di Danilo GALDINO

“Ciò che non mi distrugge, mi rende più forte.”
Aveva proprio ragione Nietzsche, la delusione e la rabbia scaturita dalla sconfitta arrivata ieri sera a Ferrara, nei minuti finali di una partita difficile, tirata ed equilibrata, può stordire, indebolire e abbattere molte persone. Sì tutte quelle persone fragili, insicure e labili, che si fanno risucchiare nelle sabbie mobili delle incertezze, del pessimismo e dei piagnistei. Tutte quelle persone che all’ennesimo teatrino messo in piedi dall’arbitro Guida, anziché incazzarsi come un qualsiasi tifoso innamorato della propria squadra del cuore, hanno colto la palla al balzo, per ricominciare ad attaccare tutto e tutti: società, allenatore, squadra. Sono sempre di più quelli che aspettano un nostro passo falso per tornare a celebrare il funerale della Lazio nostra. Sono tanti, tranne noi…
Non è bastato a certi personaggi l’anno scorso, una stagione condizionata da una serie infinita di torti arbitrali che ci hanno frenato. Questi “mutanti” li riconosci subito, sono quelli del “se vincevi a Crotone ci andavi in Champions League”, “se non te la facevi addosso l’ultima giornata contro l’Inter ci andavi in Champions League”, “la verità è che la società non ce vole annà in Champions League”.
Queste figure che affollano il nostro mondo, dimenticano o fanno finta di non ricordare, che se ci fosse stato dato ciò che meritavamo nel corso dell’anno in modo onesto e imparziale, alle ultime tre giornate avremmo potuto far giocare la primavera e saremmo potuti andare a festeggiare con un mese di anticipo la conquista di un traguardo importante, prestigioso e parecchio remunerativo.
Domenica scorsa a Milano ci siamo trovati davanti a un bivio che avrebbe indirizzato un’intera stagione. Due porte davanti a noi: una che ci avrebbe fatto piombare di colpo nella lotta per non restare fuori dall’Europa, e l’altra che ci avrebbe ricatapultato tra i protagonisti delle zone alte della classifica.
Dopo la sconfitta del Milan a Marassi e la vittoria del Napoli contro gli altri, dovevamo solo e soltanto vincere contro l’Inter per rilanciarci prepotentemente nella lotta Champions.
La Banda Inzaghi vincendo meritatamente contro i nerazzurri, ha nuovamente fatto saltare i piani di molti.
Questo turno infrasettimanale di campionato, ha partorito tante altre sorprese ed evidenziato le difficoltà fisiche e mentali di varie squadre: il Milan ha pareggiato in casa con l’Udinese inanellando il terzo risultato negativo consecutivo, gli altri hanno pareggiato in casa contro la Fiorentina proseguendo la striscia negativa che li accompagna da settimane, l’Inter si è ritrovata a Genova e ha ripreso una boccata d’ossigeno, il Torino ha battuto la Sampdoria e ha riagganciato il gruppo che corre per la Champions e l’Europa League, l’Atalanta stasera potrà sfruttare il turno contro il Bologna prima di andare a far visita all’Inter a San Siro.
Tutti questi risultati sono venuti in nostro soccorso a livello di classifica, perché la sconfitta di ieri sera, sposta poco o nulla. In troppi guardando i punti e facendo calcoli, dimenticano più o meno volutamente, che la Lazio nostra deve recuperare una partita il 17 aprile.
Domenica si materializza un’altra porta davanti a noi, un altro bivio fondamentale, l’ennesima giornata di campionato fatta di incroci pericolosi per tutti. Servirà uno stadio Olimpico caldo, pronto a sostenere la Banda Inzaghi, pronto ad accompagnarla davanti alla porta giusta. Quell’ingresso scelto da chi non desiste, da chi reagisce sempre ad ogni avversità con tenacia e coraggio irriducibile.
Questa Lazio nostra ha dimostrato negli anni di essere una squadra con le palle d’acciaio e la sfrontatezza di chi è consapevole delle proprie potenzialità.
Questa Lazio nostra ha già dimostrato di sapersi rialzare sempre, reagendo con la rabbia di chi è più forte delle ingiustizie e si ribella a chi da sempre ci vorrebbe morti, cancellando e spazzando via tutto il mare di fango che in molti provano puntualmente a gettarle addosso.
Da ieri sera siamo passati dal “grazie Mister per questi 3 anni” ad “Inzaghi non c’ha capito niente”, dal “Grandissima Lazio” di domenica sera siamo tornati ad “Abbiamo una squadra piena di pippe dove voi annà”, l’isteria che si è impadronita di certi tifosi è inarrestabile.
“Ciò che non mi distrugge, mi rende più forte.”
Questa Lazio merita rispetto, amore e sostegno costante da parte di tutti noi.
Questa Lazio va scortata in ogni stadio, va protetta in ogni ambito dagli attacchi degli avversari e dall’infimo fuoco apparentemente amico che arriva quotidianamente alle spalle.
Questa Lazio la trovi nelle parole del Mister cariche di voglia di riscatto e orgoglio, la trovi in un infuocato settore ospiti, la trovi in un nuovo coro cantato a squarciagola, la trovi negli occhi di tutti i poeti guerrieri che affollano e colorano stazioni, aeroporti e stadi d’Italia e d’Europa.
“Ciò che non mi distrugge, mi rende più forte.”
Questa Lazio nostra è immortale, mai doma, inarrestabile. Questa Lazio nostra nonostante la caduta di ieri sera, ci continua a far sognare e ci permette di immaginare che anche se i poteri del calcio insisteranno a farci la guerra, continuerà a rispondere colpo su colpo fino alla fine.
No, non puoi fermare, chi ancora non si arrende e ha un cuore impavido e ribelle.
No, non puoi sperare di fermarci facilmente perché siamo come il vento noi…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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