I gemelli Antonio ed Emanuele Filippini, nel giorno del loro compleanno, sono intervenuti sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air:

Emanuele: “Le metodologie di allenamento sono cambiate molto da quando giocavamo rispetto ad ora che siamo allenatori. Con mio fratello abbiamo la stessa filosofia di gioco, ogni allenatore deve essere preparato ma noi siamo all’inizio e dobbiamo ancora “farci le ossa”. Difficile sapere chi è più bravo ad allenare tra me e lui, sicuramente io sono più bravo a suonare!

Antonio: “Per la questione allenatore sono d’accordo con mio fratello, dobbiamo migliorare giorno dopo giorno e lavoriamo per questo. Per quanto riguarda la musica lui sicuramente è più bravo a cantare, ma a suonare la chitarra non c’è paragone, sono meglio io!

Emanuele: “La stagione della Lazio è stata molto positiva, peccato per l’ultima partita contro l’Inter ma la stagione è stata importante anche dal punto di vista dello sviluppo del gioco. Per la prossima annata è importante aver fiducia nella società, il presidente Lotito e il ds Tare sanno allestire squadre di valore anche passando attraverso illustri cessioni.

Antonio: “La richiesta economica per Milinkovic-Savic è sicuramente importante, perché si tratta già di un campione che non ha ancora la maturità però per essere considerato un fuoriclasse. Il campo dirà se il serbo può valere davvero cifre intorno ai 150 milioni di euro.

Antonio: “Per quanto mi riguarda un ricordo legato ad Emanuele particolarmente emozionante è stato vederlo giocare per la prima volta in una squadra diversa dalla mia, quando io militavo ancora nel Brescia e lui invece era passato al Parma. Questo ha fatto crescere la nostra consapevolezza per essere giocatori importanti.

Emanuele: “Una cosa particolare che ricordo io è il gol di testa realizzato in un Lazio-Inter su un mio cross, una gran bell’azione col mio assist di sinistro e il suo perfetto stacco, fu emozionante l’esultanza di Antonio, con rabbia ed entusiasmo.

Antonio: “Ricordo anche il derby giocato e vinto nel gennaio 2005. Emanuele era un po’ teso perché doveva giocare per la prima volta terzino sinistro, ma lo vedevo affrontare gli avversari con grande autorevolezza e questo dava grande sicurezza a tutta la squadra.

Emanuele: “Nel prepartita vedevo Antonio sereno e tranquillo, ci siamo messi anche a suonare una canzone di Ligabue in camera con la chitarra, assieme a Tommaso Rocchi. Mio fratello giocò quel derby con una determinazione straordinaria, avevo solo paura che potesse essere espulso per il furore agonistico. Nel post-partita era Antonio che calmava Paolo Di Canio, doveva ricordagli che era finito tutto perché l’adrenalina era ancora a mille.

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