di Danilo GALDINO
La fortuna è cieca, ma la sfiga ci vede benissimo… Questo è quello che abbiamo pensato un po’ tutti ieri sera a tempo scaduto, quando nell’ultimissima azione dell’incontro, il pallonetto di Immobile, ha scavalcato il portiere e si è stampato sul palo. Quella rete avrebbe decretato la vittoria di una partita complicata, come tutte le partite europee e permesso di andare a Kiev, con due risultati utili su tre, per centrare la qualificazione ai quarti. La sfortuna o la fortuna, sono spesso chiamate in causa per giustificare errori e mancanze, ma è sotto gli occhi di tutti che quest’ultimo periodo che stiamo vivendo è veramente particolare. Gli ultimi secondi continuano ad essere sempre letali: dai rigori della semifinale con il Milan di Coppa Italia, al palo di ieri a pochi istanti dal triplice fischio, passando all’ultimo minuto di sabato sera contro la Juventus, l’epilogo conclusivo è sempre sfavorevole. A rafforzare questa sensazione frustrante, c’è anche un fattore psicologico noto come “memoria selettiva”: quando siamo in difficoltà tendiamo a vedere tutto in modo negativo, sopravvalutando gli eventi sfavorevoli e trascurando ciò che di positivo si è fatto e vissuto precedentemente. Questo malessere condiziona poi le valutazioni generali. Da alcuni scienziati viene portato spesso l’esempio del semaforo verde e rosso. Secondo questi studiosi la probabilità di trovare verdi 6 semafori di seguito è molto bassa, e cioè, secondo le teorie della probabilità, è di 1 su 64. A peggiorare le cose c’è il fattore psicologico della “memoria selettiva”: quando siamo di fretta, ansiosi e angosciati tutto quello che si vive, viene considerato negativo. Se sul nostro cammino incontriamo 3 semafori verdi su 6, evento statisticamente molto probabile, la stragrande maggioranza delle persone pensa che “tutti i semafori erano rossi”. Gli ultimi 6 semafori incontrati nel nostro viaggio sono stati 3 di colore verde, 2 rossi e un giallo ieri sera. Sì, perché il pareggio di ieri, essendo l’andata di un doppio confronto, va interpretato come un rallentamento e non uno stop. Ridurre l’analisi della sfida di ieri sera e di quest’ultimo periodo, imputando tutto alla sfortuna, sarebbe superficiale e sbagliato. Nel computo di un giudizio approfondito, vanno inseriti vari fattori: chi crede che arrivati agli ottavi di finale di una competizione europea le squadre siano scarse, non conosce veramente il calcio. Le migliori 16 per rendimento nell’arco della stagione hanno chi più, chi meno valori e qualità. I risultati maturati negli altri sette incontri ne sono la testimonianza. Le defezioni all’ultimo minuto di Lulic e Luis Felipe, hanno in parte limitato l’idea di turnover del Mister Inzaghi. Qualche amnesia difensiva e le solite distrazioni di qualche elemento non permettono di essere imperforabili. Potremmo stare giorni e giorni ad interrogarci su cosa va e non va, cosa potrebbe funzionare meglio e in che modo sistemare tutto alla perfezione, ma per questo ci sono persone competenti e preparate come lo staff tecnico che guida questa Banda. Noi dobbiamo proseguire a fare ciò che ci riesce meglio da sempre: SOSTENERLA!!! Come ieri sera e come accade in ogni campo d’Italia e d’Europa, continuare a crederci e lottare senza sosta. La partita della Juventus di mercoledì scorso, insegna che un 2-2 maturato all’andata può essere ribaltato al ritorno. Nulla è compromesso, nulla è vanificato… tra una settimana andremo a 2.350 chilometri da Piazza della Libertà, un viaggio lunghissimo e ricco di insidie, ma per una squadra che anche ieri sera, ha dimostrato di saper reagire e rimontare lo svantaggio iniziale, nulla è precluso o impossibile. Piangere, lamentarsi, lagnarsi e farsi imprigionare dal pessimismo cosmico, non serve a nulla e non porterebbe da nessuna parte, quindi prepariamoci a ripartire con la sana rabbia propositiva che ci ha spinto fino a qua. C’è ancora parecchia strada da percorrere e non sarà di certo un semaforo rosso o giallo a frenare la nostra voglia di Lazio… Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!!!