Ciccio Graziani è intervenuto nella trasmissione radiofonica Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Non sono abituato a dire cose che non penso, la Lazio è una gran bella realtà che da due mesi e mezzo a questa parte sta giocando il miglior calcio in Italia. Mi piace vedere anche l’Atalanta e anche la Roma, anche se i giallorossi si esprimono a corrente alternata, mentre al momento la Juventus non mi entusiasma. La Lazio però è una realtà meravigliosa perché con il suo gioco, la sua mentalità e le sue qualità tecniche sta portando avanti un campionato strepitoso. Se la squadra dovesse vincere il recupero contro il Verona sarebbe seconda e a -3 dalla Juventus, credo che neanche i tifosi laziali si sarebbero potuti aspettare un campionato così competitivo.

La Lazio ha un centrocampo che poche squadre possono vantare in Europa, più Immobile che ha la dote di far diventare pulite le palle sporche. Correa sembra sornione, non così forte finché non sfodera giocare da campione vero. Giocano spesso gli stessi ma questo permette di avere automatismi molto collaudati, disconoscere questo significherebbe non essere corretti nei giudizi che uno deve dare.”

Della Roma mi convince il fatto che si tratta di una squadra tecnicamente molto forte, c’è tanta qualità nei singoli ma è una squadra che ci fa dannare per i suoi troppi alti e bassi, a volte gioca da 8 e altre da 5, con errori che a volte sono impensabili per una squadra di tali qualità. Purtroppo negli ultimi tempi si è regalato molto sotto questi aspetti, vanificando con errori individuali le qualità tecniche. L’obiettivo della Roma era quello di lottare per un posto in Champions, comunque.

Chinaglia è sempre stato un mio punto di riferimento, mi chiamavano il Chinaglia della B perché giocavo un po’ ingobbito come lui. Quando sono arrivato a Torino e poi in Nazionale l’ho incontrato e mi ha detto: “Tu mi conosci poco di persona ma io ti voglio bene perché quando giocavi nell’Arezzo mi prendevi come riferimento e hai sempre parlato bene di me, sono felice che tu sia arrivato in alto. Ho chiesto al mister di metterti in camera con me. Eravamo in ritiro a Tivoli, dovevamo giocare contro la Polonia e fui davvero felice di poter condividere del tempo con lui. Giorgio era un carattere spettacolare, carattere e personalità da vendere: era un trascinatore in tutto e per tutto e lo ricordo con grande affetto e stima.

Io ho mio fratello grande tifoso della Lazio, abbiamo sempre vissuto la rivalità in maniera sana, quando mi veniva a vedere da calciatore scherzavo dicendogli: “Sei venuto a gufa’?” ma lui sorridendo mi diceva: “Scherzi, devi fare due gol a partita”. Anche mio nipote Stefano è laziale, ha passato tanti anni in Curva Nord. Addirittura una volta gli ho chiesto se voleva accompagnarmi a Trigoria e si era opposto, l’ho minacciato scherzosamente di rivelare una volta arrivati la sua fede calcistica. Episodi simpatici, per me il tifo deve essere sempre sano sfottò e condivisione di una passione.”

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