Dalla scuola allo stadio, il modo giusto per sostenere lo sport”. L’iniziativa promossa dal club è tornata tra i banchi di scuola. Quest’oggi Marco Parolo e Riza Durmisi hanno fatto visita all’Istituto Comprensivo Nino Rota – Scuola Primaria L. Sciascia di Roma.

Con gli studenti, i calciatori della Lazio hanno affrontato svariati temi, focalizzando la discussione sulla promozione della formazione della cultura sportiva, sulla diffusione dei principi legati ad una crescita psico-fisica sana, leale e non violenta, che educhi gli adulti del domani a comportamenti rispettosi dell’avversario e delle istituzioni.

Il centrocampista Marco Parolo ha incontrato gli studenti dell’Istituto Comprensivo Nino Rota – Scuola Primaria L. Sciascia di Roma rispondendo ad alcune domande dei presenti:

“Seguiamo un’alimentazione controllata, un nutrizionista ci consiglia il cibo. Il giorno della partita mangiamo tre ore prima del fischio d’inizio, solitamente pasta e bresaola, in generale comunque carboidrati per correre ed avere le necessarie energie in campo.

Quando non gioco a calcio mi piace guardare tutti gli sport, tranne il calcio. Ogni attività va praticata, quando si è bambini va provato ogni sport perché sono tutti belli e poi è possibile capire qual è quello che piace maggiormente.

Quando si perde non è mai facile accettarlo, ma poi si impara. L’importante è capire i motivi della sconfitta per poi migliorare e prendere le cose buone per far si che la volta successiva si riesca a migliorarsi. Ci saranno tante sconfitte nella vita ma poi arriveranno ancora più vittorie; è come un compito in classe che va male, se poi studi il test successivo avrà un risultato migliore.

Comportarsi in modo violento in campo è sempre sbagliato, l’adrenalina porta a questo. L’importante è chiedere subito scusa e cercare di non ripeterlo più. Casi simili, però, si verificano ogni tanto.

Insegnare la vita non è semplice, noi nel nostro piccolo siamo un esempio di persone che vivono in un gruppo composto da uomini di diverse etnie: questo è il modo migliore per combattere questi brutti fenomeni che non devono far parte del mondo, ancor di più in quello dei bambini. Tutti devono aiutare l’altro a tirare fuori il meglio di sé per diventare grandi uomini.

Non si nasce imparati, sto capendo piano piano come il genitore ed il rispetto dei tempi di ognuno: il primo anno di mia vita di mio figlio ero spesso fuori per le partite tra Lazio e Nazionale ora però abbiamo recuperato tanti momenti insieme.

Nello sport si gioca con tutti, ci aiutiamo. Noi formiamo gruppi omogenei in cui tutti si sostengono. Personalmente non ho mai assistito ad episodi di violenza, sin da piccolo ho sempre provato a vivere in gruppo con tutti, mi sono formato all’oratorio, ho fatto anche l’educatore: il bullismo è brutto, quando si prende di mira una persona, occorre aiutarla a metterla a proprio agio. Invece del bullismo, occorre fare il contrario, ovvero aiutarla a tirare fuori il meglio.

Accettare le decisione del mister è necessario, se non ci fosse una maestra in classe ognuno farebbe ciò che vuole e lo stesso è l’allenatore per noi, il lavoro di gruppo aiuta a far crescere ciascuno. Seguite sempre i vostri insegnanti, come noi dobbiamo fare con il tecnico.

Gioire con i compagni è bello, si è felici perché è sempre merito di tutti. Allo stesso modo, quando viene commesso un errore da parte di un compagno, anche gli altri avevano sicuramente sbagliato prima. L’importante è incitare sempre a fare di più.

Ognuno di noi, in privato, sostiene progetti per le persone meno fortunate ma tutto in modo anonimo perché non è bello pavoneggiarsi di questo.

Ad inizio partita stringiamo sempre la mano dell’avversario: è un patto silente di rispetto e stima. Quando il calciatore di un’altra squadra non gioca lealmente si prova sempre a farglielo notare”.

Al termine dell’evento ‘La Lazio nelle scuole’, Marco Parolo ha risposto ad alcune domande ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky: “Gli alunni hanno posto tante belle domande, molte sul tema del bullismo: i ragazzi hanno appreso molto dai loro maestri in merito, speriamo di essere stati anche noi di buon insegnamento. I quesiti dei bambini sono quelli che mi porrà mio figlio tra qualche anno, almeno così sono già preparato.

Il gruppo sta bene, lo abbiamo dimostrato in campo, abbiamo recuperato gli infortunati e vogliamo continuare a spingere tutti insieme per centrare il bellissimo obiettivo che ci siamo prefissati. In casa dell’Inter servirà una grande prestazione. Fino a qualche settimana fa la condizione fisica di alcuni elementi non era delle migliori e questo ha inciso sulla qualità del gioco. Il calore dei tifosi più piccoli è ancora più bello, anche io quando ero bambino vedevo i calciatori con occhi sognanti”.

Anche Riza Durmisi ha risposto alle domande degli studenti dell’Istituto Nino Rota:

“Giocare a calcio, lo sport che amo, per me è un sentimento inspiegabile, è più di una semplice emozione. Il razzismo nella mia carriera? Una volta Pione Sisto, mio compagno di squadra nella Nazionale danese, venne preso di mira da alcuni atteggiamenti razzisti. La diversità fa parte della nostra società, ma siamo tutti sullo stesso piano essendo uguali: insieme dobbiamo sconfiggere il razzismo. Piano piano questo fenomeno si sta arginando.

Ho un fratello più piccolo e, insieme a lui, tutta la mia famiglia vive in Danimarca, ma per un calciatore in generale non è facile far conciliare la vita privata con quella professionale. Ora mi alleno con grandi calciatori, mi sono sentito parte di questo gruppo dopo solo pochi giorni di lavoro”.

Successivamente, Durmisi è intervenuto anche ai microfoni di Lazio Style Channel, 233 di Sky:

“È sempre emozionante trascorrere una giornata con i bambini per parlare con loro e per vederli felici. I giovani sono il futuro ed è un bene che siano contenti. È sempre importante dare una mano alla squadra, le ultime partite della stagione saranno fondamentali per la corsa alla qualificazione per la prossima edizione della Champions League. Darò il massimo a prescindere dal mio utilizzo, sarà necessario restare uniti per raggiungere il nostro obiettivo.

Sappiamo che sarà difficile ripartire in campionato affrontando l’Inter, ma siamo forti quando giochiamo uniti e sappiamo che in questo modo possiamo dire la nostra. Se giocheremo come nelle nostre possibilità, per la formazione nerazzurra sarà più difficile affrontarci”.

(fonte: sslazio.it)

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