di Danilo GALDINO

“Nella prosperità è molto facile trovare un amico; nell’avversità, nulla è così difficile…”
Quasi 2000 anni fa il filosofo greco Epitteto già spiegava un aspetto fondamentale che ancora oggi è di strettissima attualità in ogni campo della vita. Quando si vince, si festeggia, si sorride, tutti si avvicinano e si uniscono alle tue fortune, per attingere e beneficiare direttamente o indirettamente di ogni particella di positività che faticosamente è stata realizzata da qualcuno. In quel momento sono tutti apparenti amici, sostenitori e adulatori, anche chi precedentemente ti criticava, derideva o addirittura osteggiava. A tutti, anche ai più grandi ed i più forti, nel corso della storia è capitato un periodo di appannamento, distrazione, dolore o sfortuna. In quel preciso istante ci si trova a fare i conti con le “sabbie mobili” dell’insicurezza.
Questa sensazione di malessere che azzera tutte le convinzioni che si avevano fino al giorno prima, si vive ovunque e non solo dentro un campo di gioco. Questo stato d’animo lo può vivere chiunque, soprattutto chi non resta umile e abbassa troppo spesso la guardia. In quel momento il sibilo dei fischi e le urla di chi aspettava un segno di cedimento si amplificano a dismisura, l’esplosione della rabbia, dell’invidia, della paura e del malessere covato, prova a spingere sempre più in fondo chi è impantanato nelle sabbie mobili.
La Lazio nostra domenica a Ferrara è caduta rovinosamente, sprofondando di colpo nelle sabbie mobili delle incertezze, ridando fiato a tutti quei detrattori che speravano in un momento del genere dall’inizio della stagione.
Dove è finita la squadra che giocava a memoria a Marassi e al derby? Quella che faceva girare il pallone come in un video gioco, che tirava in porta quindici, venti, venticinque volte a partita, quella che lottava e ringhiava dal primo all’ultimo minuto. Dov’è finita quella Banda Inzaghi?
Disattenzione, fragilità, episodi sfortunati, idee confuse, giocatori poco brillanti e svogliati. L’ennesima sconfitta subita nei minuti finali, come già accaduto altre volte in passato, ha fatto perdere di colpo le certezze e l’autostima riconquistate nelle settimane precedenti.
Il Mister deve prendere in mano la situazione, confrontarsi con tutti i suoi collaboratori e ogni singolo giocatore. Apportare qualche cambiamento tattico, mettersi in discussione e dare spazio solamente a chi sta bene ed è motivato. Non c’è tempo da perdere perché oggi è già la vigilia di un’altra partita difficile e importantissima.
L’esordio in Europa League in Transilvania, deve essere affrontato con il piglio e l’umiltà delle grandi squadre, perché in una fase a gironi, iniziare con una vittoria in trasferta può essere determinante per la qualificazione al turno successivo.
In questi momenti l’unico modo per uscire fuori da queste sabbie mobili è restare lucidi, parlare poco, concentrarsi e non farsi travolgere dai vari segnali negativi.
Per farlo serve lavorare, lavorare e ancora lavorare, serve però anche quel prezioso appiglio al quale aggrapparsi con tutte le forze e ritirarsi su il più in fretta possibile.
Nel vedere quest’ultima Lazio siamo tutti perplessi, preoccupati e scoraggiati, ma non serve essere eccessivamente disfattisti e catastrofici, adesso c’è bisogno di ulteriore sostegno e di una vittoria.
Guardando ieri sera l’esordio delle squadre italiane in Champions League, abbiamo potuto fare diverse considerazioni: in primis il pareggio dell’Inter acciuffato al 92’ a San Siro contro lo Slavia Praga, deve ricordarci che non esistono squadre deboli o partite facili in Europa. Vedendo il Napoli di Ancelotti battere i campioni d’Europa in carica del Liverpool per 2-0, ci siamo resi conto che il buon lavoro portato avanti nel tempo dalla società partenopea, ha catapultato la squadra azzurra a una dimensione d’altissimo livello. La qualità certificata, mantenuta e costantemente rinforzata negli anni, alla lunga ha permesso di allestire un gruppo capace di essere protagonista in Italia e in Europa. Avere sempre allenatori e giocatori d’alto profilo e di caratura internazionale su cui puntare, ha permesso di fare costanti passi in avanti. Il Napoli è la quinta squadra in Italia per ingaggi corrisposti ai suoi calciatori, versando una trentina di milioni in più rispetto alla Lazio, che lo segue al sesto posto con circa 70 milioni di euro. Società come Inter, altri e Milan, spendono di più e nel corso degli ultimi sei-sette anni oltre a vincere poco o nulla, si sono indebitate fino al collo.
L’Europa aiuta a capire la vera dimensione di una squadra italiana, quindi è fondamentale affrontare l’impegno di domani con rispetto e voglia di riscattarsi immediatamente. Nulla è compromesso perché siamo alle fasi iniziali di un’intera stagione, con una serie di ottime prestazioni e di vittorie, si sistemerebbero diverse cose.
Ci sono già parecchi plotoni d’esecuzione mediatici pronti a sottolineare tutti gli aspetti negativi emersi in quest’ultima settimana e in molti casi ad inventarne di nuovi, se anche noi Laziali cadremo in questa trappola, avranno vinto coloro che provano a combatterci dal primo giorno. Sicuramente qualcosa che non gira nel giusto verso c’è, ma ricordiamo che negli ultimi tre anni, questo gruppo ha già dimostrato di saper reagire alle difficoltà.
“Nella prosperità è molto facile trovare un amico; nell’avversità, nulla è così difficile…”, ecco ora la Lazio nostra ha bisogno degli amici, quelli veri, quelli che ci sono sempre, quelli che non tradiscono mai, e che sono sempre pronti a tendere la mano per tirarla fuori dalle sabbie mobili. Quegli amici che parlano sempre con onestà, che fanno notare gli errori commessi, ma al tempo stesso aiutano anche a risolverli, con pazienza e amore incondizionato.
Siamo tutti molto arrabbiati e delusi, ma ora serve la tua mano e non il tuo giudizio, serve il tuo sostegno e non la tua feroce critica, serve la tua passione e la tua forza. E perché serve tutto questo?
Perché domani voglio andare a vincere in Europa… Capito?!?
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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