di Danilo GALDINO

“Non sei abbastanza bello… non sei abbastanza bravo… non sei abbastanza convincente… non sei ciò che saresti voluto essere e non lo sarai mai… non sei niente di speciale… non sei nessuno… non sei forte…”
Subito dopo aver cominciato a muovere i primi passi ed iniziato a parlare, tutti abbiamo ascoltato queste frasi. C’è sempre stato e continuerà ad esserci qualcuno pronto a giudicarti e puntare il dito contro di te. Lo faranno in ogni momento della tua vita, sia nelle giornate più luminose e colorate, sia quando le nuvole renderanno tutto più scuro e grigio da affrontare. Tanti cercano di indebolire chi hanno davanti, per sentirsi più forti e sicuri di se, rendere vulnerabile il proprio avversario per sfiancarlo e fargli perdere convinzioni, desiderio e autostima.
Le tue orecchie potranno ascoltare fischi, insulti, giudizi spietati e severi, per uno, due, tre, dieci, centoventi giorni ininterrottamente, ma c’è un però che mette sempre tutti a tacere: la vittoria!!!
Il vincente ha sempre ragione, le vittorie ammutoliscono qualsiasi bocca, spazzano via pareri soggettivi e opinioni influenzate da qualsiasi fattore o interesse personale.
Nella vita come nello sport o nel poker, chi vince e raggiunge il risultato finale, si prende tutto il piatto!
La Coppa Italia al pari di tutte le altre competizioni, ha dimostrato che nulla è facile, che se non c’è la giusta concentrazione, determinazione o forma fisica, tutti possono soffrire e faticare, inciampare e cadere. I pronostici scontati non esistono, le partite già vinte prima di cominciare non esistono, le vittorie morali non esistono. In Coppa ancor più del campionato italiano, l’avversario non può essere snobbato preso sotto gamba.
Che sia un turno sulla carta abbordabile come lo Spezia, l’Alessandria o il Novara, bisogna sempre restare concentrati.
Può capitare di non riuscire a giocare come si vorrebbe, di non riuscire a correre quanto si vorrebbe, di non riuscire a mettere in pratica nel giusto modo gli schemi provati e riprovati per giorni. Può accadere che squadre considerate le più forti del tabellone e tra le più pubblicizzate in Italia, possano cadere rovinosamente in campi come Firenze o Bergamo. Può accadere che la spocchia e la superficialità di molti possa giocare brutti scherzi e dare per scontato l’esito di una gara o di un’intera competizione.
Le passeggiate di salute non esistono, tutti devono dare sempre il meglio e lottare. Per uno, due, tre, dieci, centoventi giorni di fila abbiamo sentito e letto sempre gli stessi commenti e giudizi per la Lazio nostra: “Vince, ma soffre!”, “Vince, ma non convince!”, “Vince, ma non è più bella come in passato”, “Vince, solo con le squadrette e perde con le big!”, “Ora vince le partite più importanti e perde punti con le formazioni più scarse!”, “Vince solo le Coppette in Italia e in Europa sono vent’anni che non vince qualcosa!”, “Vince ma non è più continua e affidabile!”. Tutto più o meno condivisibile o contestabile, ma c’è un little dettaglio che sfugge a molti: è tra le poche che VINCE!!!
Si questa squadra e questa società vincono con una continuità impressionante, imprimendo il nome Lazio sui vari trofei e l’albo d’oro.
Con la vittoria della settima Coppa Italia, la Lazio nostra agguanta l’Inter al terzo posto della classifica della competizione nazionale, tallonando gli altri fermi da undici anni al secondo posto con nove trofei vinti. La Juventus pigliatutto vittoria dopo vittoria è arrivata a quota tredici.
Con la vittoria di mercoledì sera, la Lazio nostra sale di diritto sul podio delle tre squadre italiani più vincenti negli ultimi vent’anni… non per uno, due, tre, dieci, centoventi giorni, ma in un ventennio è riuscita a raggiungere le formazioni storicamente più ricche, potenti e titolate del nostro paese. Per un secolo tutto questo poteva essere considerato utopistica fantascienza, ma poi è arrivata la seconda Coppa Italia del 1998 e la storia è cambiata radicalmente. Con l’ultimo successo griffato Milinkovic-Correa, siamo saliti a cinque trofei negli ultimi quindici anni di gestione Lotito. Il proprietario della società può essere antipatico o simpatico, ma i numeri parlano chiaro e mettono a nudo tante teorie complottistiche, pregiudizi velenosi e disamine fantasiose.
Per uno, due, tre, dieci, centoventi giorni, siamo stati costretti a leggere, vedere e ascoltare articoli, programmi e servizi televisivi, che esaltavano squadre come il Napoli, l’Inter e gli altri, che non vincono nulla da parecchi anni.
Questa Lazio nostra nonostante non abbia il fatturato più alto della serie A, nonostante non abbia il monte stipendi più alto, nonostante non abbia debiti con fondi ed istituti di credito per centinaia di milioni, nonostante non abbia milioni di followers sparsi per il mondo, nonostante non abbia capitani romani, nonostante tutto… vince e questo è ciò che conta veramente.
È scontato che tutti i tifosi d’Europa vorrebbero vedere il calcio pirotecnico del Liverpool, che ha fatto stropicciare gli occhi a tutti i tifosi e gli addetti ai lavori, nelle ultime due stagioni, ma in qualsiasi paese e competizione conta solo vincere…
Vincere aiuta a vincere, permette di crescere e migliorare sotto tutti i punti di vista. Alla fine di una partita come alla fine di una stagione le pacche sulle spalle, le strette di mano e di complimenti contano mooolto meno di una Coppa alzata in cielo.
Chi vince non deve assolutamente adagiarsi sui propri successi, deve cercare continuamente di migliorare e crescere, ogni giorno come se fosse il primo. Questo vale per la nostra squadra che scende in campo, ma anche per noi tifosi che la dobbiamo sempre difendere da tutto e sostenere ad oltranza. Lunedì sera ci sarà l’ultima partita casalinga della stagione contro il Bologna e sarà la giusta occasione per salutare e ringraziare la nostra Banda Inzaghi per l’ennesimo trofeo vinto. È proprio vero, basta un giorno così, a cancellare centoventi giorni stronzi…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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