di Danilo GALDINO

Il dubbio da sempre è un’arma che la nostra mente possiede, ma come tutte le armi deve essere maneggiata con estrema attenzione e solo in determinate situazioni.
Il dubbio mette in discussione ogni cosa contrapponendosi il più delle volte ai vari schemi, agli stereotipi, alle ideologie e alle situazioni poco chiare.
Cartesio definiva “cercatore di verità” colui che utilizzava il dubbio come forma di pensiero per scoprire ogni risposta a qualsiasi domanda, c’è però un’importante controindicazione: il dubbio eccessivo può trasformarsi in indecisione e paralizzare le nostre azioni.
Da settimane i dubbi che affollano la testa di tutto il nostro straordinario popolo aumentano, lasciando spazio a interrogativi logoranti e sfiancanti. Due correnti di pensiero si scontrano come guelfi e ghibellini, da una parte i diffidenti, i disfattisti ed i pessimisti, dall’altra invece gli speranzosi, gli ottimisti ed i fiduciosi. Dubbi e interrogativi che spesso vengono creati ad arte da alcune figure che hanno interessi personali a depotenziare, destabilizzare e gettare costantemente benzina sul fuoco della polemica. Siti specializzati, testate giornalistiche, piattaforme editoriali che nascondendosi dietro ad una finta facciata biancoceleste e nomi familiari per un Laziale, curano solo e soltanto i propri guadagni. Il dubbio come un’arma, ed il suono che aziona tutto è un “click”… nel corso dei secoli si è passati dalla polvere da sparo, al malessere interiore, somministrato senza che la vittima di turno se ne renda conto.
Si parla costantemente di partenze eccellenti e sul piatto della bilancia degli arrivi vengono scientemente messi tutti nomi di seconda fascia, di carneadi, o di operazioni di contorno.
De Vrij è andato via, Felipe Anderson andrà via, Milinkovic andrà via, Lukaku andrà via, Strakosha andrà via e la fastidiosa cantilena prosegue ogni giorno con una strofa nuova. E chi abbiamo preso? Proto e Sprocati… ma sul serio si può credere a certe idiozie? Veramente esiste ancora qualche Laziale che si fa influenzare e condizionare da un certo tipo di stampa. Il messaggio è chiaro e facilmente comprensibile: una squadra che ha fatto molto bene nell’ultima stagione facendo soffrire tutti fino alla fine, sarà smontata e privata dei suoi pezzi migliori, e verranno sostituiti con giocatori di seconda o terza fascia. Bisogna far credere che ci sia in atto un’opera di ridimensionamento, che per un campione che parte arriveranno solo mezze figure. C’è l’esigenza per molti in questa città di ricreare al più presto spaccature tra le varie componenti del mondo Lazio, di far dissolvere le certezze acquisite negli ultimi 10 mesi, di svuotare il prima possibile il serbatoio delle motivazioni di un’intera tifoseria.
Certe redazioni stanno vivendo giorni di estremo disagio e preoccupazione, dopo lo scandalo esploso sulla vicenda stadio della Roma e non “stadio di Roma”, in molti stanno andando in tilt, tra scottanti intercettazioni da secretare, figure politiche e istituzionali da proteggere, cessioni eccellenti da sminuire e proclami propagandistici che si sciolgono come granite sotto il sole cocente.
Diversi editori, molti direttori di redazione, vari giornalisti, pubblicisti, opinionisti e addetti ai lavori con scrivanie stracolme di gadget giallorossi e di poster o ritagli di prime pagine celebrative ormai sbiadite e scolorite, attaccate sulle pareti delle loro postazioni di lavoro, stanno soffrendo più o meno latentemente. La dose di veleno che viene somministrata quotidianamente al popolo Laziale in queste ore deve essere più massiccia per non sbilanciare gli equilibri umorali della Capitale. È un grosso problema di vendite e tiratura, avere la sponda di fruitori più numerosa triste e preoccupata, perché il diktat deve essere sempre lo stesso: Biancaneve non può mai apparire più bella e felice della perfida e potente Regina.
Ogni giorno davanti alle edicole, sui monitor di computer e smartphone deve esserci la solita celebrazione che illude e addomestica la massa più remunerativa: “Specchio, specchio delle mie brame, chi è la più bella del reame?!?”
Nell’ultimo decennio, con l’arrivo dell’estate, assistiamo sempre alle stesse dinamiche, ma c’è ancora qualche mente facilmente condizionabile, che si lascia travolgere dal mare di inchiostro che prova a sporcare la nostra immagine.
Valuteremo tra un paio di mesi al termine del calciomercato, chi aveva ragione, chi avrà operato bene, chi avrà mantenuto le promesse, chi meriterà applausi e chi no, nel frattempo ci stiamo gustando un Mondiale da spettatori e non da protagonisti, ed ogni giorno che passa comprendiamo sempre meglio, gli errori commessi da una classe dirigente sportiva e da quel sistema calcio, fatto esclusivamente di “amichetti”, di correnti politiche, di cricche e lobby, che hanno passato gran parte degli ultimi anni a combattere per una fetta in più di torta, anziché lavorare per migliorare situazioni estremamente deficitarie. L’Italia dei commissari, dei politici e dei manager, che vengono tirati in ballo e coinvolti nelle inchieste di malaffare; l’Italia spolpata è fatta a brandelli dalle fauci insaziabili dei soliti noti; l’Italia arrendevole del “tanto rubano tutti”, ma alla fine pagano solo chi non ha alle spalle gli amici giusti.
Cerchiamo almeno noi di non farci sopraffare da chi negli ultimi dodici mesi, non ha smesso un solo giorno di combatterci, in campo e sugli spalti, nelle stanze dei bottoni e nei circoli del potere, nelle televisioni e sui giornali, per strada finanche dentro casa nostra. Chi lotta per un ideale non conosce sosta e tregua, chi combatte per un sentimento puro non ha alcun interesse a piacere alla massa per assecondarla. Non me ne frega niente se anch’io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato; coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco, io non perdono, non perdono e tocco…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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