di Danilo GALDINO

“Ho parcheggiato e camminato, non so quanto, non so dove sono qua, ma so soltanto che si sente un buon profumo, un bel silenzio e l’acqua che va, lontano da me, lontano da noi. Lontano dalla giostra che non si ferma mai, io c’ho il biglietto sì, ma questa corsa la vorrei lasciare fare a voi, solo a voi, lascio fare a voi, che io sto bene qui, seduto in riva al fosso…”
Questa è la sensazione di estrema tranquillità che stiamo vivendo un po’ tutti noi Laziali in queste ultime due giornate di campionato. Dopo aver camminato e lottato per parecchi mesi, dopo aver schivato colpi letali che avrebbero fatto esalare l’ultimo respiro alla nostra Banda Inzaghi, dopo aver vinto la sfida più importante della stagione e alzato in cielo un importante trofeo, dopo aver raggiunto la matematica qualificazione alla prossima Europa League in un solo colpo, ora ci troviamo seduti in riva al fosso, spettatori rilassati di tutto quello che scorre sotto di noi.
La corrente trascina di tutto: carcasse di squadre come il Chievo Verona che per parecchi anni è sempre stato un avversario arrendevole contro gli altri e sempre determinato e voglioso di imprese eccezionali contro di noi.
La corrente dell’acqua in queste ultime ore, sta generando mulinelli pericolosi, che hanno risucchiato verso il fondo altre formazioni che non sono state mai particolarmente simpatiche: domenica prossima quel Fiorentina – Genoa potrebbe regalare un’altra piacevole sorpresa dopo la retrocessione dei clivensi. Una delle due squadre potrebbe inaspettatamente affogare in serie B, si quella Fiorentina che ai tempi della Presidenza Cecchi Gori fece di tutto per farci perdere uno scudetto e quella tifoseria viola mai stata nostra amica. L’altro club è quel Genoa del Presidente Preziosi, che ogni hanno ci ha tolto punti preziosi per la corsa alla qualificazione Champions e che ha sempre avuto uno stretto rapporto di collaborazione e amicizia con l’altra società della Capitale. Chissà cosa accadrà allo stadio Artemio Franchi…
Seduti in riva al fosse continuiamo a ridere divertiti ripensando a Luciano Spalletti che esattamente un anno fa, usciva dal campo dopo averci soffiato la qualificazione Champions League all’ultima giornata e insultandoci pesantemente nella pancia dello Stadio Olimpico. Sorridiamo vedendo quello che sta accadendo nella corsa al terzo e quarto posto che vede coinvolte l’Atalanta, l’Inter, il Milan e gli altri. Sorridiamo ripensando alla “vittoria psicologia” della Coppa Italia di Gasperini e le parole del povero Vittorio Feltri che ancora non si è ripreso dalla cocente sconfitta di mercoledì scorso. Sorridiamo ripensando al comportamento dei dirigenti rossoneri in occasione della vittoria dello scorso anno con la rete segnata di mano da Cutrone, o ai comunicati e le parole post Milan-Lazio di campionato per sminuire i comportamenti irrispettosi di Kessie e Bakayoko, o alle accuse fantasiose di razzismo rivolte a tutti i tifosi Laziali e andate avanti per giorni dopo la sconfitta nella semifinale di Coppa Italia.
Sorridiamo vedendo tutto quello che è accaduto dall’altra parte del Tevere dopo l’umiliante sconfitta del derby del 2 marzo scorso. Un vero terremoto sportivo che settimana dopo settimana, ha fatto crollare tutto il castello di bugie, false speranze e grandi illusioni, creato negli ultimi anni da una campagna mediatica di regime: da “famo o stadio” perché serve a tutti, siamo arrivati a “non volemo o stadio”; dallo stravolgimento ed il cambiamento di tutte le facce ed i ruoli chiave di una squadra e una società che annaspa tra incertezze e ridimensionamento; fino all’allontanamento e l’ammainare le ultime bandiere rimaste in campo.
In qualunque caso domenica sera, un paio di queste squadre saranno molto deluse di una mancata qualificazione in Champions League. La partecipazione alla prossima Europa League o ai preliminari da iniziare a giocare tra poche settimane, sarà accolta come una sconfitta.
Sorridiamo e restiamo lontani dalla giostra del campionato che non si ferma mai, nonostante abbiamo in mano il biglietto con su scritto “ancora due giri: Lazio-Bologna e Torino-Lazio”, ce ne stiamo comodamente seduti in riva al fosso a guardare cosa passa sotto di noi, consapevoli che tutto quel che sarà, verrà comunque giudicato con un gran sorriso di rivalsa, una bella coccarda tricolore sul petto da esporre per i prossimi dodici mesi e un biglietto già in mano per un’altra finale di Supercoppa e un altro giro in Europa.
Erano anni che non capitava di vivere questi ultimi giri di giostra con questa tranquillità e questa gioia, so soltanto che qua nella posizione dove ci troviamo “si sente un buon profumo, un bel silenzio e l’acqua che va, lontano da me, lontano da noi…”, questa corrente porta via tanto e nel giorno del calendario più amato e importante del nostro popolo, tutti i detriti verranno trascinati a valle e di colpo l’acqua tornerà ad essere cristallina.
In queste ore il ronzio delle fastidiose mosche della comunicazione, prova a turbare la nostra quiete con il caso Inzaghi: va alla Juventus o resta alla Lazio nostra? In entrambi i casi la Lazio continuerebbe ad andare avanti come accade ininterrottamente da 119 anni, in entrambi i casi dovremmo essere felici per questo allenatore Laziale che negli ultimi 20 anni ci ha regalato tante emozioni. Egoisticamente in molti di noi per riconoscenza, stima e affetto, lo vorrebbero incatenate ai cancelli di Formello per i prossimi dieci anni, ma sappiamo bene come va il calcio. Se dovesse andare alla squadra più forte d’Italia sarebbe bello per lui a livello professionale, ma se dovesse restare sarebbe ancor più bello per lui e soprattutto per tutti noi, che continueremo a goderci uno degli allenatori che ha fatto meglio sulla panchina biancoceleste.
Tutto questo non turberà questa fantastica sensazione che si vive in questi giorni qua seduti in riva al fosso a guardare da spettatori i cadaveri dei nostri nemici sportivi che la corrente trascina via. Stasera da quassù ci godremo l’ultimo giro di campo della stagione dei nostri ragazzi, saluteranno tutti con una bella Coppa in mano, meritando un lungo applauso e un ringraziamento speciale per averci portato fino qua.
Tra poche ore sarà una nuova occasione per far sventolare mille bandiere come piace a noi…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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