di Danilo GALDINO

Ci sono tantissimi giocatori, parecchi mezzi giocatori, diversi buoni calciatori, molti altri sopravvalutati e considerati frettolosamente dei campioni, esistono pochissimi fuoriclasse e poi ci sono: i vincenti!
Nel mare magnum del calcio di oggi, c’è veramente di tutto e spesso i nostri giudizi vengono condizionati dall’euforia di una bella vittoria o dalla delusione di una sconfitta inaspettata. Questi stati d’animo distorcono i reali valori di un calciatore come quelli di un’intera squadra, ma lo sport come ogni ambito della vita, davanti ai risultati ottenuti o ai numeri, non lascia spazio a troppe interpretazioni.
Chi sono i vincenti? Sono quei talenti che non smettono un solo giorno di mettersi in discussione, che lavorano una vita intera per migliorare i loro difetti senza crogiolarsi troppo sui risultati ottenuti. I vincenti li riconosci subito dal loro sguardo, sempre concentrato e mai distratto. I loro occhi spiritati sono fari che illuminano la via e tracciano il cammino verso il successo a tutte le persone che gli stanno accanto. Per questo i vincenti vengono definiti trascinatori, leader, capi carismatici o Campioni veri, con la C maiuscola e la filigrana.
I vincenti non snobbano mai l’avversario che hanno difronte, che sia un pericoloso gigante o un piccolo gnomo apparentemente innocuo, affrontano sempre tutti con il massimo rispetto e con estrema attenzione.
I vincenti odiano fare brutte figure, perché hanno rispetto per il proprio sacrificio e ancor di più, per quello fatto da tutte le persone che li seguono e sostengono.
I vincenti continuano a vincere ogni giorno perché non si rilassano mai, non abbassano mai la guardia e azzerano ogni mattina il contachilometri della presunzione.
I vincenti si allenano più degli altri, si impegnano più degli altri, faticano più degli altri, corrono più degli altri.
I vincenti non hanno età, possono essere più o meno giovani, ma restano sempre dei vincenti che vogliono fare la differenza.
I vincenti non si fanno frenare o abbattere da uno, due, tre, quattro pali colpiti, non si fanno condizionare dalla componente sfortuna, o dall’errore di valutazione di un arbitro.
I vincenti trasformano tutto ciò che è apparentemente negativo, in forza e rabbia propositiva capace di spazzar via tutto e tutti.
Il vincente si concentra esclusivamente sull’errore commesso un minuto prima per non ripeterlo più, non ripensa alla bella giocata fatta o al successo ottenuto in precedenza.
Dopo un buon primo tempo, un vincente non pensa di aver già facilmente vinto una partita, non commette certi errori di presunzione e sufficienza, perché chi vuole vincere sa bene che nel calcio ogni avversario può improvvisamente riaprire e ribaltare una sfida.
Un vincente ha una memoria da elefante, non dimentica chi lo ha colpito e sconfitto un anno prima, non fa troppi calcoli, non pensa a risparmiare energie dopo appena tre giornate di campionato.
Ieri pomeriggio la Lazio nostra, ha fatto rivedere i soliti errori, quelli che ci hanno portati a un deludente ottavo posto appena quattro mesi fa, gli stessi che ci hanno fatto perdere un’importante quarto di finale di Europa League a Salisburgo e punti preziosi per la corsa al quarto posto due anni fa.
Si vince, si festeggia e si dividono i meriti tutti insieme quando si alza al cielo una Coppa Italia, ma allo stesso tempo, quando si vivono giornate deludenti come ieri a Ferrara, tutti devono assumersi le proprie responsabilità ed essere giustamente criticati. Sul banco degli imputati, oggi troviamo i giocatori più importanti che hanno tradito le aspettative e non possono ancora essere considerati dei vincenti; quei calciatori che continuano ad evidenziare i soliti limiti tecnici, fisici e di concentrazione; fino al nostro Mister e le sue scelte che hanno lasciato più di qualche dubbio in tutti noi.
Tutti dovranno lavorare, lavorare e ancora lavorare sodo, per recuperare il terreno perso e la fiducia di un intero ambiente.
L’unica strada che conoscono i vincenti, è quella del lavoro costante, del sacrificio estremo e dell’umiltà, quindi poche chiacchiere da parte di tutti e immediatamente tornare a correre, giocare e vincere.
Anche ieri, gli unici veri vincenti sono stati tutti i Laziali presenti allo stadio Paolo Mazza, loro sì che non hanno preso sottogamba l’avversario, si sono fatti trovare tutti pronti al proprio posto, ci hanno sempre creduto e non hanno mollato fino al triplice fischio di Calvarese.
È la dura legge del goal, gli altri segneranno, però che spettacolo quando giochiamo noi, non molliamo mai. Loro stanno chiusi, ma
cosa importa chi vincerà, perché in fondo lo squadrone siamo noi… solo e soltanto noi.
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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