di Danilo GALDINO

Sfogliando le pagine del vocabolario della lingua italiana si arriva alla lettera P.
P come: PRECONCETTO!
Concepito prima; si dice soprattutto di idee o giudizi formulati in modo irrazionale, sulla base di prevenzioni, di convinzioni ideologiche, di sentimenti istintivi, spesso per partito preso e senza una esperienza personale: opinioni personale ostile.
Forse tra le varie malattie che nel corso degli anni hanno colpito gran parte del nostro straordinario popolo il “PRECONCETTO” è una delle metastasi più distruttive e difficili da debellare.
Non si aspetta più il decorso di qualsiasi situazione, per esprimere un giudizio obiettivo, ma si è prigionieri della diffidenza, dei preconcetti e di antipatie personali, criticando tutto e tutti senza neanche conoscere, sapere, scoprire e verificare.
Sicuramente la malattia del “PRECONCETTO” è stata alimentata nel corso dell’ultimo decennio, da scelte, comportamenti e atteggiamenti più o meno sbagliati, da parte di alcune importanti figure, ma senza alcun tipo di condizionamento o influenza, si deve riconoscere tutto: sbagli e scelte azzeccate, sconfitte e vittorie, errori di valutazione e intuizioni geniali.
È sbagliato dimenticare e non è corretto ricordare solo ciò che si vuole, per mettere in cattiva luce o esaltare, l’operato di qualcuno che si odia o che si ama.
C’è chi ancora ricorda le scelte azzardate e mal riuscite dei vari: Postiga, Saha, Eliseu, Vinicius, Perea, Bisevac, Garrido, Alfaro, Kakuta, Morrison e altri, ma allo stesso modo è giusto e doveroso ricordare le scelte brillanti e di successo come: Lulic, Marchetti, Hernanes, Candreva, Klose, Felipe Anderson, Parolo, Biglia, De Vrij, Keita Balde, Immobile, Milinkovic, Luis Alberto, Lucas Leiva, Strakosha, Luiz Felipe, e tutti gli altri.
Il “PRECONCETTO” si insinua in modo subdolo e silenzioso, si impossessa delle menti più condizionabili e labili, attecchisce ovunque, da chi segue (o ha seguito…) la Lazio nostra come un tifoso e inguaribile innamorato, fino ai vari addetti ai lavori, cronisti, opinionisti e comunicatori.
La divisione che più di qualcuno erroneamente ha fatto e/o ha voluto fare, negli ultimi 14 anni, ha generato parecchi dissidi, incomprensioni, scontri e problemi di ogni genere.
Molti hanno spesso dimenticato che prima di ogni fazione, schieramento, corrente di pensiero, più o meno comprensibile e condivisibile, siamo tutti LAZIALI. Lo eravamo dall’inizio del secolo scorso, prima e dopo le 2 grandi guerre, negli anni 70, 80, nel momento di massimo splendore Cragnottiano, prima dell’avvento dell’attuale proprietà e se Dio vorrà, continueremo ad esserlo fino al nostro ultimo respiro e oltre…
Nelle ultime settimane, complice la delusione della sconfitta finale con l’Inter, si è scatenato ed è riemerso in superficie questo virus letale chiamato preconcetto.
Il “PRECONCETTO” di molti, ha dimenticato tutto ciò che di buono si è fatto negli ultimi due anni: 142 punti in due campionati, finali nazionali conquistate, la Supercoppa vinta contro gli imbattibili dieci mesi fa, la valorizzazione di tanti giocatori. È sbagliato nella vita enfatizzare eccessivamente, come è sbagliato criticare anticipatamente e preventivamente. La mancanza di colpi e acquisti dopo tre settimane dalla fine del campionato, sta alimentando il preconcetto, l’impazienza e l’insofferenza.
Il Laziale un tempo viveva il calciomercato più serenamente, accoglieva tutti con rispetto e senza pregiudizi: da Monelli a Boksic, da Bacci a Simeone, da Soldà a Stam, da Bertoni a Signori. Tutti ricevevano il giusto benvenuto e a tutti con la nostra maglia indosso, veniva garantito sostegno ad oltranza.
Questo è ciò che un tempo faceva il Laziale prima di trasformarsi in tante altre entità.
La speranza è che il mercato biancoceleste prenda presto la strada della qualità certificata e del potenziamento di una rosa già competitiva, perché per noi l’amore conta sempre più di ogni altra figura o componente: Presidenti, Dirigenti, Allenatori, calciatori più o meno forti.
La Lazio nostra ed i Laziali, sempre sopra ogni cosa. Chi lo ha dimenticato, chi tifa ad intermittenza, chi critica pretestuosamente e preventivamente, chi ricorda solo gli errori e non considera i successi, si interroghi su questo aspetto vitale che si è smarrito.
L’amore conta…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!

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