di Danilo GALDINO

Il concetto di reincarnazione esiste da oltre 3000 anni ed è tenuto in considerazione da varie filosofie occidentali e orientali.
La teoria è che l’anima tornerà o si reincarnerà in numerosi corpi fisici, in numerose dimensioni fisiche, al fine di ottenere una certa comprensione o raggiungere un certo livello di coscienza.
Come tutti i grandi popoli, anche il nostro è spinto da un credo e una fede che si tramanda di generazione in generazione, una fede con una storia fatta di grandi figure, persone straordinarie e gesti che hanno cambiato il corso degli eventi. Nella nostra fede il concetto di reincarnazione abbraccia l’immortalità, nel nostro popolo nessuno muore mai, nessuna anima viene risucchiata nel dimenticatoio dello scorrere del tempo.
Domani sarà l’11 novembre… una data che non ha bisogno di spiegazioni per tutti noi Laziali.
L’11 novembre 2007 per mano di un vile esaltato omicida, un giovane figlio del nostro stesso sentimento fu assassinato mentre felice e spensierato andava a seguire il suo grande amore.
A premere quel grilletto sappiamo bene chi è stato, ma i goffi tentativi che si scatenarono immediatamente dopo quel maledetto colpo di pistola per mistificare la realtà, sono stati ancor più vergognosi e dolorosi. Siamo cresciuti in un paese dove molti uomini di potere, troppo spesso, ci hanno fatto credere ciò che volevano, perché come qualcuno di loro ci ha spiegato: “Qua non si raccontano bugie, ma si creano le nostre verità…”.
Noi figli delle stragi negli anni di piombo, noi figli degli attentati a chi si opponeva ai poteri forti, noi figli di Ustica, noi figli di particolari e strani suicidi di importanti testimoni, noi figli di improvvisi e letali attacchi epilettici o vittime di scale troppo manesche, noi semplici e indifesi figli del popolo.
Il coraggio, la forza, la perseveranza di una straordinaria famiglia di Laziali, spinta da un amore incondizionato, da un dolore straziante e dal sostegno di un intero popolo, riuscì tra mille colpi bassi, bugie e attacchi d’ogni genere, a far emergere la verità. Vinse l’amore… vinse l’onestà… vinse la gente perbene che non si piega ai soprusi e non molla mai.
A distanza di 11 anni, Gabriele vive…
Gabriele vive, su tutti i muri di questa città.
Gabriele vive, tra le pieghe delle nostre bandiere che sventolano fiere in ogni dove.
Gabriele vive, nel suono di quel “Lazio!”, urlato con forza contro il cielo.
Gabriele vive, tra le note delle sue canzoni.
Gabriele vive, nel cuore di sua madre, di suo padre, di suo fratello e di tutti noi.
Gabriele vive, nel nome e nello sguardo di suo nipote Gabriele.
Domani, 11 novembre alle ore 18:00 al Mapei Stadium, Gabriele sarà a Reggio Emilia insieme a tutti i suoi fratelli Laziali, seguirà la sua Lazio come ha sempre fatto e continuerà sempre a fare. La sua voce si unirà a quella di tutti noi, il suo sorriso si poserà sulle labbra di tutti noi, il suo volto sarà la davanti agli occhi di tutti…
Gabriele vive, e non smetterà mai di farlo, perché certe persone, si trasformano in emozioni e diventano bandiere…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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