di Danilo GALDINO

Si narra che un giorno Pandora scoperchiò il vaso, liberando così tutti i mali del mondo, che erano gli spiriti maligni della vecchiaia, gelosia, malattia, pazzia e il vizio. Sul fondo del vaso rimase soltanto la speranza, che non fece in tempo ad uscire prima che il vaso venisse nuovamente chiuso. Dopo l’apertura del vaso il mondo divenne un luogo desolato, spettrale ed inospitale, molto simile ad un deserto, finché Pandora non decise di riaprirlo e far uscire anche la speranza, ed il mondo come d’incanto riprese a vivere.
La speranza è l’unico antidoto che abbiamo per affrontare e superare ogni agente destabilizzante e depotenziante, la speranza è quella componente che ti permette di non farti mai condizionare dalla valanga di “non notizie” e bugie che leggiamo puntualmente su diversi quotidiani.
Come una fastidiosa litania abbiamo ascoltato voci di personaggi poco credibili e malinformati, raccontarci per settimane e mesi che Simone Inzaghi sarebbe andato via ed invece ha prolungato il suo contratto con la Lazio nostra fino al 2021, che il Direttore Sportivo Igli Tare dopo 10 anni sarebbe andato via ed invece è ancora qua, che il Club Manager Angelo Peruzzi abituato a firmare contratti annuali sarebbe andato via ed invece ieri ha prolungato il suo contratto fino al 2022.
La speranza è quella che ti permette di mantenere sempre il giusto atteggiamento per compiere gli ultimi passi che ci separano dai nostri sogni, dalle conquiste e dalle vittorie. Siamo cresciuti ascoltando il motto: “Squadra vincente non si cambia…”, e in questi ultimi tre anni una sola squadra è stata vincente in Italia per ben due volte oltre la Juventus pigliatutto: è la nostra Banda Inzaghi!
Questo gruppo è fatto di persone che si rispettano, si conoscono, si stimano e si divertono tra di loro. Tutto questo da chi è all’esterno e non ama sin dall’infanzia la Lazio nostra, è visto come un problema da combattere, un aspetto da demolire per indebolire una squadra fastidiosa.
Il vaso di Pandora del calcio italiano è stato aperto da diverso tempo e tutto il male che tiene in pugno questo splendido gioco è uscito fuori: risultati condizionati da direzioni arbitrali discutibili; errori troppo spesso a senso unico; squadre che crollano o si scansano davanti a certi avversari; squadre altamente indebitate sostenute e spinte verso l’alto dalle lobby di potere; favori di ogni genere tra club “amici”; trattative di mercato con corsie preferenziali e pagamenti spalmati come mutui; finanza creativa e plusvalenze salva bilanci che arrivano puntuali in soccorso; trattamenti mediatici apparentemente inconcepibili e costantemente faziosi.
C’è un però, che cambia puntualmente le carte in tavola, stravolge piani e strategie, pronostici e verdetti già scritti, qualcosa che è rimasto in fondo al vaso di Pandora e come sempre può spazzar via tutto ciò che di scorretto, sporco e ingiusto, imprigiona il mondo pallonaro: la speranza!
All’interno della speranza, trovano rifugio forze che neanche si immaginavano di possedere, la fede irriducibile e incrollabile, il coraggio che ti porta sempre a rialzarti dopo ogni caduta, la forza delle idee, la tenacia che azzera i problemi e anestetizza la stanchezza, l’entusiasmo di chi è spinto da una autentica passione, l’umiltà di chi non si sente mai arrivato, il sacro furor di chi vive. Nella speranza affondano le radici della ribellione e sbocciano le imprese più straordinarie.
Non sarà semplice mantenere la calma e la lucidità in questi mesi estivi, non sarà facile rimanere impassibili davanti agli assalti di tutto quello che è contenuto all’interno del vaso di Pandora, di quel potere oscuro e sempre più sporco.
Serviranno dosi massicce di lucidità, obiettività, tranquillità, fiducia e… speranza… tanta tanta speranza. La stessa che ci ha accompagnati fino alla conquista delle ultime due coppe alzate in cielo negli ultimi mille giorni di vita.
La speranza non è mai mancata nei nostri cuori, la stessa che in un pomeriggio di trentuno anni fa, ci permise di uscire fuori dall’inferno della serie B. Quel 19 giugno del 1988 l’Olimpico ancora scoperto, era completamente pieno di bandiere e sciarpe, un tutt’uno con il biancoceleste del cielo. Da quel 3-1 al Taranto e quella promozione in serie A, la storia è cambiata completamente. Vittoria dopo vittoria, trofeo dopo trofeo, oggi siamo arrivati ad essere la squadra italiana del centro-sud che negli ultimi trent’anni ha vinto più titoli, l’unica formazione che tiene il passo delle tre grandi: Juventus, Inter e Milan.
Guardati intorno e sorridi felice, perché altre 18 tifoserie della serie A, vorrebbero aver vissuto i nostri ultimi 1000 giorni. Sorridi perché nelle prossime 365 albe continuerai a vivere momenti unici ed emozionanti: un’altra finale di Supercoppa Italiana contro i più forti di tutti, uno scudetto speciale come quello del
1914/15 da poter finalmente mettere nella bacheca trofei, un compleanno con 120 candeline da spegnere e tante e tante altre giornate cariche di speranza e amore… e poi ancora, ancora amore, amor per te…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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