di Danilo GALDINO

Ci sono dei periodi in cui tutto gira al contrario, capita un po’ a tutti di sentirsi bersagliati da una serie di eventi negativi che si ripetono con una costanza spaventosa, ma ragionando razionalmente e lucidamente, senza farsi suggestionare dalle situazioni contrarie o dall’energia negativa che si propaga intorno a noi, comprendiamo che c’è sempre una spiegazione a tutto.
La sconfitta immeritata di ieri a Genova, arrivata a un minuto dal triplice fischio dell’arbitro Banti, è figlia di alcuni errori di valutazione pregressi e non si può attribuire solo ed esclusivamente alla componente sfortuna.
La situazione relativa agli infortuni è un aspetto che parte da lontano, addirittura dalla scorsa stagione, quando nelle ultime giornate di campionato, i giocatori più rappresentativi e utilizzati più spesso, andarono fuori giri e ruppero il motore: Parolo, Immobile e Luis Alberto, sono solo alcuni esempi. I problemi fisici patiti dopo una serie interminabile di partite giocate tra campionato, Coppa Italia ed Europa League, condizionarono anche le vacanze estive e la conseguente ripresa ad Auronzo di Cadore, limitando la fondamentale preparazione fisica.
Analizzando le ultime tre stagioni, il reparto più colpito da infortuni è stato sempre la difesa, arrivando a disputare più di un incontro con giocatori fuori ruolo e sostituti adattati. In sede di mercato non si è mai intervenuto nel giusto modo, si sono trascinati di anno in anno calciatori non affidabili, che non davano le dovute garanzie tecniche e fisiche, che ovviamente non venivano quasi mai presi in considerazione dal Mister. Altri elementi invece complice il logorio fisico ed il peso degli anni, hanno vissuto una graduale o repentina parabola discendente. Che la difesa fosse il reparto meno attrezzato e affidabile, lo avevamo capito un po’ tutti, esperti e non, guardando semplicemente i numeri, le statistiche e gli errori individuali, sapevamo che si sarebbe dovuto intervenire a livello numerico e qualitativo. Nove mesi fa, dopo la partenza di De Vrij, la società nel periodo estivo ha portato a Formello il solo Acerbi, mentre per quel che riguarda gli esterni è arrivato il solo Durmisi. Solo nelle ultime ore della sessione invernale terminata un paio di settimane fa, è arrivato Romulo dal Genoa.
Continuare a puntare dopo due o tre stagioni su giocatori che hanno dimostrato vari limiti, è una delle motivazioni che porta a vivere giornate come quelle di ieri. Chi intende essere protagonista su più fronti e giocare una sessantina di partite a stagione, deve avere risorse all’altezza che possano alternarsi continuamente durante l’anno, perché non serve la Maga Circe o il Mago Merlino, per capire che infortuni e squalifiche, arrivano per tutti, condizionando e limitando di conseguenza il cammino che si intraprende. Per una società che intende ambire a grandi traguardi, risparmiare e non investire sul potenziamento di una componente fondamentale come lo staff medico sanitario e fisioterapico, è follia.
Società all’avanguardia come la Juventus di oggi e prima ancora il Milan di Berlusconi, hanno costruito veri e propri laboratori e centri medici, per recuperare al meglio i vari infortunati e curarli con attrezzature sempre più innovative ed il miglior personale qualificato in circolazione.
Nulla accade per caso… Ogni domanda ha sempre una o più risposte.
La sconfitta di ieri è figlia della stanchezza, del logorio, della mancanza di risorse e investimenti importanti su vari ambiti. Per perseguire ciò che si è dichiarato in estate, bisogna essere attrezzati per sostenere una faticosa maratona di 38 tappe in campionato e tante altre nelle coppe nazionali ed internazionali.
Ieri chi è sceso in campo ha dato tutto, ci ha messo cuore e volontà, ma non è possibile poter giocare sempre tre partite in otto giorni, con i cerotti, stringendo i denti e facendo ogni volta la conta dei superstiti.
Qualsiasi squadra al mondo se fosse mutilata di dieci elementi contemporaneamente, avrebbe un ridimensionamento e faticherebbe contro ogni avversario.
La sfortuna è una componente imponderabile, ma può essere prevenuta o quantomeno combattuta nel giusto modo, con scelte felici e investimenti lungimiranti.
Che si possegga una Ferrari o un’utilitaria, senza l’adeguata manutenzione non si fa molta strada. Se non cambiamo le pasticche dei freni o puntualmente prendiamo pezzi di ricambio scadenti o di seconda mano, non possiamo imputare alla sfortuna una mancata frenata in discesa. Se non controlliamo periodicamente l’olio motore e lo cambiamo con l’olio di semi di girasole, non possiamo imputare alla sfortuna la fusione nel bel mezzo di un’autostrada.
Se dimentichiamo ogni volta di fare rifornimento di carburante, anche il pilota più bravo è costretto a fermarsi o a distrarsi per guardare costantemente la spia rossa accesa della riserva e non le curve da affrontare.
Ora però non é tempo per piangere, abbattersi o recriminare, non possiamo farlo perché dopo domani si torna a giocare. Anziché sputare inutilmente veleno l’uno contro l’altro, prendiamo tutti esempio da quei meravigliosi poeti guerrieri biancocelesti che ieri hanno riempito il settore ospiti di Marassi e che tra poche ore si rimetteranno in viaggio per Siviglia.
Quando una macchina si ferma, dopo aver imprecato ed essersi sfogati, bisogna rimboccarsi subito le maniche e spingere, spingere forte tutti insieme per arrivare dove più si desidera.
Oggi inizia la vendita libera per i biglietti della semifinale d’andata contro il Milan e non serve aggiungere altro… spingi, spingi forte Laziale che il traguardo e la bandiera a scacchi sono la proprio davanti a noi!
Resisti, fagli sentire che esisti, ne abbiamo avuti di momenti tristi… resisti!
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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