di Danilo GALDINO

“Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Fausto Coppi!!!”.
Il giornalista Mario Ferretti aprì la sua radiocronaca con questa frase che fece epoca. Il Laziale Fausto Coppi concluse a Monza, in maglia rosa, vincendo il suo terzo Giro d’Italia. Rimase storica la sua impresa nella terzultima tappa di questo giro d’Italia, la Cuneo – Pinerolo, dove Coppi percorse in fuga solitaria 192 km e ben cinque colli alpini.
“Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Simone Inzaghi…”
Dopo svariati decenni questa frase calza a pennello per il nostro Mister, al comando di un gruppo di ottimi giocatori, giovani talentuosi, e collaboratori fedeli. Tutti lo seguiranno tra pochi giorni con dedizione, fiducia e volontà, e l’auspicio di tutti è che lo facciano senza indugi e senza limiti. Lo seguiranno a partire da sabato mattina tra i boschi di Auronzo di Cadore, lui in sella alla sua bicicletta tirerà il gruppo che correrà verso nuove sfide.
Un uomo solo al comando, perché questo è il destino di tutti coloro che accettano sempre nuove sfide, che non si accontentano, che non cercano strade più agevoli e in discesa, che seguono sempre e solo il proprio cuore e la loro ambizione, cercando costantemente di superare limiti e traguardi già conseguiti.
Se questa sua fantastica avventura biancoceleste fosse un film, potrebbe intitolarsi: La Banda Inzaghi atto IV!
Del suo primo anno ricordiamo un gran bel gioco espresso, le vittorie ai derby in semifinale di Coppa Italia e in campionato per 1-3 dopo quattro anni consecutivi di pareggi e sconfitte. Poi la finale del 17 maggio 2017 persa per 2-0 contro la Juventus più vincente della storia del calcio e il quinto posto in classifica.
Nel secondo anno, scaccia subito via lo spettro che in molti chiamavano “la maledizione del secondo anno”, vincendo ad agosto il suo primo trofeo da allenatore battendo la stessa Juventus stellare nella finale di Supercoppa Italiana. Nonostante una sfilza interminabile di torti arbitrali subiti per tutto l’anno, la sua Banda segna 123 reti stagionali piazzandosi dietro le più prolifiche big d’Europa, arriva al quarto posto a pari merito con l’Inter di Spalletti che ci soffia la Champions League al fotofinish per i migliori scontri diretti, perde una semifinale di Coppa Italia ai calci di rigori contro il Milan e vede sfumare una semifinale di Europa League per una folle sconfitta rocambolesca contro il Salisburgo.
Il terzo atto si è concluso da quasi due mesi con la conquista della Coppa Italia contro l’Atalanta, un Europa League conclusasi subito dopo la fase ai gironi e un deludente ottavo posto in campionato.
Adesso Simone e la sua Banda sono pronti a rilanciare per il quarto anno consecutivo.
Lui come noi sa bene che non sarà facile continuare a vincere e far sempre meglio, lui come noi sa bene che servirà tanta passione, molto lavoro e una fede incrollabile per sconfiggere i vari avversari e raggiungere altri traguardi importanti.
Lui come noi, sa bene che nel calcio tutto si azzera puntualmente e bisogna sempre ricominciare come fosse il primo giorno.
Lui come noi, sa bene cosa vuol dire essere Laziale!
Scrivi Simone Inzaghi e leggi Lazio… perché il nostro Mister è stato rapito e conquistato 20 anni fa dal nostro stesso sentimento. Un sentimento che cerca di alimentare e profondere in tutti i ragazzi che hanno la fortuna ed il privilegio di vestire i nostri colori.
È veramente bello sentire le sue parole e quelle di tutti i suoi più fidati collaboratori, i loro volti si illuminano quando parlano della Lazio nostra, della Lazio loro… Un gruppo cresciuto giorno dopo giorno insieme: allevando campioncini, facendoli diventare uomini e importanti calciatori di serie A, alzando trofei e coppe, esultando con il loro popolo.
È da tanto che non sentivamo parlare di Lazio dei Laziali e finalmente negli ultimi anni siamo tornati a farlo. Sì, dei Laziali come tutti noi, cresciuti con l’aquila sul petto e che comprendono bene cosa significhi rappresentare in campo e non solo, il sogno di tutti noi.
“Un uomo solo è al comando; la sua maglia è biancoceleste; il suo nome è Simone Inzaghi!”
Stiamo vicino a questo giovane Mister Laziale, perché ciò che è accaduto negli ultimi trentasei mesi in campo e fuori, non deve essere mai dimenticato. Non ci sarà mai tregua, per chi è costretto a battagliare ogni giorno della propria vita contro un sistema che non ci ha mai voluto bene e che ha sempre sofferto la nostra ingombrante presenza.
Lui e la sua Banda, potrà contare solo sul sostegno del popolo Laziale. Noi e loro… uniti!
Saranno settimane e mesi duri da vivere e affrontare, sarà un’altra stagione ricca di insidie e pericoli, ma uniti tutto è possibile, quindi quell’uomo solo al comando con la maglia biancoceleste, cerchiamo di farlo sentire solo il meno possibile. Aiutiamolo, proteggiamolo e sosteniamolo sempre, per continuare a sognare in barba alla realtà che ci circonda e ci vorrebbe relegare ad un ruolo marginale o in un angolo oscuro.
La forza della Banda per forza viene fuori, nel nome di te, nel nome di chi c’è, non ci sono scuse. O suoni oppure ti lasci suonare…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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