di Danilo GALDINO (foto © Antonio FRAIOLI)

L’acronimo S.P.A.L. riporta un po’ alla mente l’impacciato e goffo Carlo Verdone quando nel film “Acqua e Sapone”, provava a spiegare che la sigla A.T.A.C. significava Associazione Teologica Amici Cristo.
Non tutti sanno che S.P.A.L. significa Società Polisportiva Ars et Labor. La squadra di Ferrara è nata come circolo religioso-culturale Ars et Labor nel 1907 e divenne in breve tempo polisportiva, affiliando la propria sezione calcistica alla FIGC nel 1910 come Ferrara Football Club. Nel 1913 il ramo sportivo si separò dal circolo prendendo il nome Società Polisportiva Ars et Labor. La squadra di calcio nel 1919 fece lo stesso e prese la stessa denominazione.
A 420 chilometri dalla Capitale ci sarà il nuovo stadio Paolo Mazza ad attendere la Banda Inzaghi in questo ennesimo turno infrasettimanale di campionato. Neanche il tempo di gustare il sapore della grande impresa di Milano, che si riparte e rigioca un’altra trasferta insidiosa.
Alle 11:30 di questa mattina all’area di servizio Salaria Est ripartiranno centinaia di poeti guerrieri biancocelesti per sostenere la Lazio nostra e non farla sentire sola in un catino da 16.000 posti.
Bisogna rispettare tutti gli avversari e non temere mai nessuno, perché in tutti noi c’è la consapevolezza di avere una squadra forte è capace di mettere in difficoltà qualsiasi formazione. Dalla fine di gennaio ad oggi, la Banda Inzaghi ha recuperato certezze, convinzioni e autostima, dal 27 gennaio scorso, ha ricominciato a dimostrare che è per tutti complicato poterla arginare e sopraffare. In quell’occasione riuscì in qualcosa di incredibile: non era mai successo negli ultimi dieci anni, che la Juventus sette volte campione d’Italia guidata dal fenomeno Cristiano Ronaldo, non facesse un solo tiro in porta nel primo tempo. Per più di un’ora la Banda Inzaghi sembrava essere la stessa squadra che l’anno prima riuscì in un’altra straordinaria impresa: essere l’unica squadra italiana capace di battere la corazzata bianconera due volte su tre nello stesso anno.
Dal 27 gennaio scorso, siamo tornati tutti a credere e sperare in qualcosa di speciale, perché nonostante le tante assenze e l’immeritata sconfitta finale, la Lazio nostra era tornata a giocare con il piglio della grande squadra. Solamente quattro giorni dopo a Milano contro l’Inter, sfoderavamo un’altra prestazione super e conquistavano la semifinale di Coppa Italia. Partita dopo partita è cresciuta gradualmente e sono iniziate ad arrivare altre serate speciali e vittorie che difficilmente dimenticheremo: il 2 marzo il derby che ha disintegrato una squadra, una società e un intero ambiente. Meno di 72 ore fa, abbiamo nuovamente sbancato la Milano nerazzurra, riducendo sensibilmente il gap di punti dal quarto e il terzo posto.
La Banda Inzaghi è tornata a far tremare le gambe a tutti i suoi avversari e adesso non possiamo assolutamente toccare il pedale del freno. Dobbiamo continuare a pestare forte sull’acceleratore e proseguire la nostra corsa verso il traguardo finale. Non sarà facile, perché questo campionato ci ha insegnato settimana dopo settimana, che nulla è scontato e tutto è possibile (chiedere agli altri cosa è successo a Ferrara un paio di settimane fa…). Nell’anticipo di ieri alle 19:00, il Milan ha inaspettatamente pareggiato in casa contro l’Udinese. Nelle ultime tre giornate di campionato la squadra di Gattuso ha racimolato un solo punto e sabato andrà a Torino dalla Juventus.
Questo turno di campionato è importantissimo e non dobbiamo farci trovare impreparati. Servirebbe un’altra fondamentale vittoria per continuare a scalare posizioni e alimentare quel sogno Champions che ci è stato ingiustamente sottratto nella scorsa stagione.
Servirà testa e cuore, servirà personalità e umiltà, determinazione e coraggio, servirà la Lazio dei Laziali…
Badate che i ragazzi sono tornati, badate, i ragazzi sono in giro!-
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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