di Danilo GALDINO

“Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore…”
Questi versi di William Shakespeare sono presenti nel cuore di tutti coloro che amano incondizionatamente qualcosa, qualcuno o un ideale.
Quando sposi una causa, sei fedele e pronto a sfidare tutto e tutti per quell’amore, dimenticando ciò che ha generato malumore e dolore, ripartendo continuamente come si fa nelle favole da quel “c’era una volta”, sempre con la stessa gioia e speranza del primo giorno. Certi sentimenti sbocciano all’improvviso e senza rendertene conto, mettono radici profonde all’interno del proprio cuore. Dopo la sconfitta di Milano, sono piovuti insulti a tutto e tutti, si sono lette illazioni e congetture di ogni genere, come ogni volta che questo gruppo vacilla o cade, immediatamente tanti Laziali e non, anziché tendere una mano e aiutarlo a rialzarsi, si sono scagliati con ferocia azzannando alla gola.
“Dubita che le stelle siano fuoco, dubita che il sole si muova, dubita che la verità sia mentitrice, ma non dubitare mai del mio amore…”
Ed è proprio quell’amore incondizionato che ti porta a prendere per mano tuo padre o tuo figlio e andare allo stadio, tornare sempre dalla stessa parte… quella del cuore, quella della tua famiglia, quella delle tue piacevoli abitudini che niente e nessuno potrà mai portarti via.
Ieri c’era il sole che faceva brillare ogni cosa… le nostre bandiere, i sorrisi di tanti piccoli aquilotti, gli occhi di tutti quei padri felici e fieri, le maglie dei colori del cielo e quella coccarda tricolore stampata sul petto. Tutto risplendeva, compresi i nostri ragazzi che sin dal primo minuto hanno ricominciato a giocare come piace a noi. Tutti, nessuno escluso, hanno tradito le aspettative: Sergej dopo 7 minuti da fuori aria e 1-0… gioca questa Banda Inzaghi e non si accontenta o spegne con il passare dei minuti. Il sole dona forza e al 40’ Radu regala un raggio di luce che buca l’incrocio dei pali difesi dal suo omonimo. In molti aspettavano il secondo tempo timorosi, dubbiosi e preoccupati viste le precedenti partite dove la squadra era rimasta negli spogliatoi. Non stavolta però… tutti corrono, si cercano e non danno respiro ai genoani, voglio segnare e nessuno si lamenta delle sostituzioni e delle decisioni del Mister. Entra Caicedo e tre… ma tutti aspettano la rete di Ciro che corre voglioso dall’inizio della partita.
Arriva il 78’ e il nostro bomber segna, esulta e corre, corre felice, corre verso la panchina, corre e cerca il Mister che lo ha valorizzato e coccolato come nessun’altro, corre incontro a quell’allenatore a cui vuole bene come un amico, si abbracciano e rispondono nel modo più bello a tutti… perché se ancora qualcuno non lo avesse capito bene: “Sta Banda nun se scioje co’ un par de vaffanculo!”.
Adesso però non servono troppi elogi, parecchi complimenti sperticati e inutili proclami, ora bisogna solo restare uniti e continuare a giocare dal primo all’ultimo minuto, con la stessa voglia e intensità vista ieri. Continuare a vincere e convincere, già da giovedì in Europa League e continuando domenica a Bologna.
Diciamolo a bassa voce, ma siamo la seconda difesa meno perforata della serie A dietro l’Inter di Antonio Conte e davanti la Juventus di Maurizio Sarri. La strada è sicuramente ancora molto lunga, ma se tutti resteranno concentrati, questa rotta tracciata è quella giusta.
Quando la Lazio nostra vince, dovrebbero essere contenti tutti i Laziali…
Quando la Lazio nostra vince 4-0, tutti i Laziali dovrebbero pensare solamente a gioire e farsi trovare pronti per il prossimo appuntamento…
Perché alla fine, “basta un giorno così, a cancellare centoventi giorni stronzi, e basta un giorno così, a cacciare via tutti gli sbattimenti che ogni giorno sembran sempre di più, ogni giorno fan paura di più, ogni giorno però non adesso, adesso, adesso che c’è un giorno così…”
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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