Alberto Cavasin è intervenuto sugli 88.100 di Elle Radio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:
Dove affonda le radici la crisi del calcio italiano? “Ci siamo un po’ incartati non esprimendo il nostro valore calcistico contro una squadra che era nettamente inferiore a noi. Le responsabilità possono essere molte, da quelle dei dirigenti a quelle dei giocatori, ma a livello tecnico dopo la partita persa in Spagna c’è stata un’involuzione, anche a livello emotivo, che non ci ha portato più a fare scelte logiche e che hanno portato il gruppo a non esprimere più il proprio valore.”
Quali sono i motivi che non hanno più portato a mettere in luce giovani di valore? “Si parla troppo di stranieri o del campionato a venti squadre, ma tutti i grandi tornei sono a venti squadre e in Inghilterra, in Germania e in Spagna ci sono più stranieri che in Italia in campionato. Probabilmente sono paesi più avanti nelle strutture, ma questo incide fino a un certo punto. Anche perché i giocatori bravi, se lo sono davvero, emergono anche con la concorrenza degli stranieri. Secondo me anche il giovane del paese più sperduto se ha i numeri viene portato a fare il calciatore. Secondo il mio punto di vista il livello del calcio italiano può essere inferiore a quello delle altre Nazioni top, ma parliamo di competizioni in cui si punta ad arrivare a vincere o tra le prime quattro. Ci manca in questo momento il grande fuoriclasse, giocatori che in carriera hanno vinto.”
Su Ventura: “Prima che le cose precipitassero non c’erano queste perplessità, i risultati sono importanti ma è chiaro che nessuno prima aveva espresso obiezioni sulla guida tecnica. Al di là del grande numero su cui puntare in panchina, programmazione e cultura sportiva per i giovani sono alla base del rilancio: i buoni giocatori non scappano al sistema di scouting, sono seguiti e si prenderanno il loro palcoscenico a prescindere dalla presenza degli stranieri.”
La Lazio di Simone Inzaghi che impressione le sta facendo? “Contro la Fiorentina la Lazio è mancata un po’ a livello fisico, come tutte le squadre impegnate in Champions League o in Europa League. Il VAR lo reputo giusto come innovazione, nell’episodio specifico da simpatizzante della Lazio e da addetto ai lavori non mi è piaciuto, Caicedo stava calciando e un arbitro può fischiare la gamba tesa dell’avversario. Darei più possibilità di decisione all’arbitro, per evitare questi errori, in interventi di tipo così equivoco, che ricorrere sistematicamente all’intervento del VAR. Altrimenti rischiamo di mortificare il ruolo stesso del direttore di gara.”
Che tipo di Sampdoria troverà la Lazio domenica a Genova? “I blucerchiati possono essere considerati una sorpresa ma hanno dei giocatori importanti e possono contare sul lavoro di un allenatore al secondo anno, che ha trovato l’assetto ideale per la squadra. La Sampdoria ha solidità, in casa ha battuto Milan e Juventus, fuori casa fa un po’ più fatica ma la classifica è ottima. Giocatori come Quagliarella e Ramirez sono di grande qualità, a centrocampo Praet e Torreira sono una garanzia e anche la difesa è ormai registrata. Si tratta di una squadra che occupa la classifica che gli compete. La Lazio deve far valere però quella che è la sua superiorità, gioca un calcio che mi piace, con l’Atalanta è la squadra che da spettatore guardo più volentieri. Ha giocatori come Lucas Leiva che secondo me hanno contribuito a far fare un gran salto di qualità alla squadra.”