di Danilo GALDINO (foto © Roberto PROIETTO)

Sul finire del 1800 il poeta Arturo Graf spiegò che: “I più pericolosi nemici sono quelli da cui l’uomo non pensa a difendersi…”.
In effetti gli attacchi più letali e difficili da contrastare arrivano da quelle componenti che vengono tenute meno in considerazione o viste come innocue.
Dalla scorsa stagione abbiamo scoperto che i nostri avversari più temibili nei momenti topici non sono stati attaccanti come Icardi, Mandzukić e Insigne, o campioni che hanno nelle loro bacheche decine e decine di trofei, ma i principali problemi in campo li hanno provocati quelle figure che dovrebbero controllare e gestire in modo imparziale il regolare svolgimento del gioco in campo.
Grazie agli errori macroscopici che hanno scientemente frenato la nostra straordinaria cavalcata verso la qualificazione in Champions League, abbiamo iniziato a conoscere i nomi e la provenienza dei nostri avversari più temibili:
Banti di Livorno, Giacomelli di Trieste, Guida di Torre Annunciata, Irrati di Pistoia, Maresca di Napoli, Massa di Imperia, Rocchi di Firenze, Abisso di Palermo, Di Bello di Brindisi, Mazzoleni di Bergamo, Chiffi di Padova, Calvarese di Teramo, Orsato di Schio, Pairetto di Nichelino, Di Bello di Brindisi, Fabbri di Ravenna, Manganiello di Pinerolo e tutti gli altri.
Una squadra imprevedibile, formata da avversari interscambiabili, letali e mortiferi, in grado di fare la differenza in qualsiasi momento della partita.
“I più pericolosi nemici sono quelli da cui l’uomo non pensa a difendersi…”
AIA… non è l’esclamazione che provoca un senso di dolore, oppure si, dipende dai punti di vista.
L’Associazione Italiana Arbitri, è stata la vera bestia nera della Lazio nostra dalla scorsa stagione.
Avversari che puntualmente hanno arrecato e provocato danni incalcolabili, in campo e davanti i monitor in modo chirurgico. Un tempo conoscevamo perfettamente i nomi di tutti i giocatori della rosa della squadra da affrontare, snobbando il nome o i nomi della terna arbitrale, oggi dopo tutto quello che ci è stato fatto sotto gli occhi di tutta l’Italia, si da molta più importanza a chi è stato designato, che a chi dovrà essere marcato attentamente in area di rigore dei nostri avversari.
La roulette russa questa settimana ha pescato Mazzoleni arbitro, Bindoni e Vivenzi guardalinee, Abbattista quarto uomo, Rocchi e Di Liberatore al VAR.
“I più pericolosi nemici sono quelli da cui l’uomo non pensa a difendersi…”
Fino al prossimo 26 maggio, manteniamo alta l’attenzione su tutte le varie componenti che potrebbero decidere non solo una partita, ma un’intera stagione. In un campionato dove sei-sette squadre corrono punto a punto per i posti disponibili in Europa, un episodio a favore o sfavore potrebbe veramente fare la differenza.
La Banda Inzaghi e tutti i Laziali, dovranno concentrarsi su tutto quello che si muoverà in campo e fuori, senza trascurare nessun particolare e snobbare qualsiasi avversario ci troveremo davanti.
Vincere a Milano domenica sera, manderebbe un chiaro messaggio a tutti e permetterebbe di annullare l’attuale gap che ci separa dalle squadre milanesi. Una vittoria importante, su un campo difficile, contro una big del calcio italiano, invierebbe un segnale chiaro a tutte quelle squadre straindebitate che corrono con noi per un accesso diretto alla prossima Champions. Quei tre punti sarebbero l’ennesimo guanto di sfida lanciato a tutti quei personaggi che ci osteggiano senza sosta, a quella comunicazione sempre pronta a svilire e screditare l’immagine del club più antico e titolato del centro-sud Italia, a tutti quei tifosi che hanno smesso di credere e lottare dal 20 maggio scorso, o a quelli che non lo hanno mai fatto dall’inizio.
Nei prossimi 58 giorni che ci separano dall’ultima giornata di campionato, serviranno tenacia, coraggio e concentrazione. In tutte queste ore che ci separano dall’ultimo triplice fischio della stagione, bisognerà crederci tutti, perché le grandi imprese non sono frutto della casualità, ma di un lavoro duro, costante e meticoloso. Meno di due mesi al traguardo finale, senza più soste, senza più distrazioni.
Ora serviranno le reti di Immobile, Milinkovic, Luis Alberto, Correa e di tutti i ragazzi che ci hanno portato fino a qua, serviranno le voci dei Laziali di ogni età, servirà il cuore… chilometri e chilometri di cuore, per superare e sbaragliare ogni ostacolo.
Arrendermi mai, io non posso arrendermi…
Oggi più di ieri, Avanti Lazio… Avanti Laziali!

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