momenti più o meno esaltanti e difficili, ne arriveranno ancora parecchi, ma quando sentirai qualcuno dirti “che non vali tanto” e “che non ce la farai mai”, sorridi e ripensa a tutti gli abbracci che continuiamo a regalarci tra di noi e a ricevere da questa squadra.
Che sia al 95’ sotto la Curva Nord, o al termine di una bella vittoria al Meazza, la nostra Banda Inzaghi meriterà sempre sostegno, rispetto e riconoscenza. Merita l’abbraccio più bello di tutto il suo popolo.
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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