di Danilo GALDINO

Viaggi e miraggi…
Non è solo il titolo del fantastico brano del Principe della musica italiana Francesco De Gregori, ma è quello che accade puntualmente ogni anno, la sera che precede il giorno in cui vengono stilati i calendari della serie A.
Viaggi e miraggi… l’attesa è preceduta da speranze, sicurezze, timori, calcoli, scaramanzie e film mentali, che magicamente si riattivano e risvegliano in questo giorno d’estate. Domani un dito si avvicinerà ad un pulsante e… click!!!
La curiosità tocca i picchi più alti, aspettando di sapere quale sarà la prima tappa del nostro ennesimo viaggio con la Lazio nel cuore. Davanti i nostri occhi finalmente compare la schermata della prima giornata: “Dove stiamo? Con chi siamo capitati? Ah eccoci…”
Nell’ultima stagione il cervello e telematico concepì un Lazio – Spal, che fu accolto con soddisfazione, ma capimmo più avanti, che incontrare una neopromossa subito dopo l’incredibile vittoria della Supercoppa Italiana contro gli invincibili bianconeri, non fu poi il miglior modo per iniziare un campionato.
Con il tempo sono cambiate parecchie cose che i più giovani non hanno vissuto, perché fino a 5-6 lustri fa, quando esistevano le teste di serie, il nostro avvio era sempre in salita e dovevamo affrontare subito le prime della classe. Adesso da quest’anno, c’è il “tutti contro tutti” indistintamente e senza alcuna limitazione, si possono affrontare tutte le rimanenti diciannove squadre, eccezion fatta che gli altri. Unico paletto nessuno derby alla prima e all’ultima di campionato, quindi tutti quelli che cercano invano una “rivincita” immaginaria e inesistente di quel 26 maggio 2013, dovranno farsene una ragione e terminare l’ultima di campionato con un altro avversario che non sia la Lazio nostra.
“Quale sarà la prima trasferta di quest’anno? Dove si va?”
Nello scorso campionato alla seconda giornata andammo a far visita al Chievo Verona. Affrontare i clivensi all’inizio della stagione, è diventata quasi una certezza come il Natale ed il Capodanno di 25 e 31 dicembre. Quella notte sbancammo il Bentegodi nel finale di partita con una gran rete di Sergej. Le immagini della corsa del Mister e dell’abbraccio con il suo campione serbo divennero lo spot più bello della nostra Banda Inzaghi. Quella notte capimmo che sarebbe stata una stagione bella e importante.
“Ma il derby, quando c’è il derby?”
Questa è la domanda che tutti noi ci poniamo come iniziano i vari accoppiamenti. Cerchiare in rosso sul calendario quelle due date è il primo esercizio che viene fatto al termine dei sorteggi.
Chissà perché ogni anno, in quei minuti, ci trasformiamo un po’ tutti, in Alan del film “Una Notte da Leoni”. La nostra faccia assume la stessa espressione del simpatico e stravagante “panzone” davanti al tavolo del black jack. Proprio come lui iniziamo a vedere formule algebriche e calcoli matematici immaginari di ogni tipo, creando incastri e tabelle.
In quel momento l’entusiasmo, l’adrenalina, l’astinenza da calcio giocato ed il nostro amore incondizionato, creano una miscela esplosiva che ci porta a pensare che sarà un anno da protagonisti. “Questa la vinciamo e sono subito tre punti, questa pure la vinciamo, anche questa la possiamo vincere, forse qua potremmo anche pareggiare, ma subito dopo torniamo a vincere.” Presi dall’enfasi e dall’entusiasmo, iniziamo a credere che si arriverà alla fine del girone d’andata quasi a punteggio pieno.
La straordinarietà di essere Laziali, ma Laziali come noi, ci regala continuamente fantastici viaggi e miraggi.
Via via, che scorrono tutte le varie partite, prende forma la mappa dei viaggi da fare su e giù per lo stivale. Un altro appuntamento fisso è andare a trovare gli amici nerazzurri alla conclusione di dicembre per scambiarci abbracci e auguri Natalizi e di buon anno. Chissà se almeno per quest’anno, si eviterà un altro Lazio-Inter nelle ultime tre giornate di campionato.
Quando tutto inizia ad essere ben chiaro, il telefono inizia a squillare, tra messaggi e telefonate dei fratelli Laziali che come te pregustano già l’inizio di una nuova meravigliosa avventura. Aveva proprio ragione Nick Hornby, quando nel 1992 scrisse il capolavoro di Febbre a 90′:
“Non è facile diventare un tifoso di calcio, ci vogliono anni, ma se ti applichi ore e ore entri a far parte di una nuova famiglia. Solo che in questa famiglia tutti si preoccupano delle stesse persone e sperano le stesse cose. Cosa c’è di infantile in questo?”
La nostra famiglia è vasta e sconfinata, non esistono sconosciuti perché siamo tutti figli dello stesso sentimento e chi più, chi meno, desideriamo, vogliamo e sognano, tutti le stesse cose. Ancora pochissime settimane e finalmente torneremo a casa, a respirare quell’aria rigenerante che non ti fa invecchiare mai, che ti trasmette emozioni forti, tra abbracci fraterni e sorrisi spontanei.
Sempre noi, senza ragione sempre noi, solo passione sempre noi, senza aver spento i nostri sogni mai…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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