di Danilo GALDINO

“Resta l’amaro in bocca ma stiamo crescendo. Non mi va di parlare di queste cose anche se oggi è stato visto da tutti quello che è successo. Dieci minuti prima del rigore il Torino doveva rimanere in dieci e poi nel finale c’era un rigore su Acerbi. Dispiace per questi episodi ma dobbiamo andare avanti e cercare di conquistare altri punti. I giocatori stanno crescendo anche se oggi resta un po’ l’amaro in bocca per come è andata. Sto ritrovando molti dei miei calciatori che fino a qualche tempo fa non erano in condizione e sono sicuro che fino alla fine ci sarà bagarre per conquistare un posto in Champions League!”
Eh sì caro Mister, lo abbiamo e lo hanno visto tutti quello che é successo sabato…
Le sue parole lo sappiamo bene che sono una provocazione verso un sistema sempre più sporco, una risposta all’ennesimo sopruso subito ed esternata con l’intelligenza, l’eleganza e il grande stile che la contraddistinguono.
Nessuno sarà capace di spiegare niente o vorrà spiegare niente di quello che si continua a vedere dalla scorsa stagione ad ogni turno di campionato.
Altri personaggi, dirigenti, ex giocatori, pupi e puponi, nelle scorse settimane dopo una sola svista arbitrale, sono andati a fare il loro show davanti alle telecamere delle tv amiche e compiacenti e gli “aiutini” sono iniziati ad arrivare in loro soccorso.
Nicchi di colpo è risparito, non commenta, non si indigna o giudica più pubblicamente le sviste degli arbitri in campo e di quelli che utilizzano il VAR.
Vedere Irrati pilotare in modo chirurgico un incontro che non doveva essere assolutamente vinto dalla Banda Inzaghi è l’ennesima pagliacciata all’italiana. Lo stesso fischietto di Pistoia, che la scorsa stagione in occasione della partita persa ingiustamente contro il Milan convalidò il goal di mano di Cutrone.
“Gli arbitri italiani, sono veramente così scarsi o sono in malafede?”
Questa è l’unica domanda che andrebbe sottoposta ai vertici dell’AIA, della FIGC e del CONI.
Chi nelle ultimissime ore, ha riniziato a criticare esageratamente la squadra, le scelte del Mister Inzaghi e la società, o non ha ancora compreso bene cosa sta accadendo dalla scorsa stagione o semplicemente è anche lui in malafede.
“Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere”.
Tutti coloro che si professano Laziali, dovrebbero tatuarsi su pelle queste parole del poeta tedesco Bertolt Brecht.
È un dovere di tutti noi resistere e lottare contro angherie, prepotenze e ingiustizie che ci vengono fatte costantemente dalla scorsa stagione. È un dovere farlo senza prestare il fianco a questi padroni del calcio, senza farsi condizionare dai vari manipolatori mediatici assoldati da loro che provano a stravolgere la realtà, spostando continuamente il tiro e le attenzioni, cercando di sfiancarci e farci perdere il desiderio di credere e lottare.
Sfortunatamente per loro, questa Lazio nostra, ha uno spirito di reazione fuori dal comune e si è sempre rialzata dopo ogni sgambetto.
Sfortunatamente per loro, le squadre che vorrebbero far entrare nei primi quattro posti della classifica al nostro posto, continuano a palesare limiti e problemi.
Nonostante questi personaggi provino in tutti i modi a tenerci per la maglia e rallentare la nostra corsa, chiudiamo il girone d’andata al quarto posto.
È un film diretto e prodotto da un sistema di potere marcio, una storia già vista e vissuta che si ripete in ogni stagione.
“Quando l’ingiustizia diventa legge, la resistenza diventa dovere”.
Anziché mugugnare e puntare il dito contro questa squadra, criticandola eccessivamente e con inspiegabile ferocia, tornare a fare i Laziali e scendete in campo anche voi nel 2019. Venite a scortarla, proteggerla e sostenerla, unendovi a tutti quei poeti guerrieri biancocelesti che anche sabato non l’hanno abbandonata.
Torti, ingiustizie e prepotenze che vengono perpetrate dentro e fuori dal campo: il non permettere l’accesso in Curva Nord di uno striscione innocuo per salutare e ricordare Dede l’ultras del Varese deceduto, è l’ennesima provocazione a un’intera tifoseria.
A tutti i nostri detrattori continueremo a rendere la vita impossibile fino all’ultima giornata, perché non puoi fermare, chi ancora non si arrende e ha un cuore impavido e ribelle. No, non puoi sperare di fermarci facilmente perché siamo come il vento noi…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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