di Danilo GALDINO

Nobile: Che appartiene, per nascita o per privilegio acquisito, a una classe sociale superiore.
È questa la nostra eterna vittoria e la più cocente sconfitta per chi condivide la nostra stessa città.
Sin dagli albori della Caput Mundi, c’è sempre stata una distinzione ben chiara, la parte aristocratica, elitaria, nobile della città era una minoranza rispetto a quella popolare. Patrizi allora, Laziali di oggi…
Tutto ciò che eccelle e affonda le sue radici nella cultura, nel conoscere, nella storia, nelle tradizioni, nel sapere e nello stile, si avvicina ai nostri colori perché nel nostro mondo trova un ambiente e un clima familiare.
Il popolo Laziale si nutre da sempre di poesia, di romanticismo e sensibilità.
Il popolo Laziale non ama ciò che è eccentrico, stravagante, bizzarro e volgare, lo stile impone sobrietà e la classe si fa notare senza doverla forzatamente ostentare.
Essere la differenza, calamita da sempre le invidie e le gelosie di tutti coloro che soffrono questa disparità.
Un ente morale, nata nel cuore della Capitale, all’alba del secolo scorso, che rappresenta da sempre la componente nobile di questa città, meriterebbe un trattamento differente dalle istituzioni e dalla parte mediatica della città che rappresenta dal 1900, ma sappiamo bene che quotidianamente paghiamo il rifiuto a non esserci voluti mescolare e fonderci con ciò che non era puro come noi.
Il non conforme si ribella e tifa Lazio, il non conforme lotta e tifa Lazio, il non conforme dice no e tifa Lazio. Questo è ciò che ci ha lasciato in eredità la storia è questo dovrebbe essere costantemente chiaro a tutti noi. In troppi hanno smarrito i concetti che ci hanno reso con il tempo qualcosa di unico e di grande, qualcosa che non potrà mai svanire e crollare sotto i colpi dell’invidia e della cattiveria.
Da 118 anni siamo luce che illumina ogni angolo dei vicoli, delle strade e delle piazze di questa città, da sempre siano un faro per chi ama praticare sport nella Capitale, una guida per chi possiede un animo nobile e romantico.
La storia ci ricorda che 35 anni fa, in quel 16 ottobre del 1983, un popolo nobile riabbracciò il suo guerriero più forte e indomito. Un ritorno a casa, atteso con impazienza e speranza, un giorno che i nostri padri avevano sognato giorno e notte. Ripercorrendo le tappe ed i momenti salienti della nostra storia, tre figure spiccano su tutte per l’importanza che hanno avuto e dimostrato: Luigi Bigiarelli il nostro padre fondatore, il Generale Giorgio Vaccaro che scongiurò il pericolo di essere come tutti gli altri, e poi Giorgio Chinaglia… il guerriero invincibile che con la sua forza ed il suo essere unico, cambiò radicalmente la mentalità di intere generazioni di Laziali.
Quando il 16 ottobre del 1983, Giorgio tornò dalla sua gente, fu come un raggio di sole che squarcia le nubi, una ventata d’aria fresca e rigenerante per chi annaspava tra dolori e dispiaceri di ogni genere. Quel giorno tutto era biancoceleste e sui volti dei Laziali di ogni età le lacrime di commozione bagnavano i sorrisi che da troppo tempo non si vedevano più. Quel grido di battaglia tornò a rimbombare e riecheggiare dentro lo stadio Olimpico, ed il suono rabbioso di quelle voci, si propagò per tutte le vie della città. Il Chinaglia-Day fu il giorno in cui si riaccese la fiammella della speranza, dell’orgoglio e dell’estremo senso d’appartenenza.
In questi ultimi 35 anni sono successe tante cose, e la dimensione della Lazio nostra è cambiata totalmente. Dall’Inferno, al Purgatorio, fino ad arrivare sul tetto del Paradiso. I successi e le vittorie, hanno reso le giornate di tutti quei Laziali completamente diverse, ma chi era presente quel 16 ottobre allo stadio Olimpico non ha smarrito quella voglia di lottare contro tutto e tutti, credendoci sempre e senza arrendersi mai.
Tutti gli inguaribili romantici biancocelesti come noi, ancora sperano che queste componenti che ci hanno contraddistinto e caratterizzato, non si smarriscano mai, ma il mondo in cui viviamo è cambiato completamente. Gli animi e le coscienze di molti sono stati addomesticati e narcotizzati, si disinnescano le emozioni e si lobotomizzano le menti per renderle innocue.
Chi continua a vivere questa fantastica avventura con lo stesso spirito e ardore di quel 16 ottobre di 35 anni fa lo riconosci immediatamente. I figli ed i nipoti di quella “generazione Chinaglia” continuano nonostante i mille cambiamenti a portare avanti gli insegnamenti di chi ci ha trasmesso questo amore e soprattutto ci ha insegnato ad essere Laziali alla Giorgione.
L’animo nobile ed il cuore impavido ci rendono unici, per molti siamo una scomoda e fastidiosa presenza, per tanti altri siam la componente pazza e incomprensibile del calcio, per tutti siamo semplicemente i Laziali… I’m football crazy!
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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