di Danilo GALDINO

“Lentamente muore, chi diventa schiavo dell’abitudine, ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi, chi non cambia la marca,
chi non rischia di vestire un colore nuovo, chi non parla a chi non conosce.
Muore lentamente chi evita una passione, chi preferisce il nero al bianco
e i puntini sulle “i” piuttosto che un insieme di emozioni, proprio quelle che fanno brillare gli occhi, quelle che fanno di uno sbadiglio un sorriso, quelle che fanno battere il cuore davanti all’errore e ai sentimenti. 
Lentamente muore, chi non capovolge il tavolo, chi è infelice sul lavoro, chi non rischia la certezza per l’incertezza per inseguire un sogno, chi non si permette almeno una volta nella vita di fuggire ai consigli sensati.
Lentamente muore chi non viaggia, chi non legge, chi non ascolta musica, chi non trova grazia in sé stesso. 
Muore lentamente, chi distrugge l’amor proprio, chi non si lascia aiutare.
Muore lentamente, chi passa i giorni a lamentarsi della propria sfortuna o della pioggia incessante.
Lentamente muore, chi abbandona un progetto prima di iniziarlo, chi non fa domande sugli argomenti che non conosce, chi non risponde quando gli chiedono qualcosa che conosce.
Evitiamo la morte a piccole dosi, ricordando sempre che essere vivo 
richiede uno sforzo di gran lunga maggiore del semplice fatto di respirare. Soltanto l’ardente pazienza porterà al raggiungimento di una splendida felicità…”
La meravigliosa “Ode alla Vita” dovrebbe essere letta e compresa da tutti coloro che per qualcosa o qualcuno, reprimono o soffocano il loro amore e la loro fede. Chi rinuncia a vivere un sentimento intimo, profondo e lasciatogli in eredità dal proprio padre, chi si priva di emozioni che nessuno potrà ridargli indietro e senza rendersene conto lentamente muore. Muore e si spegne quella fiamma che arde nel cuore e nello sguardo di ogni Laziale. Quella fiamma, anziché essere soffocata, dovrebbe essere alimentata continuamente da emozioni nuove, che arricchiscono il prezioso tesoro dei ricordi legati ad un amore incondizionato.
Chi si è privato di notti come quella del derby stravinto il 2 marzo scorso, lentamente muore. Chi si è privato delle varie gioie e delle soddisfazioni vissute in questo campionato, lentamente muore. Chi per motivi futili non parteciperà all’esaltante finale di stagione che si preannuncia, lentamente muore.
Il campionato è iniziato quando la morsa del caldo asfissiante d’agosto non permetteva di respirare, una doppia sconfitta contro le prime della classe che ci aveva relegato per una settimana in fondo alla classifica con zero punti. Ci siamo rialzati e un passo alla volta siamo arrivati a 49 punti con 8 partite ancora da giocare. Sì, contrariamente alle previsioni catastrofiche dei soliti corvi che si leggevano e ascoltavano alla fine di agosto, la nostra Banda Inzaghi è proprio lassù, a pochi passi dal Milan e dal quarto posto che varrebbe la Champions League.
La manifestazione più bella e ricca d’Europa, ieri sera ha regalato altre due sfide esaltanti: il Tottenham ha vinto il derby d’Inghilterra 1-0 contro il City di Guardiola e il Liverpool ha battuto 2-0 il Porto di Sergio Conceicao. Stasera toccherà all’unica squadra italiana rimasta in corsa sfidare ad Amsterdam i lancieri dell’Ajax, mentre il Barcellona di Messi andrà a far visita al Manchester United.
La Champions League ha un fascino unico e chi l’ha vissuta almeno una volta nella vita, conosce bene le emozioni che trasmette. Oggi ad esempio ricorre l’anniversario del primo 7-1 degli altri… la notte di Manchester del 10 aprile 2007 non se la dimenticherà mai nessuno.
“Ma in fondo cosa c’è di più mortificante e doloroso di perdere 7-1 a Manchester davanti agli occhi di tutto il mondo? Solo perdere un derby in finale…”
Chi non comprende quanto sia bello e importante, affrontare i propri limiti e provare a battere grandi avversari, lentamente muore. Per far questo bisogna credere e osare ogni giorno, senza farsi sopraffare da timori, insicurezze e paure di ogni genere. Sabato notte ci aspetta un’altra sfida importantissima a Milano, contro i rossoneri che nonostante una partita in più, distano solamente tre punti da noi. Sarà l’ennesima notte da vivere spalla a spalla con chi non tradisce mai, sarà l’ennesima notte da brividi forti e voglia di gridare Lazio, sarà l’ennesima notte in cui correremo accanto a loro, sostenendoci, aiutandoci e motivandoci a vicenda.
Lentamente muore chi preferisce sopravvivere ai margini, anziché vivere rischiando e osando. Noi pochi, noi felici pochi… noi manipolo di fratelli, pronti a tutto per proseguire a credere, sognare e vivere. Bisogna farlo, per chi ci ha insegnato ad amare incondizionatamente e lottare ad oltranza, per chi si è perso strada facendo, chi non possiamo più vedere e ascoltare, o chi lentamente e quotidianamente si è spento.
Ah se fossi ancora qui con me, ti farei vedere io, che la lezione d’amore che mi hai insegnato, l’ho imparata bene.
Per sempre sarai, la mia gioia, il mio vanto e su ogni campo io sarò al tuo fianco e senza limiti…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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