L’avvocato Gian Luca Mignogna, promotore della rivendicazione per l’assegnazione dello Scudetto 1915 a Lazio e Genoa, è intervenuto sugli 88.100 di ElleRadio nella trasmissione Laziali On Air, condotta da Danilo Galdino e Fabio Belli:

Per lo striscione esposto in occasione di Lazio-Genoa ci tengo a ringraziare il Comitato Consumatori Lazio e l’Associazione Sodalizio Lazio, se non ci fosse stato il loro supporto sarebbe stato difficile mettere in pratica l’iniziativa. La Lazio crea fascino anche come Polisportiva più grande d’Europa, potremmo imporci di più coagulando tutte le componenti che rappresentano il club.

L’iter della Commissione sta andando avanti, gli spifferi che possiamo ricevere parlano di un lavoro che potrebbe terminare entro novembre per poi essere raccolto ed esaminato dal Consiglio Federale in dicembre. Arrivare a una conclusione della vicenda in occasione del nostro 120esimo sarebbe eccezionale, in ogni caso finché carta non canta dobbiamo attendere l’ufficialità di qualsiasi decisioni e restare in attesa di comunicazioni, senza sbilanciarci.

“Abbiamo scoperto la verità di quel campionato nella storia e questo nessuno potrà cambiarlo. In questo contesto era importante un focus anche sul settentrionalismo di cui soffriva la struttura del campionato 1914/15. La prima Commissione, istituita da Carlo Tavecchio, valutò la questione dello Scudetto 1915 sul piano meramente giuridico. Stavolta invece si è lavorato con la Commissione del presidente Gravina sull’aspetto storico della vicenda. Il settentrionalismo post-bellico fu qualcosa che influenzò pesantemente la società italiana del primo Novecento e il calcio non fece eccezione. Il campionato del Nord terminava a ridosso della finale da giocare contro la squadra campione del centro-sud, che terminava il suo torneo mesi prima della controparte. A volte servivano anche 4 mesi di fermo tecnico per conoscere il nome della sfidante. E’ chiaro come la Lazio, al di là della differenza tecnica arrivasse meno preparata e in forma del campione del Nord.”

“Questo aspetto non sfuggì alle società dell’epoca che si riunirono nel 1914, con un’assemblea di tutte le società romane, per discutere la risoluzione di questo aspetto discriminatorio. Aumentarono le formazioni iscritte al campionato centro-meridionale e nel 1914/15 la Lazio avrebbe giocato per la prima volta la finale a parità di condizioni tecniche rispetto agli avversari. Ho letto che la Fondazione Genoa ipotizzava la mancata difesa della Lazio all’Assemblea Federale 1919, ma il Comitato Regionale Lazio alla ripresa della società era praticamente distrutto, dissolto, tant’è che era retto da un dirigente milanese ad interim, l’ingegner Mauro.”

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