Sandro Mazzola è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:
Sul derby milanese di Coppa Italia: “Quando si pensa di andare in campo e aver già vinto la partita, la partita si perde. E’ quello che è successo all’Inter ieri sera, si è trovata di fronte un Milan capace di sfruttare ogni occasione per vincere e così è stato.”
Sulla Lazio: “Ho avuto modo di conoscere bene Simone Inzaghi a Coverciano: è un ragazzo tosto, è una persona che se vuole qualcosa trova il modo di ottenerla e devo dire che lo ammiro molto. I risultati rispecchiano il suo lavoro e la personalità del tecnico. Della Lazio più che i singoli apprezzo il modo di giocare, il collettivo.”
Che tipo di partita sarà Inter-Lazio? “Se l’Inter gioca come sa fare la Lazio rischia molto, perdere il derby però è un qualcosa che ti lascia un nodo in gola, oggi per Milano si respira ancora il clima della partita, bisognerà capire cosa avrà l’Inter dentro per riuscire ad opporre la reazione che serve dopo queste sconfitte.”
Sull’Inter di Spalletti: “Icardi è un giocatore che ha risolto tanti problemi al tecnico, quando non si sa cosa fare è stato l’argentino a togliere le castagne dal fuoco, spesso con una sola giocata risolutiva. E’ lui il punto di riferimento, importantissimo, della squadra.”
In classifica ci potranno essere stravolgimenti nel girone di ritorno? “Credo che le formazioni che sono attualmente davanti lotteranno per le posizioni che contano, in particolare quelle che occupano i primi cinque posti. E’ difficile dire chi possa vincere lo Scudetto, il Napoli ha la grande chance di vincere il titolo d’Inverno e devo dire che se lo merita. Mi piace come gioca il Napoli, il modo in cui i giocatori si cercano e si trovano in campo. Dovendo scegliere se questo Scudetto non dovesse avere i colori giusti per me, che naturalmente sono quelli nerazzurri, sarei felice se vincesse il Napoli.”
Sulla crisi della Nazionale: “E’ difficile vedere la luce in fondo al tunnel. Un tempo i bambini giocavano tutti a pallone per la strada, ora i tempi sono cambiati, per trovare il tempo per giocare bisogna fare sacrifici già da piccoli. Cambia la società e anche il modo dei più piccoli di giocare a calcio, ne arrivano meno al momento di fare selezione. Vedo proprio meno bambini dedicarsi al calcio anche rispetto a non molti anni fa. Nell’allenamento dei giovani si è pensato troppo alla preparazione atletica e alla forza fisica rispetto al rapporto più strettamente definito con il pallone.”